
Nuovo Orione nr. 254
Luglio 2013
In edicola dal 27 Giugno
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Alla scoperta della Via Lattea: Sagittario e Scorpione22
Alla scoperta della Via Lattea: Sagittario e Scorpione
Craig Crossen
I binocoli sono gli strumenti ideali per esplorare la nostra Galassia nelle notti estiveIl più grande oggetto singolo visibile nel cielo è la Via Lattea, che si estende per 360° intorno a noi. Ma non si tratta di una banda nebbiosa priva di strutture; essa possiede interessanti frastagliature di varie dimensioni e contiene nubi stellari che possono essere viste facilmente a occhio nudo e che spesso sono spettacolari viste nei binocoli, quando sono osservate da un sito buio in una notte trasparente e senza Luna. Queste caratteristiche, come la distribuzione degli ammassi aperti e delle nebulose più brillanti lungo la Via Lattea, riflettono la struttura a spirale della nostra Galassia nelle vicinanze del Sole. Noi vediamo la Via Lattea in due dimensioni, come se fosse dipinta sulla sfera celeste. Ma questa visione è fuorviante, poiché oggetti situati a distanze molto differenti spesso appaiono vicini o addirittura sovrapposti. Questo è particolarmente vero nelle costellazioni del Sagittario, dello Scorpione e di Ofiuco, dove diversi bracci a spirale si trovano compresi tra noi e il centro della Galassia. Questo articolo intende dare un senso della profondità quando si esplora questa regione del cielo con un binocolo o a occhio nudo.
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La Luna “bagnata” dal Sole28
La Luna “bagnata” dal Sole
Cesare Guaita
Ai primordi il nostro satellite naturale era umido come la Terra e ancora oggi si trova acqua sulla sua superficie: ma da dove arriva?La recente conferma, ottenuta dalla sonda Messenger, della presenza di ghiaccio sui crateri perennemente in ombra del polo nord di Mercurio ha riacceso il dibattito sulla possibilità che un fenomeno analogo possa esistere anche sulla Luna. I primi indizi Fu la sonda Clementine-1, nel 1994, a scoprire che la Luna possiede dei crateri polari perennemente in ombra. Qui la navicella cercò del ghiaccio con un esperimento di trasmissione radio bistatica: sparò radiosegnali a 13,2 cm contro un certo numero di crateri perennemente in ombra e la riflessione venne raccolta a Terra dalla grande antenna californiana di Goldstone. Risultato: le modificazioni (di polarità e intensità) subite dalle radioonde in conseguenza della riflessione erano identiche a quelle che ci si doveva aspettare da una superficie lunare ricca di depositi di ghiaccio. Nel 1998 l’indagine venne ripresa dalla sonda Lunar Prospector con uno strumento simile a quello utilizzato da Messenger su Mercurio, vale a dire uno spettrometro a neutroni in grado di evidenziare la presenza di atomi di H (che possono provenire solo da depositi di ghiaccio).
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La Terra come una trottola: la precessione degli equinozi33
La Terra come una trottola: la precessione degli equinozi
Walter Ferreri
Per quanto possa sembrare strano, questo complesso movimento dell’asse di rotazione terrestre fu scoperto più di 2000 anni faL’astronomo greco Ipparco, nato a Nicea, in Bitinia, nella prima metà del II secolo a.C. e attivo nell’isola di Rodi dal 161 al 126 a.C., ebbe il grande merito di basare tutto il suo lavoro sull’osservazione, beninteso con la modesta strumentazione che poteva costruirsi uno scienziato di quell’epoca. Ipparco, però, aveva delle capacità straordinarie. Tra le altre cose, inventò la diottra, uno strumento utilizzato per misurare piccole distanze angolari. Ipparco inventò anche la sfera armillare e l’astrolabio; ma veniamo all’argomento specifico di questa puntata delle “Curiosità astronomiche”. Un’impresa ardua anche per un Dio Tra la fine del IV secolo e l’inizio del III a.C., gli astronomi alessandrini Aristillo e Timocharis avevano redatto un catalogo stellare di alcune centinaia di stelle, fornendo di ciascuna delle quali le coordinate eclittiche. Per quanto ne sappiamo, questo potrebbe essere il primo catalogo stellare della storia. Il loro fu un lavoro di rilevazione molto paziente e coscienzioso, compiuto con strumenti piuttosto primitivi.
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Estrack: le “grandi orecchie” dell’Europa spaziale36
Estrack: le “grandi orecchie” dell’Europa spaziale
Piermario Ardizio
È nata la rete globale di antenne dell’ESA per restare sempre in linea con le missioni europee nello spazioGrazie all’inaugurazione della Stazione di ascolto Deep Space 3 nella regione argentina di Mendoza presso Malargüe, l’ESA dispone finalmente di una valida rete di ascolto denominata Estrack (ESA Tracking) per le sue missioni spaziali. In particolare, la rete ha il compito di seguire tutte le fasi considerate critiche di una missione spaziale, quali la fase di lancio LEOP (Launch and Early Orbit Phase, “lancio e inserzione in orbita”), l’arrivo nell’orbita di un altro pianeta ed eventualmente il flyby (“sorvolo”) di altri corpi celesti. Con le loro “grandi orecchie”, queste stazioni devono dare un valido supporto alle missioni spaziali europee, dalla Rosetta già in viaggio, fino a Gaia che deve ancora essere lanciata.
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In ricordo della cometa Kohoutek38
In ricordo della cometa Kohoutek
Dean Regas
Nell’“anno delle comete”, dopo una prima (quasi) delusione, ricordiamo lo storico precedente di una presunta “cometa del secolo”L’abbiamo già ricordata nel numero di marzo, in occasione del 40° anniversario della scoperta, quando abbiamo annunciato il passaggio della PanSTARRS. Ma la sua storia merita più attenzione perché ci può insegnare molto, proprio in questo “anno delle comete”, dopo la mezza delusione della PanSTARRS e in attesa del prossimo “spettacolo annunciato” della Ison (Ndr). Il 18 marzo 1973 il trentottenne astronomo cecoslovacco Luboš Kohoutek stava esaminando delle lastre fotografiche presso l’Osservatorio di Amburgo a Bergedorf, in Germania, allo scopo di perlustrare la regione celeste in cui avrebbe potuto trovarsi la celebre “cometa perduta” di Biela. Questa cometa periodica si era spezzata in due parti nel 1845; i due frammenti furono osservati durante il ritorno del 1852, ma da allora non furono più visti. Kohoutek sperava di trovarla su fotografie prese nei primi mesi dell’anno. Mentre esaminava le lastre attraverso un microscopio, notò una debole macchia.
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Il XLVI Congresso dell’Unione Astrofili Italiani44
Il XLVI Congresso dell’Unione Astrofili Italiani
Luigi Bignami
Il tradizionale incontro degli astrofili di tutta Italia si è tenuto a fine maggio nella stupenda cornice dell’Osservatorio Astronomico di TradateDal 24 al 26 maggio scorso, si è tenuto il 46° Congresso Nazionale dell’Unione Astrofili Italiani (UAI) presso la Fondazione Osservatorio Astronomico di Tradate “Messier 13” (FOAM13), immersa nel Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate, in provincia di Varese. Sono stati oltre duecento gli astrofili e gli astronomi che si sono avvicendati nelle varie sessioni che ci sono succedute nei tre giorni di lavori. Nell’occasione, si è tenuta anche l’Assemblea dei Soci UAI, durante la quale si sono svolte le operazioni di voto che hanno confermato l’avv. Mario Di Sora, direttore dell’Osservatorio Astronomico di Campo Catino (FR), come Presidente della UAI per il prossimo triennio. Durante il Congresso, è stato conferito allo scrittore e giornalista scientifico Piero Bianucci il premio “Gian Battista Lacchini”, che è il più importante riconoscimento che l’Unione Astrofili Italiani conferisce ad astronomi e astrofili di fama mondiale che si sono distinti nella divulgazione dell’astronomia, in ricordo del famoso astronomo faentino (1884-1967).
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La camera CCD SBIG ST-i48
La camera CCD SBIG ST-i
Federico Manzini
-La SBIG ha rappresentato il pioniere per eccellenza nel campo delle camere per autoguida, introducendo la sua prima ST-4 nel 1989. Nel tempo è continuata la tradizione SBIG di fornire soluzioni complete di alta qualità, e questa ST-i viene consegnata anche con una versione completa e funzionale del software CCDSoftV5 e di _ e Sky nella versione 5. Il software PlanetMaster per imaging ad alta risoluzione planetaria fornisce ai clienti un set potente e completo di strumenti. La suite dei software consegnati con la camera non solo supporta la ripresa di immagini planetarie e le funzionalità di autoguida della ST-i, ma include anche un planetario completo che permette il controllo della maggior parte dei telescopi commerciali. Questa stessa camera, con due pacchetti opzionali di SBIG, può divenire anche un’autoguida parallela o uno spettrografo. Ha caratteristiche assolutamente desiderabili per tutti gli astrofotografi con DSLR e pure con altre camere CCD.
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Montatura Celestron Advanced VX54
Montatura Celestron Advanced VX
Federico Manzini
-Celestron è una ditta storica presente sul mercato da tantissimi anni. Fu fondata negli Anni 60 da Tom Johnson che giunse a lanciare il marchio Celestron una decina di anni dopo, con l’annuncio della produzione in serie di telescopi che a quei tempi erano veramente performanti: strumenti in configurazione Schmidt-Cassegrain a prezzo abbastanza popolare. Tom Johnson vendette la sua ditta nel 1980 e da allora si sono succeduti diversi proprietari, ma Celestron non ha mai smesso la rincorsa a migliorarsi e a produrre innovazioni per il mercato astronomico. Nel 2005 l’azienda è stata acquistata da SW Technology Corporation (Delaware, USA), un’affiliata della Synta Technology Corp., fabbrica di ottiche con sede a Taiwan. Questo nuovo assetto sociale ha portato Celestron a espandere la sua presenza sui mercati mondiali con una produzione che ora non è più ferma ai telescopi SCT, ma spazia su ogni tipo di articolo che possa tornare utile all’astrofilo, dai riflettori agli oculari, dalle camere CCD alle montature per qualunque tipo di telescopio.