
Nuovo Orione nr. 244
Settembre 2012
In edicola dal 30 Agosto
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Il transito di Venere sul “Sole di mezzanotte”44
Il transito di Venere sul “Sole di mezzanotte”
Paolo Bardelli, Cesare Guaita, Giuseppe Palumbo, Danilo Roncato
Durante un’avventurosa spedizione oltre il Circolo Polare, un gruppo di astrofili è riuscito a osservare tutto lo spettacolare fenomenoIl prossimo transito di Venere avverrà a partire dalle 23.58 TU dell’11 dicembre 2117, quindi in condizioni di visibilità altrettanto sfavorevoli di quelle dello scorso 6 giugno. Non era quindi il caso di aspettare altri 105 anni... Bisognava sfruttare al massimo questa occasione. Per misurare l’Unità Astronomica Una possibilità era quella di recarsi in qualche regione dove il fenomeno (che iniziava alle 22.10 TU) si verificasse completamente in pieno giorno (Cina, Estremo Oriente, Australia orientale, Canada settentrionale). Un’altra possibilità era quella di recarsi in un luogo dove, semplicemente... il Sole non tramonta mai. Questa situazione si verifica al di là del Circolo Polare Artico (66°32’35” N), a partire da fine maggio. Da qui l’idea del GAT (Gruppo Astronomico Tradatese) messa a punto con gli amici del CACB (Circolo Astrofili di Cinisello Balsamo): recarsi nella Lapponia finlandese al di là di Rovaniemi, dove passa il Circolo Polare.
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Tutte le volte che è già finito il mondo52
Tutte le volte che è già finito il mondo
Giuseppe Palumbo
In attesa del dicembre 2012, cioè dell’ennesima e catastrofica fine del mondo, ricordiamo quelle precedenti, mentre è già pronta perfino la... successiva!Nella storia del genere umano vi sono periodicamente dei momenti in cui si aspetta la catastrofe cosmica, la distruzione finale, in grado di distruggere la Terra, l’uomo e tutte le altre forme di vita esistenti sul nostro pianeta. Fini del mondo per tutti i gusti Ogni epoca, ogni periodo ha il momento di attesa dell’Apocalisse. Negli anni della Guerra Fredda, nella seconda metà del secolo scorso, mentre era anche in atto la “gara spaziale” tra USA e URSS, la paura del comunismo generò l’incubo degli extraterrestri, specialmente marziani, dato che Marte è il “Pianeta Rosso” per eccellenza. Poi, dopo la crisi dei missili di Cuba, per alcuni decenni, il terrore della fine fu generato dalla minaccia di un conflitto nucleare. Tra gli eventi ritenuti capaci di estinguere l’uomo e distruggere il nostro pianeta, ricordiamo i terremoti, i diluvi universali, le comete, i disastri ecologici, le eruzioni vulcaniche, i virus letali. Tutti temi ampiamente trattati dalla pubblicistica e da tanti film catastrofisti, che hanno alimentato e cavalcato queste paure.
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L’opposizione di Urano55
L’opposizione di Urano
Walter Ferreri
In questo mese si presentano le condizioni migliori per osservare il debole e lontano pianeta scoperto da HerschelUrano viene a trovarsi in opposizione al Sole ogni anno con un ritardo di pochi giorni, a causa del suo lento moto orbitale. Nel 2011 l’opposizione fu il 26 settembre, quest’anno si verifica il giorno 29, alle ore 9 di Tempo Legale Estivo. Le sue coordinate all’opposizione (AR 0h25m; Dec. +1°54’) lo collocano nella costellazione dei Pesci, ma assai prossimo al confine con la Balena. Nel giorno dell’opposizione dista da noi 19,061 Unità Astronomiche, ovvero la bellezza di 2,85 miliardi di km, ed è di magnitudine 5,7. Scoperto per caso Il fatto che Urano sia in opposizione non è certo un avvenimento eclatante; oltretutto, per un pianeta così lontano, il fatto che sia in opposizione o meno cambia ben poco della sua visibilità.
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Come eliminare le immagini fantasma sul CCD58
Come eliminare le immagini fantasma sul CCD
Richard Crisp
Comprendere pienamente come funziona il vostro sensore digitale e quali sono i suoi difetti vi aiuterà a creare immagini miglioriLe camere CCD con grandi sensori di livello scientifico offrono opportunità di ripresa senza precedenti agli astrofotografi. Ma questi sensori presentano anche “sfide” che devono essere considerate con attenzione, se vogliamo sfruttare appieno il loro potenziale. Una di queste sfide coinvolge un fenomeno conosciuto come “immagine residua di fondo”, o RBI (Residual Bulk Image), che si potrebbe denominare semplicemente “immagine fantasma”. Una RBI può degradare una fotografia normalmente bella di una nebulosa o di una galassia, ma ha anche delle conseguenze più insidiose. Non è raro che anche astrofotografi avanzati restino imbrogliati da una RBI e pensino di aver scoperto una nova o una nebulosa non catalogata. Anche quando non lascia un artefatto visibile sull’immagine, la RBI può compromettere i dati registrati con una camera CCD.
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Oculari Explore Scientific62
Oculari Explore Scientific
Walter Ferreri
--A forza di dire che i cinesi stanno migliorando la qualità dei loro prodotti, si diventa noiosi, eppure è proprio questa la prima constatazione che scaturisce dall’esame di questi oculari. La costruzione si presenta impeccabile, a tal punto che se sul barilotto fosse inciso il nome di uno dei marchi più prestigiosi, credo che nessuno avrebbe nulla da obiettare. Gli oculari che abbiamo ricevuto dalla ditta Skypoint di Campoformido (UD) sono sei; di essi tre hanno il barilotto da 31,8 mm (1 pollice e 1/4) e tre, da 50,8 mm (2 pollici). La caratteristica saliente che li accomuna, oltre all’accuratezza di costruzione, è l’enorme campo di 70°. Aprendo la scatoletta di cartone, si trova un contenitore molto protettivo in plastica trasparente, esattamente come quelli utilizzati dalla Meade. Dopo un’ulteriore sacchetto in plastica, abbiamo finalmente tra le mani gli oculari. Questi hanno tappi in plastica nera, con quello posteriore (il lato al quale si accosta l’occhio) semirigido e impreziosito da un fregio. Il tipo di costruzione richiama alla mente gli oculari Tele-Vue, ai quali evidentemente i cinesi si sono ispirati.
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Alla scoperta del cielo settentrionale36
Alla scoperta del cielo settentrionale
David A. Rodger
Se trascurate di osservare verso nord, in quanto ritenete che questa sia una regione di cielo di scarso interesse, perdete un’occasioneDal cortile della mia casa di città ho un panorama meraviglioso, quasi da est a ovest. Ma c’è un problema. Il panorama è centrato a nord. Non posso vedere nulla tra lo zenit e l’orizzonte sud, poiché la mia casa è situata lungo una strada. Ma risparmiatemi la vostra benevolenza. Facendo di necessità virtù, ho imparato ad apprezzare il cielo settentrionale, ingiustamente ritenuto di scarso interesse. Innanzi tutto, a dispetto della sua modestia, il nord ha diversi asterismi di stelle circumpolari che sono sempre là, rendendone più facile l’individuazione. La “W” di Cassiopea, il Grande Carro dell’Orsa Maggiore, la “Y” rovesciata di Perseo e la stella Polare nel centro sono notevoli punti di riferimento, soprattutto nell’inquinamento luminoso della mia città di North Vancouver, nella Columbia Britannica (Canada). Indubbiamente, le altre costellazioni prossime al polo celeste nord sono piuttosto deboli, se osservate a occhio nudo. Ma tra di esse vi sono centinaia di ammassi stellari, stelle doppie, nebulose planetarie e galassie. Naturalmente, vi sono oggetti simili a quelli presenti negli altri tre quarti di cielo. Ma quelli non sono accessibili ogni notte dell’anno.
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Il rifrattore apo Takahashi TOA-15064
Il rifrattore apo Takahashi TOA-150
Lorenzo Comolli
--Quando si dice Takahashi, viene subito in mente la qualità ai massimi livelli mondiali del produttore giapponese. Quindi, recensire uno strumento come il rifrattore apocromatico TOA-150 risulta una impresa ardua e al tempo stesso piacevole. Takahashi produce una vasta gamma di prodotti, dalle montature ai telescopi a specchi, senza dimenticare gli oculari. Tuttavia, la sua produzione più nota e famosa riguarda proprio i telescopi apocromatici, in cui è sempre stata un punto di riferimento. La serie dei telescopi TOA è l’ultima evoluzione del progetto ottico dei suoi apocromatici. Il TOA-150 è in commercio dal 2005 e sostituisce il precedente modello FS-152, che impiegava un doppietto con una lente in fluorite. Avendo potuto osservare e fotografare sia in un FS-152 (dell’amico Giosuè Ghioldi) che in questo TOA-150, posso senza dubbio confermare che Takahashi si è ancora superata, migliorando ulteriormente una categoria di prodotto già al top. La sigla TOA sta per Triplet Ortho Apochromat, ovvero tripletto orto apocromatico; il significato è semplice: si tratta di tre lenti (triplet) che producono un risultato visualmente perfetto (ortho) e senza colori spuri (apochromat). Vedremo nel test che questa definizione non è esagerata.
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Giuseppe Piazzi, dalla Valtellina a Cerere48
Giuseppe Piazzi, dalla Valtellina a Cerere
Walter Ferreri
In attesa del Raduno degli Astrofili a Ponte in Valtellina, ripercorriamo la vita e l’attività dello scopritore del primo asteroideNel mondo astronomico e tra gli appassionati di astronomia, il nome di Giuseppe Piazzi è associato a quello di Cerere, il primo asteroide a essere stato scoperto. Questo aspetto è certamente corretto, ma l’attività astronomica di Piazzi va molto al di là di questa celebre scoperta. Vediamo di ripercorrerla, con un breve cenno biografico. Il lungo viaggio fino a Palermo Giuseppe Piazzi nacque a Ponte in Valtellina, in provincia di Sondrio, il 16 luglio 1746 da Bernardo Piazzi e Francesca d’Artaria, da famiglia agiata. Dopo aver compiuto gli studi elementari, continuò a spostarsi di città in città, seguendo gli insegnamenti di molti maestri, anche illustri. Nel 1757 iniziò la carriera ecclesiastica. Frequentò così il seminario di Como, il collegio Calchi e la scuola di Brera a Milano. Si spostò quindi a Torino, dove prese lezioni da Padre Giovanni Beccaria (1716-1781), il fondatore (nel 1759) dell’Osservatorio di Torino.
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Davide Dal Prato, come si realizza un sogno41
Davide Dal Prato, come si realizza un sogno
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A colloquio con il direttore della Torre solare di Brembate di Sopra, sede di un Centro Assistenza Astrofili di Nuovo OrioneAbbiamo intervistato Davide Dal Prato, per conoscere attraverso quali passi e quali conquiste è riuscito a realizzare tutti i suoi sogni. Che poi sono quelli di ogni astrofilo... Come è avvenuto il tuo incontro con l’astronomia? Il mio primo contatto con l’astronomia è avvenuto quando avevo sei anni, giusto all’inizio della prima elementare. Ricordo che stavano trasmettendo alla televisione un documentario sulle stelle, nel quale si vedeva un ragazzino che dall’esterno dell’osservatorio di Monte Palomar guardava la cupola mentre si apriva al tramonto, lasciando intravvedere il telescopio da 5 metri: fu una folgorazione istantanea, e lo sbarco sulla Luna dell’anno successivo fece il resto. Iniziai a leggere qualunque cosa riguardasse l’astronomia, alimentando una passione fortissima, che esordì nell’osservazione del cielo con un vecchio binocolo 12x50 di mio padre.