
Nuovo Orione nr. 245
Ottobre 2012
In edicola dal 27 Settembre
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Geoptik CCD Cooling Fan60
Geoptik CCD Cooling Fan
Federico Manzini
-Geoptik è un nome ben conosciuto: è quello di un’azienda che ha sede a San Giovanni Lupatoto, proprio nella culla del “saper produrre”, in provincia di Verona. I suoi prodotti spaziano dai telescopi ai microscopi, dagli accessori ottici a quelli meccanici; sono sempre stato colpito dall’ottima qualità di questi ultimi che si presentano con un’anodizzazione eccellente e un accoppiamento meccanico ben studiato. Chi ha bisogno di anelli, slitte, sagome e flange dovrà solo fare una visita all’indirizzo www.geoptik.com, dove troverà di che soddisfarsi.
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Officina Stellare Veloce RH-20063
Officina Stellare Veloce RH-200
Federico Manzini
-Chi non ha mai sentito parlare di Officina Stellare alzi la mano. Ben pochi in Italia potrebbero fare questo gesto, perché i prodotti speciali costruiti appunto da questa ditta italiana hanno fatto il giro del mondo, partendo proprio da “casa nostra”. L’azienda (www.officinastellare.com) è nata dalle esperienze di anni di lavoro di A&M e di Astrotech Engineering, per arrivare a produrre telescopi “capolavoro”, appositamente costruiti per catturare l’attenzione di chi è astrofotografo ad alti livelli e cerca prestazioni ottiche e meccaniche degne di merito; per indicazione della stessa Officina Stellare, i suoi prodotti sono addirittura indirizzati a chi è “astrofotografo professionista”. Il nome di questa azienda è stato tradotto in inglese come Workshop of the Stars e, navigando su Internet, ne ho trovato traccia addirittura in Australia, in Sud-America, in Nuova Zelanda, in Finlandia e su quasi tutti i forum astronomici. Officina Stellare è un nome che sicuramente fa sognare gli astrofili di tutti i continenti!
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Osservare le eclissi stellari46
Osservare le eclissi stellari
Giuseppe Marino
Tanti astrofili italiani forniscono il loro contributo alla ricerca astrofisica nel campo delle binarie a eclisse: bastano un telescopio e una camera CCD“Con una CCD (o addirittura una semplice reflex digitale) basta fotografare in sequenza, per un paio d’ore, una stella binaria a eclisse per poter firmare una pubblicazione professionale.” Ma è possibile che sia così semplice? In realtà, in ogni parola della precedente affermazione sono impliciti dei “precetti” tecnici, ma nulla di trascendentale, per chi già usa una camera CCD. Tanto più che, registrandosi alla mailing list della Sezione Stelle Variabili della UAI (Unione Astrofili Italiani), si verrà a contatto con degli esperti, sempre prodighi di consigli.
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Il Battery Grip a servizio dell’astrofotografo51
Il Battery Grip a servizio dell’astrofotografo
Cristiano Tuffanelli
Un comodo accessorio per migliorare e snellire l’attrezzatura: risolve vari problemi e ha molte applicazioni interessantiLe moderne tecniche astrofotografiche sono orientate ormai da anni verso l’utilizzo di sensori digitali. La supremazia in questo campo delle camere CCD raffreddate è quanto mai consolidata, almeno per il momento; ma i costi di queste camere, soprattutto se con sensori dal generoso formato, sono ancora molto elevati. L’astrofotografia con le DSLR Una valida alternativa ai CCD, almeno in termini di dimensioni del sensore, rimangono le reflex digitali (DSLR). Queste fotocamere, con i loro relativamente grandi sensori CMOS e l’ormai contenuto rumore termico, si prestano a questa disciplina fotografica a costi decisamente inferiori a quelli delle camere CCD. Ai fini pratici, adottati i necessari accorgimenti, l’acquisizione delle immagini avviene sempre allo stesso modo, sia per le camere CCD che per le DSLR. Ovvero, occorre scattare molte pose dello stesso oggetto, poiché il rapporto segnale/rumore aumenta con la radice quadrata del numero di pose. Infine, occorre acquisire gli scatti di calibrazione (dark, flat e bias se necessario) per ottenere immagini prive dei segnali indesiderati.
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Esaltare il contrasto delle immagini con i “Livelli”54
Esaltare il contrasto delle immagini con i “Livelli”
R. Jay GaBany
Vediamo come è possibile estrarre i dettagli più deboli dalle proprie riprese, attraverso un potente strumento di Photoshop.La qualità delle immagini di cielo profondo è in continuo miglioramento, e questo per certi versi può essere considerato un problema per gli astrofotografi: a causa del gran numero di belle immagini da guardare, il pubblico dedica purtroppo solo pochi secondi a ciascuna immagine, a meno che essa non ne catturi l’attenzione, coinvolgendolo, e gli fornisca un motivo per soffermarsi. Per catturare l’attenzione delle persone, servono tre ingredienti essenziali: il colore, la luminosità e il contrasto. Spesso questi tre fattori tendono a sovrapporsi: la chiave che permette all’astrofotografo di ottenere immagini di grande impatto consiste nel saper gestire accuratamente la mescolanza dei tre fattori. Dei tre, il contrasto è probabilmente il più importante, perché riguarda la capacità dell’osservatore di distinguere tra un oggetto e ciò che lo circonda: questo perché l’occhio umano è molto più sensibile alle variazioni di contrasto che a quelle di luminanza.
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Un bolide sulla Sicilia illumina una notte d’estate58
Un bolide sulla Sicilia illumina una notte d’estate
Diego Valeri
Un fenomeno spettacolare e del tutto “sporadico”, avvenuto il 12 luglio 2012, ricostruito con il contributo di molti astrofiliIl 12 luglio 2012 alle 23:26:22±1 TU (01:23 TL) un bolide spettacolare, come intensità luminosa, dominanti cromatiche e persistenza della scia, è transitato sopra i cieli della Sicilia settentrionale, illuminando a giorno il paesaggio circostante, con un flare di circa 0,2 s. Come il chiarore del mattino In particolare, la meteora_ ha generato un flare, in luce bianco-blu, che secondo alcune descrizioni è stato paragonabile al chiarore del cielo presente alle ore_08:00 del mattino! Dalle prime analisi sulla_ registrazione video, realizzata a Ferrara, l’oggetto avrebbe raggiunto la magnitudine apparente di -10,4±0,5, all’orizzonte,_valore ottenuto correggendo per l’assorbimento atmosferico e la rifrazione,_partendo da quello di -5,4±0,3. Pertanto, la magnitudine_ zenitale, cioè la luminosità che la meteora avrebbe avuto se fosse transitata a 100 km di quota, allo zenit dell’osservatore, risulta essere di_ -15,6±0,4 (valore conseguito analizzando la curva di luce, tramite software). Tutti i calcoli ottenuti sono preliminari, in quanto ricavati da una singola ripresa video e da osservazioni visuali, che sono dipendenti da incertezze legate alle posizioni fornite (> 20° di errore medio).
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Telescopi in remoto per tutti con Skylive40
Telescopi in remoto per tutti con Skylive
Giorgio Bianciardi
Tutto il cielo in diretta dall’Italia e dall’Australia a casa propria, dal PC o con l’iPhoneAvere un telescopio vero a portata di click con cui fotografare a proprio piacimento è un sogno di molti astrofili. Nessun bisogno di andare a cercare cieli bui, ma costringere il cielo a venire a casa propria! Questo sogno si realizza con il progetto Skylive, che però non è un singolo telescopio, bensì una serie di telescopi, tutti a disposizione, gratuitamente o a prezzi da 10 a 100 (!) volte più bassi di quelli che si trovano in giro per il mondo… di Internet. Il Progetto Skylive è nato nell’anno 2000 per iniziativa di Ivan Bellia, attuale Presidente dell’Associazione, grazie a un telescopio e una piccola webcam installati in Sicilia, sui versanti dell’ Etna. La ripresa dell’attività vulcanica dopo pochi anni ha costretto a cambiare collocazione,fino a ottenere la messa in opera di quattro telescopi remoti, prima a Pedara, vicino a Catania, e quindi in altri siti, fino a raggiungere l’attuale distribuzione sull’intera penisola italiana.
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A spasso sul Pianeta Rosso con Curiosity42
A spasso sul Pianeta Rosso con Curiosity
Antonio Lo Campo
È in pieno svolgimento l’esplorazione di Marte da parte del rover della NASA atterrato ad agosto, alla ricerca di molte risposte e di tante altre domandeErano stati definiti i “sette minuti di terrore”. Forse in modo esagerato, ma c’era persino un video della NASA che portava lo stesso titolo, con un gran numero di visualizzazioni sul web. Ma alla fine del suo lungo viaggio Terra- Marte, il rover Curiosity ce l’ha fatta, atterrando su Marte lo scorso 6 agosto (in Italia erano le 7.32), dopo aver vinto una delle sfide più audaci finora affrontate nella storia dell’astronautica. Quei sette minuti, dall’entrata nell’atmosfera marziana fino all’atterraggio su Marte, hanno rappresentato una prima assoluta e un grande rischio. Ora il nuovo rover della NASA, pesante 900 kg e costato 2,5 miliardi di dollari, è in marcia sul Pianeta Rosso, dopo il perfetto atterraggio da batticuore in quella straordinaria conca rappresentata dall’ex lago essiccato, il Cratere Gale. Ha iniziato la sua esplorazione, e continua a inviare dati e immagini. Molte, e tutte suggestive. Ripercorriamo le tappe, da quei sette minuti fino ai primi giorni di lavoro.
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È morto Neil Armstrong, il primo uomo sulla Luna31
È morto Neil Armstrong, il primo uomo sulla Luna
Piero Bianucci
“La prossima volta che in una notte serena vedrete la Luna, volgete un pensiero a Neil…”È morto Neil Armstrong, il primo uomo che abbia camminato sulla Luna. Se n’è andato in seguito a un intervento al cuore per un triplice bypass. Aveva 82 anni. “Questo è un piccolo passo per un uomo ma un grande balzo per l’umanità” è la frase che pronunciò il 21 luglio 1969 scendendo l’ultimo gradino della scaletta del Modulo Lunare della missione Apollo 11. Con Armstrong scompare un pezzo di storia, il più famoso degli astronauti, il più mitico. Dei tre gloriosi esploratori dell’Apollo 11 rimangono Edwin Aldrin, sbarcato dopo di lui, e Michael Collins, che rimase in orbita lunare ad attendere il ritorno dei compagni. Armstrong era nato il 5 agosto 1930 in una fattoria presso Wakaponeta, nell’Ohio. Laureato in ingegneria, aveva compiuto 78 missioni come pilota della Marina americana durante la guerra in Corea. Fu poi pilota collaudatore alla base californiana di Edwards, dove aveva volato con il mitico aerorazzo X-15, che raggiungeva i 6000 km/h e i 70 mila metri di quota.
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L’astrofisico Giovanni F. Bignami al Raduno degli Astrofili32
L’astrofisico Giovanni F. Bignami al Raduno degli Astrofili
Il Presidente dell’INAF è il vincitore del Premio le Stelle, che gli sarà consegnato il 20 ottobre a Ponte in ValtellinaGiovanni Fabrizio Bignami, autore di importanti scoperte in campo astrofisico e di libri divulgativi di successo, è il vincitore della prima edizione del Premio “le Stelle”. La consegna del riconoscimento – un’opera d’arte dello scultore valtellinese Daniele Pigoni – avverrà il 20 ottobre a Ponte in Valtellina (SO), nella cornice del secondo Raduno degli Astrofili (19-21 ottobre) organizzato dalle riviste “Nuovo Orione” e “le Stelle”. Ricordiamo il programma del Raduno, organizzato in collaborazione con l’Associazione Astrofili Valtellinesi (AAV) e l’Amministrazione Comunale di Ponte in Valtellina (SO) e rivolto a tutti gli amanti del cielo, che potranno osservare con i loro strumenti nel Piazzale delle Osservazioni, uno spazio protetto e attrezzato nel Campo Sportivo del paese, intorno al quale saranno spente tutte le luci.
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Nel deserto cileno ad ascoltare l’Universo con ALMA35
Nel deserto cileno ad ascoltare l’Universo con ALMA
Massimiliano Razzano
Sarà il più grande Osservatorio del pianeta e scruterà i cieli da Atacama alle lunghezze d’onda millimetriche e sub millimetricheNel deserto regna il silenzio. Chi c’è stato non dimentica facilmente quell’atmosfera. L’unico suono è il sibilo del vento, che rende il panorama ancora più surreale. Poi, quando scende la notte, un buio assoluto che inghiotte ogni cosa, lasciandoci soli con il cielo stellato. È questa l’atmosfera che regna nel deserto cileno di Atacama, dove si trova l’Atacama Large Millimeter/Submillimeter Array (ALMA), che diventerà presto il più grande Osservatorio di tutto il pianeta. Costruito sull’altipiano del Chajnantor ad oltre 5000 metri di altezza, ALMA verrà completato nel 2013, anno in cui inizierà a osservare il cosmo alle lunghezze d’onda millimetriche e submillimetriche. Forse sarebbe meglio dire “ascoltare”, poiché ALMA non utilizza telescopi tradizionali: per osservare il cosmo a quelle lunghezze d’onda, sono infatti necessari i radiotelescopi.