
Nuovo Orione nr. 234
Novembre 2011
In edicola dal 27 Ottobre
-
Montatura Avalon Linear Fast Reverse62
Montatura Avalon Linear Fast Reverse
Federico Manzini
-Avalon! Che cosa ricorda questo nome? Favole degli anni d’infanzia e momenti felici davanti a un film della Disney. Quando ho visto la montatura prodotta dalla Dal Sasso Srl (commercializzata da Unitron Italia Instruments), devo proprio dire che mi sono trovato nelle stesse condizioni di quando facevo la fila al botteghino per entrare al cinema; ho atteso la notte per poterla usare, proprio come quando attendevo l’inizio di un film. La Dal Sasso è una ditta italiana che ha sede nei pressi di Latina, con una esperienza più che trentennale nella meccanica di precisione e nella innovazione delle scelte costruttive (vedi l’intervista a Luciano Dal Sasso di Plinio Camaiti, Nuovo Orione n. 230, luglio 2011) Si tratta di una montatura innovativa: viene commercializzata con marchio Avalon Instruments (www.avalon-instruments. com) e si colloca nella fascia delle montature medie, con portata attorno ai 20-25 kg per un uso fotografico e visuale. Il progetto della montatura, il cui nome commerciale è Linear Fast Reverse, è nato dalla passione per l’astronomia e la meccanica dello stesso Luciano Dal Sasso, con l’aggiunta di più di 15 anni di esperienza diretta.
-
Tutti a caccia del fantasma di Mirach!52
Tutti a caccia del fantasma di Mirach!
Massimiliano Razzano
Una galassia si nasconde nella luce di una brillante stella di Andromeda. Ma recenti osservazioni dallo spazio hanno svelato il vero volto di questo misterioso oggettoSembra una storia dell’orrore, piuttosto che una nuova scoperta scientifica. Eppure, tra le molte curiosità del cielo, fra nebulose dai nomi bizzarri, c’è anche un “fantasma”. Si tratta di una debole galassia osservabile vicino a Mirach, la seconda stella più brillante della costellazione di Andromeda. Immersa nella luce della stella, la galassia è visibile con difficoltà e perciò viene spesso chiamata “il Fantasma di Mirach”. Osservando nell’ultravioletto NGC 404, come si chiama in realtà questo “fantasma” galattico, il telescopio orbitante GALEX ha mostrato che la galassia è circondata da un anello di giovani stelle. Altro che fantasma: NGC 404 sembra viva e vegeta!
-
Telescopio RP Astro Dobson NGC 12”58
Telescopio RP Astro Dobson NGC 12”
Walter Ferreri
-Chi sceglie un telescopio di tipo Dobson, ovvero un newtoniano con montatura altazimutale ridotta all’osso, lo fa essenzialmente per due motivi: per disporre dell’apertura più grande possibile con la minima spesa o per avere uno strumento trasportabile di grosso diametro. Questo tipo di telescopio nacque non solo all’insegna del risparmio, ma soprattutto in vista dell’autocostruzione. E così i Dobson che si vedevano in giro avevano per lo più montature in legno, per via del risparmio, con un’estetica che lasciava spesso a desiderare. Ma la strada imboccata era quella giusta: grande apertura con spesa, ingombro e peso ridotti. Per questo, molte ditte, soprattutto negli Stati Uniti, ne hanno iniziato la produzione commerciale, migliorandone l’estetica. Tra queste ditte, vi è anche l’italiana RP Astro, che si è prodigata nello studio di un progetto dal quale far scaturire uno strumento il più leggero possibile ed esteticamente gradevole.
-
Riemerge dalle polveri il Repsold-Merz di Schiaparelli44
Riemerge dalle polveri il Repsold-Merz di Schiaparelli
Nello Paolucci
È quasi completato il restauro funzionale del grande telescopio equatoriale che alla fine dell’800 rese l’Osservatorio di Brera uno dei più avanzati al mondo.Sulla spinta dei grandi successi che aveva ottenuto l’astronomo Giovanni Schiaparelli nello studio di Marte, osservando il pianeta da Milano con il telescopio Merz da 22 cm, nel 1878 fu deciso di acquistare per l’Osservatorio di Brera un nuovo e più potente telescopio. Le specifiche richiedevano un obiettivo di circa 50 cm e una lunghezza focale di almeno 7,50 metri. Non essendo disponibile in Italia la tecnologia per realizzare uno strumento di tali dimensioni (un progetto preparato dalla Filotecnica di Angelo Salmoiraghi si era dimostrato inadeguato), ci si rivolse alle ditte Repsold e Merz in Germania. L’ingente investimento necessario per questa impresa, pari a 250 mila lire d’oro (equivalenti a qualche milione di euro di oggi), fu approvato dal Parlamento, sotto la spinta di Quintino Sella, malgrado le difficoltà economiche del nostro Paese all’indomani dell’Unità. Ma questo sforzo diede a Brera un gioiello della tecnica, che lo rese a quel tempo uno dei più avanzati Osservatori del mondo.
-
Autocostruire un semplice astroinseguitore a cerniera49
Autocostruire un semplice astroinseguitore a cerniera
Gary Seronik
Presentiamo un supporto che chiunque è in grado di realizzare, anche se non ha mai fatto nulla di più complicato che montare un mobile dell’IKEACi credereste che la fotografia d’apertura di questo articolo è stata ottenuta con una fotocamera montata su un supporto che è costato meno di 10 euro, ha richiesto meno di una serata per essere assemblato e non richiede batterie? Eppure, è così. Vediamo allora di conoscere meglio l’”astroinseguitore a cerniera”. Probabilmente, la maggior parte dei lettori di Nuovo Orione possiede una fotocamera reflex digitale e ritiene che con questo strumento si possa fare ben poco in astrofotografia. Ma una fotocamera è solo una parte di ciò che occorre. A meno che non siate interessati solo alla ripresa di tracce stellari, un sistema di inseguimento è necessario per eseguire esposizioni più lunghe di pochi secondi. Le montature più adatte sono relativamente ingombranti o costose o entrambe le cose. Ma non l’astroinseguitore a cerniera. E, cosa migliore di tutte, è così semplice da realizzare che chiunque può costruirlo. L’attrezzo più sofisticato che ho utilizzato per costruire il mio inseguitore è stato un coltello multiuso!
-
A colloquio con un grande astrofotografo: Bob Fera32
A colloquio con un grande astrofotografo: Bob Fera
Federico Manzini
Abbiamo intervistato il famoso astroimager californiano, autore delle fotografie che illustreranno il Calendario Astronomico 2012 di Nuovo OrioneIl nostro Federico Manzini ha intervistato Robert “Bob” Fera, l’astroimager che ha realizzato le foto che illustreranno il Calendario Astronomico 2012 di Nuovo Orione. Il Calendario sarà allegato al prossimo numero di dicembre, ma innanzitutto abbiamo cercato di scoprire chi è Bob Fera, come osserva il cielo e come realizza le sue immagini. Poiché Bob vive a parecchie migliaia di chilometri da noi, in California, l’intervista si è svolta per e-mail. Chi è Bob Fera? Sono nato nel 1961 e ho passato molta della mia vita nella California del Sud. Ho una laurea in scienze matematiche e computer presa all’UCLA (Università di California) e lavoro come responsabile dell’Information Technology per una piccola compagnia di servizi informatici nell’area di Los Angeles. Sono sposato con un figlio ancora piccolo. Nel 2003 ci siamo trasferiti a Foresthill, una città ai piedi delle montagne della Sierra Nevada, nella California del Nord. Ora lavoro da casa, sempre per la stessa compagnia. Il mio interesse per l’astronomia è iniziato quando ho seguito le mie prime lezioni in classe all’età di 8 anni. Solo dopo un paio di anni ho iniziato a frequentare Star Party sotto cieli oscuri.
-
Guardare sotto il manto di Venere36
Guardare sotto il manto di Venere
Daniele Gasparri
Grazie a un’attenta programmazione delle osservazioni, anche un astrofilo può tracciare una mappa della superficie del pianeta più vicino alla TerraA dispetto del fatto di essere il pianeta più vicino alla Terra, Venere rimane un mondo enigmatico. Mentre Marte, Giove e Saturno attirano gli osservatori ogni volta
che vengono a trovarsi in posizione favorevole, Venere non si allontana mai molto dal Sole e raramente è visibile su un fondo cielo scuro. Ma, soprattutto, la sua superficie è permanentemente nascosta ai nostri sguardi da uno spesso strato di nubi di acido solforico: anche usando filtri colorati, le immagini del pianeta rivelano solo deboli e insignificanti screziature. In conseguenza di questa perenne e spessa copertura nuvolosa, il pianeta è anche soggetto a un effetto serra abnorme, che ha portato la sua superficie a un’infernale temperatura di oltre 450 °C. Tali condizioni producono però un piccolo riscontro positivo per gli osservatori che desiderano sondare in profondità la spessa atmosfera venusiana. Quando il pianeta è prossimo alla congiunzione inferiore, gli appassionati possono catturare l’emissione termica dalla sua bollente superficie, usando camere CCD e filtri speciali. Per un breve periodo, possiamo “vedere” la superficie di Venere!
-
Luigi Broglio: il padre dell’astronautica italiana40
Luigi Broglio: il padre dell’astronautica italiana
Piermario Ardizio
Cento anni fa nasceva colui che trasformò l’Italia nella terza nazione spaziale, grazie al Progetto San MarcoQualcuno lo ha definito il von Braun italiano, colui che ha permesso all’Italia di essere la terza nazione del mondo a immettere un proprio satellite in orbita. Certamente, Luigi Broglio è stato uno di quegli italiani che hanno dato lustro alla nazione nel mondo intero. Fu certamente un personaggio particolare, forse per gli standard dell’epoca anche un po’ matto, ma lungimirante e con le idee chiare, determinato nel perseguire i suoi scopi; insomma, una di quelle persone di cui oggi sentiamo molto la mancanza. Il personaggio Luigi Broglio nacque a Mestre il giorno 11 novembre 1911, nel 1915 si trasferì con la sua famiglia a Roma, dove, al termine degli studi, conseguì la laurea in ingegneria civile nel 1934. Assolto l’obbligo di leva come ufficiale d’artiglieria, partecipò appena congedato al concorso per ingegneri della Regia Aeronautica, dove venne arruolato con il grado di tenente. La sua prima destinazione fu il Centro Studi ed Esperienze di Guidonia: qui prese parte a vari progetti relativi alle tecnologie aeronautiche, occupandosi anche dello sviluppo di un aereo a reazione allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.