
Nuovo Orione nr. 229
Giugno 2011
In edicola dal 26 Maggio
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La montatura iOptron CubePro64
La montatura iOptron CubePro
Walter Ferreri
-La Tecnosky è indubbiamente una delle ditte più attive e presenti in Italia di questi ultimi anni. Tratta un sacco di prodotti: telescopi, montature, oculari, filtri, focheggiatori, riduttori, spianatori, ecc. Tra tutta questa marea di articoli, esaminiamo in questa circostanza una montatura altazimutale di ultima generazione, una iOptron di provenienza statunitense, una versione migliorata del “cubo”, il cui nome originale Th e Cube è stato registrato. Il montaggio dello strumento Il prodotto è contenuto in un imballo in cartone: all’interno troviamo subito il cartoncino per la garanzia, da spedire a Woburn, in Massachusetts (USA). Il cartoncino, da compilare, richiede molte informazioni da parte dell’acquirente, compreso se si tratta di un regalo o meno e se si hanno altri tipi di equipaggiamento astronomico. Inoltre, troviamo un foglio di formato A4 che elenca una serie di prodotti iOptron e un altro di formato A3 per le istruzioni sul montaggio e sull’uso. Questo foglio è necessariamente sintetico e il costruttore dice esplicitamente di riferirsi al manuale completo scaricabile dall’indirizzo www. iOptron.com per informazioni più dettagliate. Comunque, questo foglio-manuale in 12 passi mette l’acquirente in grado di utilizzare la montatura, che è protetta da una seconda confezione in cartone.
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Osservare con grandi telescopi52
Osservare con grandi telescopi
Gabriele Vanin
La disponibilità di telescopi Dobson di grande diametro a prezzi contenuti e la possibilità di osservare da siti professionali o privati con dotazioni di prim’ordine consentono di contemplare le meraviglie del cielo con effetti che rivaleggiano con le immagini fotografiche.Credo che, per chi si avvicina all’astronomia per la prima volta, suonino leggermente stonati i commenti e i racconti entusiastici che si leggono su molti libri, relativi alla bellezza e alla spettacolarità degli oggetti del profondo cielo. Non illudere i principianti Certamente, se la passione per l’astronomia dura, il principiante capisce ben presto che quei commenti sono sinceri e frutto di un innamoramento profondo per la scienza del cielo. Se la passione dura, si è a propria volta portati ad apprezzare il fascino delicato di una nebulosa o di una piccola galassia, si comincia a capire che non è una cosa per tutti, ma solo per chi ha la sensibilità di apprezzarla. Questo è vero, ma quanti danni hanno fatto queste descrizioni a chi, invece, cercava nell’astronomia anche spettacolo, bellezza al primo sguardo, suggestioni facili e immediate? Quanti telescopi, ancora oggi, vengono venduti a persone incaute, che - ben presto deluse - tappezzano di inserzioni le riviste di astronomia, i blog e le aste sul web?
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L’autoguida LVI SmartGuider 258
L’autoguida LVI SmartGuider 2
Federico Manzini
-Che cosa bisogna dire di mesi come novembre, dicembre e gennaio, che in Pianura Padana hanno fatto vedere le stelle in tante notti quante se ne contano sulle dita di una sola mano? Solo alla fine di gennaio, si potevano finalmente “contare ancora le stelle!”. È stata solo una schiarita passeggera, comunque sufficiente per permettermi di completare il test di questa nuova e interessante versione dell’autoguida LVI SmartGuider2 (SG2), progettata e costruita dall’ingegner Paolo Lazzarotti, già noto per avere prodotto ottimi telescopi dedicati all’osservazione planetaria ad alta risoluzione.
Le differenze rispetto alla prima versione Ma era proprio necessario passare dalla prima alla seconda versione di questa autoguida? Le caratteristiche dichiarate dal costruttore fanno ora sicuramente gola all’amatore evoluto, ancora più di quanto lo facessero quelle della prima edizione di questa camera, che già guidava in modo corretto senza alcun bisogno di computer che la prendesse in carico, proprio perché faceva già “tutto da sola”.
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La cometa perduta di Brorsen46
La cometa perduta di Brorsen
Antonio Cocconcelli
Negli anni “fecondi” di grandi comete, a metà Ottocento, ci si poteva permettere il lusso di “perderne” qualcuna...Ah, se potessero tornare gli anni, come scriveva un astronomo parmigiano, “fecondi” di comete! Sì, perché, tornando per esempio al decennio 1840-1850, se ne contarono almeno dieci e tutte di elevata magnitudine o se non altro visibili a occhio nudo. Pensate se accadesse anche in questi anni, con gli strumenti perfezionati oggi a disposizione degli astrofili: sarebbe stupendo. Potremmo vederle nel dettaglio pure con piccoli rifrattori, fotografarle, analizzarle e studiarle; perfino più accuratamente degli astronomi professionisti dei secoli passati. Per non parlare delle “grandi comete”, visibili a “occhio disarmato”, come direbbe il vecchio astronomo, troneggianti nella notte. In quel periodo ve ne fu una nel 1843, una nel 1854 e la Grande Cometa Donati nel 1858 (la prima a essere fotografata). Quest’ultima fu definita veramente stupenda dagli osservatori del tempo, possedendo tre code di enorme estensione: una di polveri e due di ioni. Due comete, visibili per chiunque avesse alzato gli occhi al cielo, in quattro anni; tre nell’arco di quindici!
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Alberto Cellino quando la passione diventa professione49
Alberto Cellino quando la passione diventa professione
Walter Ferreri
Era un bambino come tanti, appassionato del cielo; oggi presiede una Commissione dell’Unione Astronomica InternazionaleA seguito della sua nomina per il triennio 2009-2012 a presidente della Commissione 15 della IAU (International Astronomical Union) - quella che si occupa di studi fisici delle comete e degli asteroidi - ho avuto il piacere di fare questa intervista ad Alberto Cellino, mio collega all’Osservatorio di Torino da quasi trent’anni, che ha il merito di essersi distinto nel campo degli studi di planetologia. Che cosa significa questo riconoscimento? Significa che ho realizzato molti lavori ritenuti importanti, sviluppati in primo luogo grazie al fatto di essere cresciuto all’interno della scuola planetologica italiana, che vanta una lunga tradizione di eccellenza. È quindi un riconoscimento non solo mio, personale, ma per tutta la planetologia italiana. Quanti italiani hanno avuto lo stesso tipo di riconoscimento? In questo triennio, sono l’unico italiano ad aver ricevuto la presidenza di una Commissione IAU, ma è casuale. Nel passato, vi sono stati molti altri italiani che hanno ricoperto questo ruolo, e questo non vale solo per le scienze planetologiche ma per tutti i rami dell’astronomia e dell’astrofisica. Questo testimonia la grande validità dell’astronomia e dell’astrofisica italiana: nonostante mille difficoltà e carenze di mezzi, è riuscita sempre a produrre lavori di alto valore, riconosciuti a livello internazionale.
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Le stelle sul “tetto del mondo”38
Le stelle sul “tetto del mondo”
Babak A. Tafreshi
Un resoconto degli “ambasciatori fotografici” del TWAN in missione tra le montagne himalayane.Stavamo camminando verso il cielo. Intorno a noi, c’erano solo una spessa coltre di nebbia e un fiume rumoroso sotto nella valle. Dopo tre giorni di marcia, per cercare una località adatta per le osservazioni, abbiamo raggiunto un’altitudine di circa 4000 metri e abbiamo iniziato ad attendere che il favoloso cielo dell’Himalaya diventasse buio. Quello che documentiamo in queste pagine è l’eccezionale spettacolo al quale abbiamo assistito in Nepal. Ai piedi dell’Everest Sono stato laggiù con una spedizione che aveva lo scopo di raccogliere immagini per il TWAN (Th e World at Night, www.twanight. org) insieme al collega Oshin Zakarian. Questa era la nostra prima notte nella regione dell’Everest, visibile in lontananza da Namche Bazaar, il villaggio dal quale si parte per salire verso il “tetto del mondo”.
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L’eclisse totale di Luna del 15-16 giugno44
L’eclisse totale di Luna del 15-16 giugno
Walter Ferreri
Per chi risiede in Italia, il fenomeno astronomico più rilevante del 2011 è senza dubbio l’eclisse lunare che si verificherà a metà di questo mese.In questo mese, condizioni atmosferiche permettendo, potremo assistere dall’Italia a uno dei maggiori fenomeni astronomici del 2011: un’eclisse totale di Luna. Questi fenomeni, pur essendo relativamente comuni per la Terra nella sua globalità, sono alquanto rari per una nazione come la nostra. Infatti, l’ultima eclisse totale di Luna per noi ha avuto luogo il 3-4 marzo 2007, e la prossima è stata calcolata per il 28 settembre 2015. Il fenomeno non è completamente visibile dal nostro Paese, ma la parte iniziale, che si verifica quando la Luna deve ancora sorgere, interessa solo la fase di penombra (quella più evanescente e di gran lunga meno eclatante) e una porzione di quella dell’ombra. Piuttosto, l’unico vero aspetto poco favorevole di questa eclisse è la bassa altezza che la Luna presenterà in tutto il fenomeno, soprattutto per le regioni italiane posizionate più a nord-ovest.