
Nuovo Orione nr. 252
Maggio 2013
In edicola dal 25 Aprile
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I pianeti impossibili di Kepler20
I pianeti impossibili di Kepler
Cesare Guaita
Molti esopianeti presentano caratteristiche assolutamente inaspettate. E alcuni di essi si trovano nella Fascia di Abitabilità della loro stellaLo scorso 7 gennaio, in occasione del 221° Congresso dell’American Astronomical Society (AAS), è stato comunicato che il satellite Kepler ha ormai scoperto 2740 KOI (Kuiper Object of Interest), ovvero probabili pianeti extrasolari, in orbita attorno a stelle diverse dal Sole. Il “metodo Kepler“ Kepler venne lanciato in un’orbita molto simile a quella terrestre il 5 marzo 2009, per una missione di controllo fotometrico di 250 mila stelle della costellazione del Cigno. Il concetto è che se il piano orbitale di un pianeta viene visto dalla Terra quasi di taglio, il pianeta transita davanti alla sua stella, provocandone una minuscola ma ben misurabile (almeno da Kepler) diminuzione di luce. Se questa diminuzione di luce si ripete periodicamente, significa che a produrla è stato proprio un pianeta.
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Quarant’anni di stazioni spaziali25
Quarant’anni di stazioni spaziali
Antonio Lo Campo
Nel maggio 1973, finita la “corsa alla Luna”, veniva messo in orbita lo Skylab, il primo avamposto americano nello spazioFive, four, three, two, one, zero...and we have a liftoff…the Skylab! …Lifted off the pad now, moving up…Skylab has cleared the tower!. Con queste parole il 14 maggio 1973 veniva accompagnata la partenza del primo laboratorio spaziale americano da Cape Canaveral: “E abbiamo il distacco, lo Skylab!, distacco dalla piattaforma adesso... Skylab ha superato la torre!”. Il razzo vettore era lo stesso delle spedizioni lunari Apollo, il cui programma si era concluso cinque mesi prima, ma solo per i primi due stadi; in cima ad esso, al posto dell’appuntito terminale dell’Apollo, c’era un grande cilindro nero con striature bianche: era lo Skylab, il “Laboratorio del Cielo”. Non era proprio il primo laboratorio spaziale della storia, infatti era partito prima il sovietico Saljut 1 (ne parleremo più avanti). Ma fu in qualche modo la prima “stazione spaziale”, poiché lo Skylab era piuttosto ampio e in grado di ospitare un equipaggio numericamente maggiore dei tre astronauti che accoglierà in seguito, purtroppo in sole tre missioni. Vediamo dunque di scorrere la storia, ormai quarantennale, di laboratori e stazioni spaziali, che è cronaca dell’astronautica di oggi e del prossimo futuro.
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Un’eclisse anulare agli antipodi30
Un’eclisse anulare agli antipodi
Walter Ferreri
Durante la notte tra il 9 e il 10 maggio la Luna eclisserà il Sole, un fenomeno che si potrà osservare dall’AustraliaDecisamente, il 2013 non è un grande anno di eclissi per l’Italia, mentre lo si può definire “medio” per il mondo grazie soprattutto all’eclisse totale di Sole del prossimo 3 novembre. In questo mese, a cavallo fra i giorni 9 e 10, si verifica un’eclisse anulare di Sole in una regione che non potrebbe essere più lontana dall’Italia. Risulta osservabile, infatti, dall’Australia, dalla Nuova Guinea, dalle isole Salomone e da una fascia fuori dalle terre emerse nell’Oceano Pacifico. Il percorso dell’eclisse La fascia dell’anularità inizia nella parte occidentale dell’Australia, dove il massimo dell’eclisse si manifesta al sorgere del Sole con una durata dell’anularità nell’ordine dei 3 minuti. L’ombra quasi totale della Luna si sposta quindi verso est e verso nord, andando a interessare le stesse zone dell’Australia che il 13 novembre del 2012 sono state testimoni dell’ultima eclisse totale di Sole. Alludiamo alla penisola di Capo York (Queensland) e alla Grande Barriera Corallina. Nel caso dell’eclisse totale dell’anno scorso, però, anziché verso nord, la fascia della totalità si spostava verso sud.
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Fotografare il profondo cielo con una DSLR32
Fotografare il profondo cielo con una DSLR
Michael A. Covington
Iniziare a praticare l’astrofotografia non è mai stato così facile come oggi!Non c’è dubbio che le reflex digitali singlelens (DSLR) siano le fotocamere più versatili oggi disponibili. Nessun altro apparecchio può permettere di riprendere i bambini alla festa di compleanno in giardino e di registrare lontane galassie con un telescopio e senza alcuna modifica. Le DSLR hanno veramente aperto la porta dell’imaging astronomico per chiunque abbia interesse alle riprese del cielo notturno. Diversi fattori rendono valida una reflex digitale per l’astronomia. Alcune fotocamere possono utilizzare gli stessi obiettivi delle macchine fotografiche della precedente generazione a pellicola in formato 35 mm e hanno sensori relativamente grandi rispetto alle fotocamere compatte. I più comuni sensori APS-C CMOS delle reflex digitali commerciali hanno dimensioni che corrispondono a circa il 65% delle pellicole da 35 mm, e sono paragonabili a quelli di molte camere CCD astronomiche di buona fascia. A differenza della pellicola, il sensore CMOS di una reflex non ha il “difetto di reciprocità” e non perde mai un fotone (beh, quasi mai …).
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Le foto della C/2011 L4 PanSTARRS36
Le foto della C/2011 L4 PanSTARRS
Emilio Vitaliano
Malgrado la luminosità minore del previsto e l’insistenza del maltempo, molti sono riusciti a riprendere la “Cometa di Pasqua”Gli antichi, con le loro conoscenze limitate e i loro falsi miti, pensavano che le comete fossero presagi di sventura. Questo perché qualcosa che appariva nel cielo e poi scompariva in tempi brevi era guardato con sospetto e ostilità. Da sempre, le fragilità umane spingono ad aver paura di ciò che non conosciamo. Da tempo sappiamo che le comete sono semplici “palle di neve sporca”, ma attendiamo con trepidazione i passaggi delle più luminose, per la loro spettacolarità. Quantomeno, sono impazienti gli astrofili appassionati. Purtroppo, però, nel caso del passaggio della cometa C/2011 L4, chiamata PanSTARRS (Panoramic Survey Telescope & Rapid Response System) in onore del telescopio che l’ha avvistata nel giugno 2011, la sfortuna ha comunque giocato un suo ruolo e ha parzialmente beffato chi la aspettava con ansia; infatti, il maltempo che ha colpito il nostro Paese nel mese di marzo non ha certo aiutato tutti noi nell’osservazione di uno degli spettacoli celesti più affascinanti.
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Elaborare le immagini di Hubble40
Elaborare le immagini di Hubble
Robert Gendler
Si possono realizzare dei capolavori esplorando le immagini conservate nell’Hubble Legacy Archive del Telescopio SpazialeRimanere sempre astrofotografi attivi può essere difficile. Possono capitare dei lunghi periodi in cui le condizioni meteorologiche o gli orari di lavoro non collaborano. Piuttosto che dimenticare il loro hobby, però, alcuni astrofili hanno trovato modi creativi per rimanere produttivi e sviluppare le loro competenze elaborative. L’Hubble Legacy Archive Un progetto interessante è l’esplorazione dell’Hubble Legacy Archive (HLA) che dà la possibilità di produrre delle belle immagini. L’HLA (http://hla.stsci.edu) è stato concepito nel maggio 2006 come un progetto congiunto dello Space Telescope Science Institute (STScI), la Space Telescope European Coordinating Facility (ST-ECF) e il Canadian Astronomy Data Centre (CADC). Il suo obiettivo primario è quello di trasformare il vecchio archivio delle osservazioni di Hubble in un archivio con interfaccia semplice, per la lettura e una pronta ricerca dei dati prodotti facilmente rintracciabili.
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Montatura iOptron iEQ4546
Montatura iOptron iEQ45
Walter Ferreri
-L’equipaggiamento che le ditte mettono a disposizione degli appassionati è in continua evoluzione; questi cambiamenti si hanno anche per le ditte del settore. Marchi molto noti nel passato come Mario Spada o Urania scompaiono e se ne trovano altri che erano del tutto sconosciuti anche solo pochi anni fa. Uno dei casi più eclatanti è la iOptron, una ditta praticamente sconosciuta in Italia fino al 2007-2008, benché le sue radici astronomiche risalgano in Cina agli Anni 90, quando questa ditta si occupava di sistemi di controllo per gli Osservatori. Tra i prodotti della iOptron, l’importatore TecnoSky di Felizzano (AL) ci ha inviato una nuova montatura equatoriale alla tedesca con sistema GoTo: la iEQ45, lanciata sul mercato dalla iOptron insieme a una “sorella minore”, la iEQ30.
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Astrografo TecnoSky 65 Flatfield Apo50
Astrografo TecnoSky 65 Flatfield Apo
Federico Manzini
-TecnoSky è una ditta nata dalla grande passione per l’astronomia del suo proprietario, Giuliano Monti, che ha iniziato a osservare il cielo stellato all’età di 13 anni con un piccolo newtoniano 114/900; da allora, ha continuato in questo meraviglioso hobby, provando e testando telescopi e dedicandosi all’astrofotografia, senza dimenticare che l’osservazione è il modo più diretto per avvicinarsi alle meraviglie del cielo. Nel tempo, ha scoperto che la meccanica era una sua altra grande passione; è stato così spinto a realizzare accessori difficilmente reperibili: dalle barre a coda di rondine, ai supporti micrometrici, alle stelle artificiali, a raccordi di tutti i tipi, e così via. Da questo ad aprire un negozio è stata una strada in discesa: da TecnoSky si trovano prodotti artigianali di precisione, ma anche telescopi, oculari, accessori di marche conosciute e altre meno note, e la volontà di offrire assistenza continua e consulenza da appassionato e praticante astrofilo.
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Cannocchiale polare per astroinseguitore Vixen56
Cannocchiale polare per astroinseguitore Vixen
Walter Ferreri
-La Vixen dà la possibilità di equipaggiare l’astroinseguitore Polarie (vedi la prova su Nuovo Orione n. 250, marzo 2012) con un cannocchiale polare opzionale. Si tratta di un accessorio molto ben realizzato, in cui spiccano le necessarie graduazioni per posizionare esattamente l’immagine della stella Polare, in modo da poter effettuare (secondo la Vixen) un allineamento con un errore inferiore ai 2’. Lo strumento Il cannocchiale polare ha complessivamente una lunghezza di 14,5 cm e un diametro massimo di 8 cm. La parte anteriore, quella che si inserisce all’interno del Polarie per sbucare dal lato opposto, è cromata in corrispondenza della porzione che rimane all’interno, mentre la rimanente è brunita. Il cannocchialino è un 6x20 con un campo reale di 8° e uno apparente di quasi 50°. All’interno c’è una graduazione molto fine, che indica dove posizionare esattamente l’immagine della stella Polare, con riferimenti dal 2005 al 2025. Un trapezio è invece il riferimento per l’emisfero australe; ai suoi vertici vanno posizionate quattro stelle dell’Ottante.