
Nuovo Orione nr. 256
Settembre 2013
In edicola dal 29 Agosto
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Luca Parmitano a spasso nello spazio20
Luca Parmitano a spasso nello spazio
Antonio Lo Campo
Il 9 e il 16 luglio scorsi l’astronauta italiano ha compiuto delle attività extraveicolari intorno alla Stazione Spaziale InternazionaleQuella del 9 luglio 2013 è sicuramente una data storica per l’astronautica italiana e per la storia delle grandi imprese realizzate dagli italiani. “Esco a fare due passi”, ha lasciato scritto Luca Parmitano su un bigliettino incollato su un frigorifero della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Parmitano, astronauta dell’ESA, catanese di 37 anni, è diventato così il primo italiano a compiere una EVA (“attività extraveicolare”), ovvero una “passeggiata spaziale” prevista dalla missione “Volare” a bordo della ISS. La prima, storica attività extraveicolare L’attività esterna di Parmitano è iniziata poco dopo le 14 (ora italiana), insieme all’americano Chris Cassidy, dopo la preparazione nella camera di depressurizzazione. Sono usciti nel buio, perché la ISS si trovava nella fase orbitale non illuminata dal Sole. Prima è uscito Cassidy, che è stato poi raggiunto da Luca. E l’attività è iniziata subito, un lavoro da “meccanici spaziali”.
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Saint-Barthélemy 2013: il programma dello Star Party22
Saint-Barthélemy 2013: il programma dello Star Party
Matteo Soldi
Da venerdì 6 a domenica 8 settembre, tante iniziative caratterizzeranno la prossima edizione del tradizionale meeting degli astrofiliLo Star Party di Saint-Barthélemy rappresenta un tradizionale momento d’incontro per astrofili e appassionati e costituisce nel contempo un’occasione ideale per chi è alle prime armi e vuole avvicinarsi alla scienza e all’osservazione del cielo. L’evento si terrà presso il villaggio di Lignan, nel comune di Nus (AO), da venerdì 6 a domenica 8 settembre ed è organizzato dalla Fondazione Clément Fillietroz-ONLUS, che gestisce l’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta (OAVdA) e il Planetario di Lignan, con la collaborazione dell’amministrazione comunale e, per l’edizione 2013, anche del Gruppo B Editore che pubblica le riviste Nuovo Orione e le Stelle. Il programma dello Star Party prevede attività astronomiche come conferenze e proiezioni al Planetario, visite guidate diurne e notturne all’OAVdA.
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Giacomo Leopardi: il poeta che amava l’astronomia30
Giacomo Leopardi: il poeta che amava l’astronomia
Giuseppe Palumbo
Quest’anno ricorre il duecentesimo anniversario della Storia della Astronomia, che recentemente è stata aggiornata a cura di Margherita HackÈ stato il poeta delle più angosciose solitudini spirituali, cantore dell’infelicità umana, ma anche un insigne scrittore, pensatore, filologo, critico, nonché filosofo. Nato nel 1798 a Recanati, Giacomo Leopardi fu un genio precocissimo; ricevuta la sua prima educazione dal padre Monaldo, si dedicò ben presto ad anni di “studio matto e disperatissimo”, grazie alla ricca e fornita biblioteca paterna. Visse un’infanzia serena nella nobile casa di Recanati, a differenza dell’adolescenza, che fu piena di tormenti e di solitudine. Il giovane Giacomo sognava la gloria e rendendosi conto che fin quando sarebbe rimasto nel “natio borgo selvaggio” avrebbe perso le giuste occasioni per emergere e per raggiungere la fama, giunse persino ad architettare, nel 1819, un piano di fuga che, però, non andò oltre il tentativo. La sua ansia di evasione aumentava e sentiva sempre più la sua Recanati come un “sepolcro di vivi”, come una soffocante prigione. Leopardi riuscirà comunque a lasciare il suo paese e si recherà a Roma, a Milano, a Bologna, a Firenze e a Pisa. Gli ultimi anni della sua breve vita li trascorrerà a Napoli, dove morirà nel 1837, a soli 39 anni.
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Una “sfida impossibile”: il Progetto Herschel24
Una “sfida impossibile”: il Progetto Herschel
Rod Mollise
Un osservatore esperto di deep-sky ha superato la sfida di riuscire a osservare tutti gli oggetti del Catalogo HerschelÈ possibile riuscire a vedere tutti gli oggetti del cielo profondo osservabili? Probabilmente no. Non tutte le migliaia di galassie, nebulose e ammassi osservabili visualmente in modesti telescopi e le ulteriori decine di migliaia che possono essere catturati con una macchina fotografica. Ma tre anni fa pensavo che fosse possibile. Quando ero alle prime armi, avevo rintracciato gli oggetti più brillanti, quelli del Catalogo Messier, e quindi avevo rivolto la mia attenzione a quelli più esotici. Avevo visto un po’ di tutto, da deboli gruppi di galassie a nebulose planetarie dimenticate, ad ammassi stellari osservati di rado. Avevo raggiunto l’obiettivo?
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A caccia di asteroidi binari34
A caccia di asteroidi binari
Albino Carbognani
La ricerca e lo studio di questi interessanti corpi minori sono attività attualmente alla portata degli astrofiliIn una serie di articoli precedenti (vedi “Per chi vuole saperne di più”), ci eravamo occupati dell’osservazione astrometrica e fotometrica degli asteroidi. Qui approfondiamo il tema dell’osservazione fotometrica dei corpi minori del Sistema Solare, focalizzandoci su un campo di ricerca molto interessante e di grande attualità: quello degli asteroidi doppi. La ricerca e l’osservazione di questi sistemi, almeno di quelli più luminosi, è alla portata degli astrofili dotati di un computer, di un buon telescopio (dai 20 cm di diametro in su) e di un’ottima camera CCD. Non solo restano da scoprire numerosi asteroidi binari, ma - anche fra i sistemi già noti - spesso i parametri principali, come il periodo orbitale del satellite, non sono conosciuti con grande precisione e sono richieste ulteriori osservazioni per una buona caratterizzazione. Con un’attrezzatura tutto sommato modesta e tanta perseveranza si può fare ricerca scientifica di ottimo livello.
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Al di là dell’atmosfera: l’inquinamento extraterrestre39
Al di là dell’atmosfera: l’inquinamento extraterrestre
Walter Ferreri
L’uomo è riuscito a inquinare anche lo spazio che circonda la Terra, ma questa regione è anche disseminata di pericolose particelle provenienti dal SoleNelle “Curiosità astronomiche” del mese scorso, abbiamo visto che la nostra atmosfera è interessata da fenomeni che hanno origine al di fuori della Terra: radiazioni solari di tutti i generi, raggi cosmici, radiazioni provenienti dalle stelle. Ma non appena l’uomo – sia pure inizialmente solo con strumenti - si è affacciato al di fuori degli incerti limiti dell’atmosfera, si è trovato subito di fronte a una sorpresa. A bordo dell’Explorer 1 (il primo satellite messo in orbita dagli Stati Uniti, nel gennaio 1958) era stato collocato un contatore Geiger, a cura di un gruppo di studiosi diretti dal prof. James Van Allen. Questo strumento è in grado di contare il numero delle particelle elettricamente cariche che lo raggiungono. È quindi un’apparecchiatura adatta a misurare l’intensità dei raggi cosmici. Dal momento del lancio del satellite fino a quando non raggiunse i 2000 km di quota, il contatore Geiger funzionò perfettamente, ma più in alto si bloccò e non fornì più alcuna misura. Al momento si pensò ad un guasto, ma poi si appurò che non c’erano malfunzionamenti: il contatore era rimasto come paralizzato da una radiazione molto più intensa del massimo che era capace di “sopportare”.
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Un anno attorno a Vesta42
Un anno attorno a Vesta
Cesare Guaita
La sonda Dawn ha scoperto che questo asteroide è un mini-pianeta terrestre dalle caratteristiche inaspettateDurante la campagna antartica 1981 del progetto americano ANSMET (Antarctic Search for Meteorites), venne trovata nella regione di Allan Hills una straordinaria meteorite denominata ALH 81001 del peso di soli 52,9 g. Si trattava di una roccia basaltica a grana cristallina finissima (quindi raffreddatasi molto velocemente) che aveva vagato nello spazio per almeno 15 milioni di anni e si era formata su un corpo originario ben differenziato 3,69 miliardi di anni fa, datazione ottenuta col metodo Ar40/Ar39 dal team di R. Fu del MIT. Lo stesso R. Fu si accorse che il materiale di ALH81001 possedeva anche una straordinaria magnetizzazione intrinseca (di almeno 2 nanotesla): quindi la roccia cosmica si era solidificata velocemente da lava immersa in un campo magnetico esterno. In altre parole, il corpo da cui si staccò il meteorite doveva possedere un suo campo magnetico interno.
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Come i nostri occhi vedono il cielo48
Come i nostri occhi vedono il cielo
Salvador Barà
Le imperfezioni della vista possono avere notevoli effetti sull’osservazione astronomica. Ecco i suggerimenti utili per difendersi da questi problemiQuando osservate a occhio nudo le stelle più brillanti nel cielo notturno, le vedete realmente come piccoli punti di luce? Se la risposta è sì, congratulazioni: siete fra la minoranza della gente i cui occhi sono quasi perfetti. Ma la maggioranza di noi, se guarda attentamente, probabilmente vede le immagini stellari “pelose”. Questo non è nulla di strano. È solo l’effetto più cospicuo delle aberrazioni dell’occhio. Dal punto di vista di un costruttore di strumenti, l’ottica dell’occhio è lungi dall’essere perfetta. Il noto anatomista e fisico tedesco Hermann von Helmholtz (1821-1894) sosteneva che “se un ottico volesse vendermi uno strumento con tutti questi difetti, penserei senza alcun dubbio che sia stato realizzato senza cura e glielo restituirei”. In un occhio otticamente perfetto, tutti i raggi che provengono da una sorgente puntiforme lontana dovrebbero essere focalizzati su un singolo punto della retina. Anche se ciò non avviene, l’occhio umano è comunque una struttura vivente molto complessa, composta da diverse superfici rifrangenti e da un diaframma d’apertura. Il tutto è tenuto nella giusta posizione da una combinazione di rigidità dei tessuti, tensione muscolare e pressione intraoculare.
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Oculari TecnoSky Planetary ED58
Oculari TecnoSky Planetary ED
Walter Ferreri
-È abbastanza diffusa l’abitudine di dare in un telescopio molta importanza all’obiettivo e poca o minima agli oculari. E questo è un grosso errore, perché se è vero che un oculare può fare poco o nulla per migliorare la resa di un obiettivo, può invece fare molto per peggiorarla. Vale quindi la pena di dare una certa importanza anche alla scelta degli oculari, soprattutto se si vuole valorizzare un obiettivo di alta classe. Tra gli oculari proponibili a complemento di quelli in dotazione (spesso ne è presente solo uno!), figurano a ragione questi tre che la TecnoSky ci ha inviato e che sono da 12, 8 e 5 mm, con diametro del barilotto da 31,8 mm. Mirati all’osservazione planetaria Il nome di questi oculari, Planetary, fa intendere che essi sono mirati soprattutto all’osservazione planetaria, benché il vasto campo li renda perfettamente idonei a tutti gli altri tipi di osservazioni. Ognuno è contenuto in una scatoletta di cartone, all’interno della quale sono inviluppati in due buste di plastica. Infine, nella scatoletta troviamo un panno per la pulizia. Ogni oculare è completato da tappi anteriori e posteriori. Togliendoli, emerge a un’estremità un’ampia lente dell’occhio e all’altra un barilotto con scanalatura antiscivolo.
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La camera CCD ATIK 490EX52
La camera CCD ATIK 490EX
Federico Manzini
-“La missione di ATIK è quella di aprire a chiunque il mondo eccitante dell’astrofotografia…”: ecco come esordisce il sito web di ATIK Cameras. C’è da dire che, visto il successo di vendita per queste camere, i proprietari dell’azienda anglo-portoghese hanno avuto ogni ragione. Steve Chambers e Rui Tripa hanno lanciato il loro business 8 anni or sono, per produrre una camera che servisse a loro stessi per primi e che avesse un prezzo contenuto. Da un piccolo inizio, la compagnia è cresciuta rapidamente: attualmente, le camere ATIK sono vendute in tutta Europa, USA, Canada, Australia e Giappone. La progettazione è parecchio migliorata nel tempo e la produzione ne ha risentito favorevolmente: oggi sono almeno 13 i modelli di ATIK, da camere per principianti a quelle con sensori di largo formato. A queste vanno però aggiunte le camere che possono montare i sensori one-shot a colori. La base di ATIK è nella città di Norwich, circa 150 km a nord-est di Londra, dove le camere sono disegnate e sviluppate. La gran parte della costruzione avviene però nell’azienda di Lisbona, mentre i servizi di supporto si trovano in Inghilterra.