
Nuovo Orione nr. 248
Gennaio 2013
In edicola dal 27 Dicembre
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Una vita tra i telescopi di ieri, oggi e… domani34
Una vita tra i telescopi di ieri, oggi e… domani
Piero Bianucci
L’evoluzione degli strumenti astronomici amatoriali attraverso i ricordi di un inguaribile “guardone del cielo”Ho avuto il mio primo telescopio nel 1956. Da allora, non so quanti me ne sono passati per le mani. Sono stati quasi sessant’anni di evoluzione incredibile. Gli strumenti amatoriali di oggi costano meno e sono incomparabilmente migliori di quelli in circolazione negli Anni 50. Che cosa ci riserverà il futuro? Poiché i fattori biologici mi suggeriscono che difficilmente potrò vedere un altro sessantennio, prima di provare a guardare avanti darò uno sguardo retrospettivo. Incomincerò con il racconto del mio primo passo nell’avventura dell’ottica astronomica. Il primo passo Nel 1956 ci fu una di quelle “grandi opposizioni” di Marte che si verificano ogni quindici anni. La prossima sarà nel 2018, l’ultima, la migliore in assoluto su un periodo di sessantamila anni, è stata quella del 2003. L’opposizione del 1956 fu comunque una delle più favorevoli del Novecento. Avevo 11 anni e un solo libretto di astronomia, Stelle, edito da Vallardi, ma la passione per il cielo mi aveva già contagiato.
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Il cielo del 2013: l’anno delle comete?38
Il cielo del 2013: l’anno delle comete?
Tiziano Magni
I “fenomeni dell’anno” potrebbero essere due astri chiomati in avvicinamento, sperando che mantengano le promesse…Quali fenomeni celesti si potranno ammirare nel 2013? A questa domanda risponde esaurientemente il Diario Astronomico allegato a questo numero della rivista. Ma l’astronomia è una scienza che riserva più di una sorpresa, e spesso si scoprono nuovi oggetti o si identificano nuovi fenomeni quando le pubblicazioni preparate con largo anticipo, come il Diario, sono nelle ultime fasi di lavorazione, e non è possibile intervenire per modificarne i contenuti. Così, oltre a gettare uno sguardo sintetico al cielo del 2013 e approfondire alcuni dei principali fenomeni, queste pagine sono occasione per aggiornare l’elenco degli appuntamenti con le ultimissime novità astronomiche. Nota: tutti gli orari indicati sono espressi in Tempo Civile, ossia in ora solare o in ora estiva italiana, a seconda del giorno dell’anno.
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Il futuro dell’astrofotografia43
Il futuro dell’astrofotografia
Federico Manzini
L’evoluzione di strumenti e accessori per la ripresa digitale del cielo, dedicati ad astroimager sempre più esigentiSiamo abituati a concludere un anno tirando le somme di ciò che si è fatto e ottenuto con la propria strumentazione; ben più difficile per tutti è invece sapere che cosa ci attende per il nuovo anno: l’arte della “divinazione” non esiste, ancora meno in astronomia e in astrofotografia, dove l’evoluzione avviene per piccoli passi. Del resto, anche se tutti vedono giustamente l’introduzione del CCD come un fatto epocale, vi è da dire che è avvenuta proprio seguendo le regole dei “piccoli passi”, con un’evoluzione parallela delle dimensioni dei sensori, delle potenze dei PC e dei software di trattamento ed elaborazione delle immagini e comunque proiettata su più anni. Bisogna aggiungere che, se il mondo dell’astronomia entry level mostra innovazioni che rendono ormai facilissimo osservare qualunque oggetto celeste pur non conoscendo le costellazioni o la sua posizione, quello dell’astrofotografia o dell’amatore evoluto è molto più difficile da decifrare, perché forse più percorso da “mode” che prima o poi vengono abbandonate a seguito dell’introduzione di nuova tecnologia.
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La magia delle aurore polari46
La magia delle aurore polari
Lorenzo Comolli, Alessandro Gambaro, Alessandro Boletti
Che cosa sono, come si osservano, come si fotografano le spettacolari luci del nordLa prima volta che si osserva un’aurora polare, le nozioni scientifiche del fenomeno spariscono dalla mente e si rimane ipnotizzati dalla magia e dall’eleganza dei bagliori e di quei movimenti imprevedibili. Si può anche sapere che cosa sono e perché ci sono, ma ci si sorprende a fantasticare sulle forme e le sinuose movenze, e le segui con occhi increduli, ogni volta, cercando di indovinarne l’andamento e sperando che non finiscano mai. Gli antichi Vichinghi sostenevano che fossero i bagliori delle splendenti armature delle Valchirie sui cavalli alati… è difficile dar loro torto! Mitologia a parte, la suggestione dei luoghi e il senso di “trascendenza” del fenomeno rendono le aurore polari un fenomeno tanto bello quanto estremamente interessante da un punto di vista scientifico e che crediamo permetta ancora una volta di apprezzare la sorprendente bellezza e complessità del nostro pianeta. È proprio di fronte a queste meraviglie naturali che l’uomo ha cercato e spesso trovato le risposte per spiegare (in modo razionale) quello che agli occhi sembrava qualcosa di soprannaturale.
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L’Europa indagherà i segreti degli esopianeti con CHEOPS50
L’Europa indagherà i segreti degli esopianeti con CHEOPS
Antonio Lo Campo
Parte il progetto di una piccola grande missione ESA che sarà lanciata nel 2017 con un forte contributo italianoQuelli già catalogati sono circa 850 (al momento in cui scriviamo: il numero aumenta di settimana in settimana). Sono gli esopianeti, o “pianeti extrasolari”: con gli attuali strumenti ottici ne vengono scoperti ormai quasi ogni giorno. Il merito è soprattutto dei satelliti, come l’americano Kepler, oppure il francese CoRoT. Un programma ambizioso Ora anche gli scienziati italiani si mobilitano per andare a caccia di nuovi pianeti che orbitano attorno ad altre stelle: lo faranno con una nuova missione dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea), varata nelle scorse settimane e battezzata CHEOPS (CHaracterizing ExOPlanets Satellite), che avrà il compito di effettuare osservazioni assai precise di stelle attorno alle quali è già nota la presenza di pianeti o di cui ci sono forti indizi. L’obiettivo scientifico principale di CHEOPS, che verrà realizzata con importante contributo italiano dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e di centri di ricerca INAF, è di studiare la struttura e la densità di pianeti extrasolari con raggi che vanno da 1 a 6 volte quelli della Terra e con masse fino a 20 volte quella del nostro pianeta (le cosiddette Super-Terre).
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Quali nomi per pianeti, lune e crateri? 52
Quali nomi per pianeti, lune e crateri?
Rosaly Lopes
“Dare il nome a una cosa è per un uomo qualcosa di simile che crearla” (Percival Lowell)I nomi sono importanti: ci aiutano a classificare e a dare un senso al nostro mondo. Forse questo accade perché, fin dai primi giorni della civilizzazione, abbiamo sentito il bisogno di dare un nome alla città in cui viviamo, al lago in cui nuotiamo, o alla montagna che vediamo in lontananza. I nomi possono servire a rendere onore ad una persona importante, come il navigatore ed esploratore italiano Amerigo Vespucci, che ispirò il nome dei continenti americani. Altre volte, la vera storia di un nome è stata persa: per esempio, perdura un acceso dibattito sull’origine del nome del Kilimangiaro, la più alta montagna dell’Africa. Mentre i nomi delle strutture terrestri si sono evoluti durante migliaia di anni, l’esplorazione dello spazio ha introdotto una miriade di nuovi mondi in soli pochi decenni. La verità è che il problema della nomenclatura dei nuovi mondi non è mai stato più complicato. Come dobbiamo chiamare lune e anelli appena scoperti? Come dobbiamo chiamare i crateri di Marte o i vulcani di Io? Inoltre, cosa ancora più importante, chi deve decidere?
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Osserviamo i pianeti con gli Schmidt-Cassegrain58
Osserviamo i pianeti con gli Schmidt-Cassegrain
Piergiovanni Salimbeni
Non pensiamo solo alle riprese digitali! Ecco accessori, trucchi e suggerimenti per l’osservazione visuale dei pianeti con i telescopi a ottica mistaMolti appassionati, amanti della cosiddetta “alta risoluzione”, fanno uso delle camere CCD e di programmi specifici, ottenendo delle immagini planetarie che nulla hanno da invidiare a quelle prodotte, solo pochi anni or sono, dagli osservatori astronomici professionali. Per tale motivo, parrebbe alquanto anacronistico proporre sulle pagine di questa rivista un invito alla mera osservazione planetaria. Tuttavia, l’osservazione visuale è l’unico vero connubio con il cielo stellato. È affascinante scrutare ciò che pare una stella luminosa e poi, accostando l’occhio all’oculare, ammirare un mondo alieno. Peccato che, lato poetico a parte, tale disciplina richieda un po’ di applicazione. Di fatto, non basta guardare fugacemente nell’oculare ma ci si deve applicare, con costanza e tecnica, facendo uso di accessori astronomici specifici. Gli Schmidt-Cassegrain sono in grado di soddisfare anche gli osservatori planetari più esigenti. È utile, però, prendere in considerazione alcuni suggerimenti che valgono per la maggior parte di questi strumenti attualmente in commercio.
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Uno strumento virtuale per gli osservatori della Luna62
Uno strumento virtuale per gli osservatori della Luna
Charles A. Wood
Eseguire misurazioni topografiche della superficie lunare con pochi click aggiunge un “tocco scientifico” alle vostre osservazioni.La maggior parte dei lettori ha familiarità con le fenomenali immagini ad alta risoluzione acquisite dalla sonda Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) della NASA. Le più note sono le sue riprese ravvicinate della regolite smossa dagli astronauti delle missioni Apollo che camminavano o guidavano delle rover sulla superficie lunare (sono state pubblicate nella rubrica “Cronache spaziali”, Ndr). Ma l’utilità di queste immagini non si limita alla loro spettacolarità: le riprese di LRO e i dati topografici lunari sono stati combinati insieme in nuovi e interessanti strumenti, che possono aiutare a capire ciò che si osserva all’oculare. Il team scientifico che gestisce le camere di ripresa su LRO ha creato la ACT-REACT Quick Map, un mosaico lunare globale che rende facile accedere a qualsiasi parte della superficie della Luna. La Quick Map si apre con una visione globale e permette una visualizzazione ingrandita della mappa che consente di ingrandire fino a 100 m di risoluzione: circa da 10 a 20 volte meglio della migliore osservazione ottenuta con uno dei nostri telescopi.
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La camera CCD Celestron Nightscape66
La camera CCD Celestron Nightscape
Federico Manzini
-Celestron ha investito molto, nonostante la crisi mondiale che sta colpendo anche il mercato astronomico; ultimamente è presente in una direzione di mercato che finora non l’ha vista come attore principale: l’imaging CCD. Recentemente è stata lanciata una nuova camera per riprese planetarie, la NexImage5. La camera oggetto di questo test è invece chiamata Nightscape (si potrebbe tradurne il nome come “Panorama Notturno”), è dedicata a un uso specifico per riprese di oggetti di profondo cielo e ben si adatta ai telescopi aplanatici Edge HD della stessa Celestron. La sua forma è stata studiata per contenerne le dimensioni e fornire la minima ostruzione per poterla posizionare sugli strumenti SC di questa Casa che adottano anche il sistema Fastar, grazie al quale sono operativi con un rapporto focale f/2.