Nuovo Orione nr. 208 Settembre 2009

Nuovo Orione nr. 208
Settembre 2009
In edicola dal 27 Agosto
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CINA 2009: l’eclisse del secolo36
CINA 2009: l’eclisse del secolo
Walter Ferreri
IL 22 LUGLIO SCORSO SI È VERIFICATA IN CINA L’ECLI SSE TOTALE DI SOLE PIÙ LUNGA DEL XXI SECOL O, CON UNA DURATA DELLA TOTALITÀ DI OLTRE 6 MIN
Per il gruppo dell’Osservatorio Astronomico di Alpette, il viaggio per assistere all’eclisse totale di Sole più lunga del XXI secolo, organizzato da Osvaldo Bartolucci, inizia il 18 luglio. Per una parte di noi all’aeroporto di Torino Caselle, mentre per gli altri da quello di Milano Malpensa e Roma Fiumicino. Per tutti, la prima tappa è Monaco di Baviera, da dove – con un volo diretto Lufthansa – si arriva senza scalo a Shanghai. Purtroppo, il bimotore ATR 72 della AIR Dolomiti arriva a Caselle con un’ora e mezza di ritardo, aspetto che ha iniziato a impensierirci per timore di perdere la coincidenza per Shanghai. Per fortuna, tutto il resto procede secondo le previsioni e – grazie anche a un ritardo dell’Airbus 340-600 che parte da Monaco – non ci sono problemi a salirvi in tempo.
Tags:OSSERVAZIONI
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Grandi strumenti per i cacciatori di ECLISSI40
Grandi strumenti per i cacciatori di ECLISSI
Sean Walker
UN NUOVO SOFTWARE RENDE FACILE, ORA PIÙ CHE MAI , LA CREAZIONE DI IMMAGINI STUPEFACENTI DELLE ECLISSI SOLA
La ripresa delle eclissi solari è una delle più difficili nel campo dell’astrofotografia, come sa chi è reduce dall’ultima trasferta in Cina per l’eclisse totale di luglio 2009. Questo genere di ripresa richiede una grande progettazione, che riguarda l’organizzazione delle apparecchiature che si portano nel viaggio verso la totalità, al fine di riprendere una serie di esposizioni che riescano a registrare la grande gamma di luminosità dispiegata dalla eterea corona solare. L’era della fotografia digitale ha portato nuovi stimoli: alcuni fotografi passano addirittura giorni o settimane per elaborare le loro esposizioni e creare quei risultati strabilianti che sono emersi dalle eclissi più recenti. Ma ora c’è uno stimolo ancora più nuovo; un software moderno, sviluppato per la fotografia convenzionale, è in grado di combinare le riprese di eclissi in un processo automatico. Tags:TECNICA
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A colloquio con la STAZIONE SPAZIALE44
A colloquio con la STAZIONE SPAZIALE
Loris Lazzati
UNA SCUOLA DI MANDELLO DEL LARIO (LC) SI È COLLEGATA VIA RADIO CON L’ISS, STABILENDO UN PRIMATO MONDIALE
La voce dallo spazio è giunta puntuale, pochi secondi prima delle 15.04. Lo scorso 27 marzo, gli alunni della Scuola Media “Alessandro Volta” di Mandello del Lario hanno vissuto un’emozione che non dimenticheranno: per dieci minuti hanno potuto parlare in diretta radio con l’astronauta Michael Fincke, comandante della Stazione Spaziale Internazionale. Il collegamento ha coronato un lungo e articolato progetto didattico, concepito dal Gruppo Astrofili Deep Space di Lecco e dalla sezione di Erba (CO) dell’ARI (Associazione Radioamatori Italiani). La procedura per stabilire il collegamento Tutto era partito più di due anni prima, con la proposta del progetto all’istituto “Volta”. La procedura standard di ARISS (l’Amateur Radio on the International Space Station, cioè l’organismo a cui ci si deve appoggiare per avere l’OK al collegamento) prevede la compilazione di un modulo con i dati tecnici delle apparecchiature impiegate e con quelli del sito del collegamento (sono fondamentali, per esempio, i profili esatti delle montagne) e l’educational proposal, cioè il progetto didattico che deve precedere il collegamento. Tags:ASTRONAUTICA
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L’evento CARRINGTON46
L’evento CARRINGTON
Giuseppe Palumbo
CENTOCINQUANT’ANNI FA INIZIAVA LO STUDIO MODERNO DEL SOLE, GRAZIE A UN EVENTO ECCEZIONALE, CHE ORIGINÒ UNA “TEMPESTA MAGNETICA PERFETTA”
Nel 1851 l’elegante nave a trealberi Southern Cross (“Croce del Sud”) scivolava dai cantieri della E.&H.O. Briggs di Boston nelle acque dell’Oceano Atlantico. Il nome della nave derivava da quello dell’omonima costellazione del cielo australe, che non è visibile da Boston; ma il veliero l’avrebbe vista durante la circumnavigazione dell’America Meridionale, nei sui viaggi verso la California e ritorno. Una strana aurora australe Il 2 settembre 1859 la nave era ormai in viaggio da 84 giorni, in uno dei suoi tragitti tra Boston e San Francisco, quando il capitano Benjamin Perkins Howe e l’equipaggio si trovarono a lottare con una tremenda tempesta di vento e grandine, mentre navigavano, alle 1.30 del mattino, al largo delle coste del Cile. I marinai, già preoccupati per queste condizioni, notarono che la nave sembrava galleggiare in un mare di sangue; alzarono gli occhi al cielo e compresero il perché: nonostante le nuvole, il cielo era rosso, splendidamente rosso. Per i marinai non era una sorpresa vera e propria, poiché conoscevano l’aurora australe, il fenomeno (all’epoca inspiegabile), che si presenta vicino alle alte latitudini australi, simile a quello che si verifica a nord, vicino al Circolo Polare Artico. Tags:ASTRONOMIA E STORIA
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FUOCHI D’ARTIFICIO lunari52
FUOCHI D’ARTIFICIO lunari
SE TUTTO PROCEDERÀ COME PREVISTO, ALLA FINE DI AGOSTO DUE SONDE DELLA NASA ANDRANNO A IMPATTARE LA LUNA, NELLA SPERANZA DI TROVARVI L’ACQUA
Sono trascorsi quattro decenni, da quando gli astronauti hanno lasciato per la prima volta le impronte dei loro moon boot nella polvere lunare. A dispetto dei trionfi delle missioni Apollo, la NASA ha poi relegato la Luna a un capitolo chiuso e ha diretto verso altro le sue mire. Durante gli Anni 70, 80 e 90, solo i più convinti scienziati planetari parlarono di ulteriori missioni lunari. Una persistente “mancanza di Luna” pervase l’Agenzia Spaziale americana, ed è durata fino ai nostri giorni. Il viaggio di Clementine Un’eccezione si ebbe nel 1994, con la sonda Clementine a cura del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Nei due mesi di durata di questa missione, Clementine esaminò intensamente la superficie lunare, eseguendo qualcosa come 1,8 milioni di fotografie. Ma il suo risultato più intrigante fu la raccolta di segnali radar provenienti da depositi di ghiaccio d’acqua, presenti sul fondo di crateri mai raggiunti dai raggi solari presso il polo sud lunare. Pochi anni dopo il Lunar Prospector della NASA – l’unica missione inviata da questa agenzia verso la Luna dopo l’Apollo 17 nel 1972 – rintracciò idrogeno (presumibilmente in depositi di ghiaccio) in entrambi i poli. Tags:ASTRONAUTICA
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COMETE tra gli asteroidi57
COMETE tra gli asteroidi
Gianfranco Benegiamo
SI VA DELINEANDO UNA NUOVA CLASSE DI ASTRI CHIAMATI DALLE CARATTERISTICHE DINAMICHE SINGOLARI, CHE POTREBBERO AIUTARE RISOLVERE UN MISTERO MOTO TERRESTRE
Recenti scoperte permettono di descrivere con sempre maggiore precisione una classe totalmente nuova di comete, caratterizzata da elementi orbitali simili a quelli degli asteroidi appartenenti alla Fascia Principale. Nonostante le prime osservazioni disponibili sull’argomento risalgano a qualche decennio fa, quando erano trattate come curiosità del Sistema Solare, solo di recente è stato possibile aggiungere gli ulteriori dati necessari per passare dai pochi casi isolati a una famiglia originale di comete. Dopo una breve panoramica dedicata alle caratteristiche di questi oggetti (per il momento, bastano le dita di una mano a contarli), proviamo a mettere a confronto origine e criteri dinamici di classificazione degli astri chiomati. La presenza di acqua in quantità forse rilevanti nella fascia asteroidale esterna, come sembra testimoniare la nuova classe di oggetti, fornisce inoltre lo spunto per un’ipotesi interessante sull’origine degli oceani terrestri. Tags:SISTEMA SOLARE
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SKA è alla griglia di partenza62
SKA è alla griglia di partenza
Piermario Ardizio
INIZIA LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO PI LOTA CHE PORTERÀ NEL 2012 ALLA COSTRUZIONE DEL PIÙ GRANDE RADIOTELESCOPIO DEL MONDO
Lo Square Kilometer Array (SKA) sta bruciando le tappe verso la sua realizzazione; già dal 2006, i candidati a ospitarlo si sono ridotti a soli due paesi: Australia e Sud Africa. Il progetto è uno dei più imponenti e ambiziosi a livello internazionale mai intrapresi prima d’ora, con un costo stimato di circa 2 miliardi di euro, per realizzare il più sensibile radiotelescopio a disposizione della comunità internazionale (vedi l’articolo “Un radiotelescopio da un kilometro quadrato” di D. Gravante e G. Ranzini, Nuovo Orione n. 184, settembre 2007). I primi passi in Australia A tale progetto partecipano, oltre ai due già citati candidati per ospitarlo anche: Canada, India, Cina, Francia, Germania, Italia, Portogallo, Spagna, Svezia, Olanda, UK e USA. La sua struttura base prevede un nucleo centrale (composto da alcune centinaia di parabole) e da una serie di stazioni periferiche (composte da una serie di 30-40 antenne ciascuna), disposte attorno al nucleo lungo una spirale. Tali stazioni periferiche saranno sparse su di un’area di circa 3000 km. Tags:OSSERVATORI
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Telescopio Tecnosky 115/800 apo64
Telescopio Tecnosky 115/800 apo
Walter Ferreri
Il Tecnosky 115/800 apo è un rifrattore apocromatico a tripletto con rapporto d’apertura di f/6,95. Uno strumento quindi per “amatori” inteso nel senso più ampio del termine. Lo strumento è dotato di un’elegante valigetta in alluminio, nella quale si presenta piuttosto compatto e dal tubo metallico color bianco latte. Completamente chiuso, il tubo ottico ha una lunghezza di 73 cm, un valore che avrebbe permetto l’utilizzo di una valigetta un po’ più corta, ma evidentemente da parte del costruttore ha prevalso la tranquillità data da un imballo generoso, in modo da metterlo al riparo anche da forti urti. E, sotto questo aspetto, la confezione offre le più alte garanzie. Tra l’altro, la larghezza della valigetta è tale da prevedere lo spazio per diversi accessori (già ricavati nel materiale spugnoso espanso vi sono sei spazi, ideali per oculari, raccordi e altro). Tags:PROVE STRUMENTI
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Celestron CGEM Mount: l’evoluzione della specie68
Celestron CGEM Mount: l’evoluzione della specie
Fabrizio Marchi
Un buon risultato necessita di solide basi: lo sanno bene gli astrofotografi, sempre attenti a ottimizzare l’accoppiata “ottica/montatura”, così determinante nell’astroimaging, sia esso di oggetti del profondo cielo o di quelli del Sistema Solare in alta risoluzione. In questi ultimi anni, abbiamo assistito alla crescita esponenziale della proposta commerciale di strumentazione astronomica, tradottasi in un notevole miglioramento dei prodotti e - tutto sommato – un abbassamento dei prezzi. La diffusione di telescopi, montature e accessori è diventata enorme, anche se solo confrontata a una quindicina di anni fa, aiutata da una produzione massificata che, se all’inizio evidenziava qualche problema qualitativo, ora è senz’altro all’altezza delle richieste ed esigenze della maggior parte dei dilettanti. Celestron la conosciamo da tanti anni. Io stesso ne ero, ancora ragazzino, un estimatore: ricordo con grande emozione le sensazioni provate la prima volta vidi il C14, più di 30 anni fa, quando l’allora importatore “Prodotti Gianni” esibiva questi telescopi americani alle fiere di ottica e fotografia di Milano. Tags:PROVE STRUMENTI