
Nuovo Orione nr. 255
Agosto 2013
In edicola dal 25 Luglio
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Il XXII Star Party di Saint-Barthélemy (AO)20
Il XXII Star Party di Saint-Barthélemy (AO)
Davide Cenadelli
Nei giorni 6-7-8 settembre 2013 gli astrofili si ritroveranno come ogni anno sotto il mitico cielo della Valle d’Aosta con alcune importanti novitàCominciamo dal nome: Star Party. Star sta per stella, o meglio oggetto celeste, data l’enorme varietà di oggetti non solo stellari visibili anche con un piccolo strumento ottico. Party invece suggerisce l’idea della festa. In effetti, si tratta proprio di una festa sotto il cielo. Festa perché ci si ritrova tra amici anno dopo anno, un po’ come se si celebrasse un compleanno, e a volte si conoscono anche amici nuovi; festa perché l’occasione è gradita per fare qualcosa insieme e ritrovarsi a mangiare nei ristoranti e alberghi della zona; festa infine – se non soprattutto – per gli occhi e per la mente. Gli occhi e la mente, che gli uomini dell’Occidente industrializzato e post-industriale sono poco abituati a rivolgere al cielo. E che cielo! Se le condizioni atmosferiche sono buone, il cielo delle Alpi Valdostane non lo si dimentica tanto facilmente. Proprio qui si ambienta, infatti, lo Star Party più antico d’Italia, a Lignan, il centro principale dell’agglomerato sparso di Saint- Barthélemy, situato nella valle omonima entro il comune di Nus, nel cuore della Valle d’Aosta (lo si raggiunge in circa 20 minuti dall’uscita NUS dell’autostrada Torino- Aosta, seguendo le indicazioni per Saint- Barthélemy). Qui è tutto un po’ speciale. Il luogo, per cominciare, sereno e rilassante, non troppo turistico, mai veramente affollato. E poi il cielo: che cos’ha di così particolare?
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Addio Margherita, signora delle stelle24
Addio Margherita, signora delle stelle
Piero Bianucci
Scomparsa a 91 anni, Margherita Hack era la più nota astrofisica italiana e una grande divulgatrice delle scienze del cieloC’era soltanto lei capace di parlare per un’ora a 1400 bambini delle scuole elementari senza proiettare neppure un’immagine. È successo a Torino qualche anno fa, a “GiovedìScienza”. Sul grande schermo del Teatro Colosseo, ripreso da una telecamera, a catturare l’attenzione degli scolari bastò il suo viso incorniciato dai capelli bianchi, gli occhi azzurri come il cielo. E le cose che raccontava con il suo accento fiorentino, mai appannato nonostante i lunghi soggiorni all’estero. Storie di pianeti, stelle, galassie e Big Bang, ma narrate con un linguaggio perfettamente calibrato sulle curiosità dei ragazzini tra i 7 e i 10 anni, l’età più fertile per la nascita di una vocazione scientifica. E infatti, quando terminò l’applauso, la prima domanda fu: “Come faccio a diventare astronomo?”
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Photopic Sky Survey: il cielo notturno per tutti!30
Photopic Sky Survey: il cielo notturno per tutti!
Nick Risinger
Il sogno compiuto di un astrofotografo per riprendere l’intera notte stellata è ora a disposizione di tutti sul sito Internet dell’autoreSono a 2000 metri nel deserto del Nevada per catturare le prime immagini di quello che alla fine diventerà un set di 37.440 esposizioni e una fotografia dell’intero cielo notturno da 5000 megapixel. Siamo a -8°C e mentre cerco di mantenere il vento freddo fuori dalla mia mente, le raffiche continuano a soffiare sopra il crinale. Quando scatta l’otturatore della prima fotocamera, una regione di cielo appare sullo schermo del mio portatile: miriadi di stelle situate a milioni di miliardi di chilometri di distanza sono sparse in tutta l’immagine, troppe per poterle contare. Il pensiero di quello che mi aspetta incomincia lentamente a penetrarmi, e mi vengono i brividi, non solo per il freddo…
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Tra la Terra e il cielo, ma dov’è il limite?35
Tra la Terra e il cielo, ma dov’è il limite?
Walter Ferreri
Per dirigerci verso lo spazio, dobbiamo attraversare il mare d’aria che circonda il nostro pianeta e nel fondo del quale si svolge la nostra vitaIl nostro pianeta è circondato da uno strato gassoso, l’atmosfera terrestre, la cui massa, anche se molto rispettabile, è meno di un milionesimo di quella di tutta la Terra. A mano a mano che ci allontaniamo dal livello del mare, la pressione atmosferica diminuisce e quindi l’aria si va via via rarefacendo, come sanno gli alpinisti che, alle quote più alte, possono accusare difficoltà di respirazione. A circa 5500 m di altezza sul livello del mare, la pressione si dimezza: ciò significa che metà di tutta l’atmosfera è compressa al di sotto di quella quota e l’altra metà si trova al di sopra. Ma, al di sopra fino a che limite? Si può affermare che il limite è determinato dalla distanza entro la quale le molecole di gas atmosferico non possono sfuggire all’attrazione gravitazionale del pianeta. L’aria è composta da un miscuglio di ossigeno (O2, gas biatomico) e di azoto (N2, anch’esso biatomico); questi due elementi, da soli, costituiscono tipicamente il 99% dell’atmosfera. In linea di massima, il rimanente 1%, in proporzioni variabili, è costituito da vapore acqueo, anidride carbonica, argon, neon, kripton, elio, xenon.
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La ricerca ottica delle intelligenze Extraterrestri38
La ricerca ottica delle intelligenze Extraterrestri
Giuseppe Savio e Sara Ricciardi
Alla FOAM13 di Tradate parte un progetto di ricerca SETI innovativo, al quale possono associarsi altri Osservatori e anche singoli astrofiliLa Fondazione Astronomica M13 di Tradate (VA), nell’ambito del progetto OSETI (Optical Search of Extra-Terrestrial Intelligence, “Ricerca Ottica di Intelligenza Extraterrestre”), ha costruito il primo strumento europeo per discriminare segnali impulsivi nello spettro visibile, all’interno del flusso di fotoni emessi dalle stelle, con lo scopo di individuare eventuali segnali artificiali provenienti da impulsi laser inviati o emessi da altre civiltà. Questa idea fu proposta già negli Anni 60 da alcuni scienziati, tra cui C.H. Townes e R.N. Schwartz, ma tale rimase, poiché la tecnologia del tempo non consentiva la realizzazione di trasmettitori ottici sufficientemente potenti da poter raggiungere le stelle vicine. Di fronte alla pretesa che “ciò che non sappiamo costruire noi è irrealizzabile perfino da eventuali civiltà extraterrestri”, i ricercatori OSETI trovarono molto difficile giustificare alla comunità scientifica il bisogno di costruire dei ricevitori adeguati.
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Uno sguardo verso i confini: l’opposizione di Nettuno42
Uno sguardo verso i confini: l’opposizione di Nettuno
Walter Ferreri
In questo mese e nel prossimo si presentano le condizioni migliori per osservare il più lontano pianeta del Sistema SolareDove sono i confini del Sistema Solare? Qual è il pianeta più lontano? Fino a che punto può dirigersi il nostro sguardo? Mentre gli americani stanno ancora polemizzando sul declassamento di Plutone a “pianeta nano”, mentre le sonde Voyager sono ancora impegnate a cercare i limiti radiativi del Sistema, mentre si susseguono le scoperte di asteroidi trans nettuniani sempre più lontani, un astrofilo ha comunque la certezza di poter posare lo sguardo sull’oggetto più lontano raggiungibile anche con una modesta attrezzatura: si tratta del pianeta Nettuno, che attualmente “naviga” nell’Acquario, a più di 4,3 miliardi di km dalla Terra. Le condizioni osservative Vi sono pianeti come Marte per i quali vi sono variazioni fortissime nelle dimensioni angolari se vengono osservati nel periodo dell’opposizione rispetto ad altri periodi. All’estremo opposto troviamo Nettuno, il più lontano pianeta (indiscusso) del Sistema Solare.
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Strumentazioni e tecniche di ripresa di Carlo Rocchi44
Strumentazioni e tecniche di ripresa di Carlo Rocchi
Cristiano Tuffanelli
Continuiamo il percorso di ricerca dei migliori setup degli astrofili per osservare e fotografare il cieloQuando si è bambini, sapere che cosa faremo da grandi o che sorprese ci riserverà la vita è assolutamente impossibile da prevedere. Ma se una passione ci rapisce in tenera età, difficilmente la vedremo svanire con il passare degli anni. E così è stato per Carlo Rocchi, appassionato di astronomia fin da bambino e attualmente tra i migliori e produttivi astrofotografi del nostro Paese. Pur non avendo mai partecipato a concorsi fotografici, invia spesso immagini per “L’Astrofotografia Amatoriale del Giorno” sul sito Astronomy.fm, vincendo diverse volte l’AAPOD (Amateur Astronomy Picture Of the Day). Le immagini più recenti premiate sono state una ripresa di NGC 2237 il 29/07/2012 e una di Rho Ophiuchi il 16/10/2012. Lo abbiamo incontrato e insieme vediamo come realizza le splendide immagini che spesso sono pubblicate anche su Nuovo Orione.
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Osservare al binocolo: che cosa conta di più?48
Osservare al binocolo: che cosa conta di più?
Gary Seronik
Vedere o non vedere: questo è il problema! Vediamo che cosa fa la differenzaL’osservazione binoculare è piena di sorprese. Talvolta ci si stupisce nell’imbattersi in un bell’ammasso, stupendosi di come precedentemente possa essere passato inosservato. Altre volte si dà una caccia agguerrita ad una galassia etichettata di 8a magnitudine e non si riesce a trovarla. C’è n’è abbastanza per stupirsi: che cosa rende facile osservare un oggetto al binocolo e fa diventare un altro oggetto un caso limite? Elenchiamo qui cinque dei più importanti fattori che determinano se un oggetto del cielo profondo si rivelerà una delusione o una meraviglia, in ordine inverso di importanza. Fattore 5: la regola dell’apertura Avrete sentito ripetere più volte ciò che riguarda l’apertura: è ciò che conta di più, e di molto. Certamente, quando si parla di telescopi, il diametro dell’obiettivo - lenti o specchio - trionfa su ogni altra considerazione. E l’apertura è pure molto importante nell’universo binoculare. A parità di altre condizioni, più potere di raccolta della luce ha il vostro binocolo, più deboli saranno gli oggetti che riuscirete a vedere, ed è più probabile che riusciate a percepire quelli elusivi. Ma è difficile che tutti gli altri parametri siano uguali. Per esempio, non tutti i binocoli 10x50 sono fatti allo stesso modo: alcuni modelli hanno una qualità ottica migliore e un trattamento antiriflesso più efficiente di altri.
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Binocolo Konus Proximo 9x63 C.F.52
Binocolo Konus Proximo 9x63 C.F.
Walter Ferreri
-La nota ditta Konus ci presenta un interessante prodotto: un binocolo 9x63, misure dalle quali scaturisce uno strumento potenzialmente molto utile per gli osservatori. Infatti l’ingrandimento è sufficientemente basso per consentirne un uso a mano libera, mentre il diametro è in grado di portare alla soglia di visibilità dell’osservatore molti astri deboli tra i quali un vasto numero di oggetti Messier. La pupilla d’uscita di 7 mm lo fa rientrare tra i “binocoli notturni”, tra i quali il più celebre è il modello 7x50, ben noto per l’uso in marina. Con questa pupilla d’uscita, in effetti, si sfrutta quella dell’occhio quando è dilatata al massimo nell’oscurità della notte. L’esame dello strumento Il binocolo ci è pervenuto in un imballo pesante complessivamente 2 kg. Una volta aperto, appare la confezione dedicata nella quale vengono messe in evidenza le principali caratteristiche dello strumento, ovvero ottiche multi trattate, prismi BaK-4, fuoco centrale (è questo il significato di C.F., Central Focus), rivestimento gommato, ampio campo di veduta, elevata estrazione pupillare e custodia. Vi è anche l’indicazione della provenienza, che è la Repubblica Popolare Cinese.
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Telecamera CCD Planetaria TecnoSky56
Telecamera CCD Planetaria TecnoSky
Federico Manzini
-Finalmente una camera senza nomi altisonanti o sigle dal sapore di prefisso e seguente numero telefonico! Il nome ci dice tutto: è proprio una camera dedicata all’osservazione planetaria, per gli oggetti brillanti e luminosi del Sistema Solare. Quindi tutti i pianeti e la Luna, in primo luogo, ma anche qualche stella doppia luminosa, diciamo entro la terza magnitudine e, ovviamente, tutte le stelle più brillanti di questo valore. Per intraprendere la ”carriera” Giuliano Monti, di TecnoSky (Felizzano, AL) propone a un prezzo decisamente contenuto una camera ultracompatta che offre caratteristiche ben soddisfacenti e anche non riscontrabili in altri modelli della medesima classe. Può rappresentare una buona scelta per chi vuole intraprendere la “carriera” di astrofotografo di pianeti e Luna in alta risoluzione. Il corpo è leggerissimo, compatto e funzionale, e si inserisce perfettamente in un portaoculare da 31,8 mm di diametro. La camera è controllata e riceve l’alimentazione attraverso una porta USB del computer. Le riprese sono digitalizzate a 24 bit, quindi con una profondità di 8 bit per colore.
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Bernard Lovell, il padre della radioastronomia29
Bernard Lovell, il padre della radioastronomia
Giuseppe Palumbo
Cento anni fa nasceva l’astronomo e fisico inglese, ideatore del radiotelescopio di Jodrell BankSir Alfred Charles Bernard Lovell nacque il 31 agosto 1913, a Oldland Common, nel Gloucestershire (Regno Unito). Dopo aver studiato fisica presso l’Università di Bristol, nel 1936 ottenne il dottorato. Sempre nel 1936 si occupò, presso l’Università di Manchester, di ricerche sui raggi cosmici fino alla Seconda Guerra Mondiale. Terminato il conflitto mondiale, durante il quale si era dedicato ai radar, tornò a Manchester e riprese gli studi sui radiosegnali cosmici, riuscendo a dimostrare, grazie alla sua esperienza tecnica acquisita durante la guerra, che era possibile rilevare le meteore che entrano nell’atmosfera terrestre attraverso gli “echi radar” che le stesse meteore producono ionizzando l’aria. Nel 1951 fu nominato professore di radioastronomia presso l’Università di Manchester.