Nuovo Orione nr. 206 Luglio 2009

Nuovo Orione nr. 206
Luglio 2009
In edicola dal 25 Giugno
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Quarant’anni di LUNA36
Quarant’anni di LUNA
Piero Bianucci
UN BILANCIO SCIENTIFICO, TECNOLOGICO, POLITICO E UMANO DELLA PIÙ GRANDE AVVENTURA DEL VENTESIMO SECOLO
Sono passati quarant’anni da quando per la prima volta un uomo posò il piede sulla Luna. Negli Stati Uniti era il 20 luglio 1969, ore 20, 17 minuti e 39 secondi; in Italia quasi l’alba del 21. Vissi quella notte da giovane cronista della Gazzetta del Popolo, un quotidiano di Torino che non c’è più. Il mio compito era vivere tra il pubblico accalcato davanti ai televisori l’emozione di quello storico evento. Da allora, lo sbarco di Neil Armstrong e Edwin “Buzz” Aldrin e la solitudine estrema di Michael Collins in orbita attorno alla Luna sono stati rievocati infinite volte e non è il caso di farlo ancora. Chi vuole saperne di più, inclusi gossip e ultimi aggiornamenti, può leggere Destinazione Luna, il volume che ho scritto con Mario Di Martino (Gruppo B Editore) per la collana dedicata all’Anno Internazionale dell’Astronomia. Qui cercheremo invece di tracciare un bilancio degli sbarchi sulla Luna, guardando a ciò che ci hanno lasciato in eredità. Tags:ASTRONAUTICA
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Come ritorneremo sulla LUNA41
Come ritorneremo sulla LUNA
Antonio Lo Campo
LE NUOVE ASTRONAVI L UNARI SONO GI À IN FASE DI COLLAUDO, MENTRE SI PREPARANO I PROGETTI DI NUOVE POTENZE SPAZI ALI CHE PUNTANO VERSO IL NOSTRO SATELLITE
A dare una “sbirciata” all’interno del mockup del nuovo modulo lunare c’erano anche loro. Neil Armstrong ed Eugene Cernan, rispettivamente il primo uomo e l’ultimo tra gli uomini Apollo ad aver calpestato il suolo selenico, lo scorso dicembre sono stati “precettati” per un parere da parte dei tecnici che stanno sviluppando il nuovo modulo lunare Altair. L’America è ritornata a programmare il ritorno alla Luna con astronauti, e con la convinzione, dettata dalle linee della New Vision of Space Exploration lanciata nel 2004, che il prossimo insediamento spaziale umano, dopo quello della Stazione Spaziale, sarà sulla Luna. È un po’ il “passo successivo” di cui si parla da tempo, considerato come un viaggio intermedio, e quasi obbligato, tra la Stazione Spaziale di oggi e le future imprese verso il pianeta Marte. Tags:ASTRONAUTICA
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Le basi lunari in TELEVISIONE46
Le basi lunari in TELEVISIONE
Giuseppe Palumbo
QUANDO LA CREAZIONE DI BASI SULLA LUNA SEMBRAVA IMMINENTE, GLI AMANTI DELLA FANTASCIENZA SI APPASSI ONARONO A SERIE TV CHE ANTICIPAVANO CIÒ CHE SOLO ORA STA PER DIVENTARE REALTÀ
Nella circostanza del 40° anniversario del primo uomo sulla Luna, ricordiamo che negli Anni 70 del secolo scorso la televisione pensò di anticipare quello che sembrava il prossimo futuro sulla Luna: una base abitata permanentemente. Se, dal giorno in cui Gagarin aveva effettuato una sola orbita intorno alla Terra fino al primo passo di Armstrong sulla Luna, erano trascorsi poco più di otto anni (e neanche 12 dal primo satellite artificiale), l’idea di una base stabile e abitata sulla Luna era considerata realizzabile in pochi anni. Non è andata proprio così! Solo dodici uomini hanno camminato sulla Luna e probabilmente solo mezzo secolo dopo quei primi passi, si ricomincerà a parlare concretamente di basi lunari (vedi il servizio di A. Lo Campo in questo numero). In attesa, quindi, di rivedere degli uomini a spasso sulla Luna, ricordiamo due spettacolari serie televisive di fantascienza, che hanno avuto un grandissimo successo in quel periodo: UFO e Spazio 1999. Tags:DOCUMENTI
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Riprendere il Profondo Cielo ad ALTA RISOLUZIONE48
Riprendere il Profondo Cielo ad ALTA RISOLUZIONE
R. Serpell e D. Verschatze (trad. di F. Manzini)
UNENDO LE TECNI CHE DI RIPRESA DEL PROFONDO CI ELO CON QUELLE USATE PER I PI ANETI, GL I ASTROFOTOGRAFI POSSONO SPI NGERSI AL LIMITE DELLA POSSIBILITÀ DEI L ORO STRUMENTI
Il rifornimento continuo di splendide immagini da parte del telescopio spaziale Hubble ha ispirato molti astrofotografi. Tra l’altro, queste immagini ci hanno indicato che cosa siano molte piccole chiazze che appaiono nelle nostre fotografie, grazie alle riprese effettuate al di fuori del velo turbolento dell’atmosfera terrestre. Queste visioni nettissime presentano una doppia sfida per gli astrofotografi a terra: produrre immagini sempre più profonde e mostrare sempre più particolari. Fino a poco tempo fa, questi problemi erano separati all’interno della comunità degli astrofotografi dilettanti; chi riprende il profondo cielo ha acquistato padronanza della tecnica che permette di catturare immagini CCD di debolissime macchiette di luce nel cielo notturno. Dall’altra parte, gli imager planetari hanno prodotto stupende visioni dettagliate degli oggetti luminosi del Sistema Solare, utilizzando videocamere ad alta velocità, spingendo i limiti teorici di risoluzione della loro apparecchiatura. Ma possono questi metodi essere uniti per riprendere immagini ad alta risoluzione degli oggetti del profondo cielo? Forse si potrebbe anche ripresentare in altro modo la domanda: quali oggetti del profondo cielo sono abbastanza luminosi per le tecniche di formazione di immagini ad alta definizione? Il nostro team ha accettato la sfida per vedere che cosa era possibile. Tags:TECNICA
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Il superbolide del REATINO52
Il superbolide del REATINO
Diego Valeri
UN BOLIDE DI LUMINOSITÀ ECCEZIONALE È COMPARSO SULL’ITALIA CENTRALE IN UNA SERA DELLO SCORSO MESE DI FEBBRAIO: ECCO I RISULTATI DELLE OSSERVAZIONI E DELLE MISURE
La sera del 13 febbraio 2009, alle 20h 03m 29s TU, uno spettacolare bolide di magnitudine assoluta -17 (quindi classificabile come superbolide), è stato ripreso in contemporanea da due stazioni di monitoraggio per le meteore, una sita a Contigliano (RI) e l’altra a Ferrara. La prima stazione è gestita dall’autore, appartenente all’ASA (Associazione Sabina Astrofili); la seconda è gestita da Ferruccio Zanotti, membro della Sezione Meteore dell’Unione Astrofili Italiani. Le due stazioni distano in linea d’aria 296 km, ed entrambe utilizzano telecamere ad alta sensibilità (0,00001 lux), dotate di sensore CCD con diagonale da mezzo pollice e obiettivi a corta focale, in modo da avere un grande campo di vista. Dall’analisi dei filmati ripresi, si è riusciti a eseguire una triangolazione e a ricavare la posizione della traccia meteorica per ogni singola postazione, grazie all’utilizzo di appositi software astrometrici. In questo modo, è stato possibile ricostruire il percorso in atmosfera, stimare la massa e determinare l’orbita eliocentrica che ha generato il superbolide. Tags:CIELO E TERRA
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L’occultazione delle PLEIADI56
L’occultazione delle PLEIADI
Walter Ferreri
IL 18 LUGLIO AL CUNE DELLE “SETTE SORELLE” SI NASCONDONO DI ETRO LA LUNA: È IL FENOMENO DEL MESE
Tra i fenomeni astronomici di luglio visibili dall’Italia, quello più rilevante è senza dubbio l’occultazione delle Pleiadi da parte della Luna di sabato 18. È importante precisare “dall’Italia”, perché a livello mondiale il fenomeno più importante (non solo del mese!) è sicuramente la Grande Eclisse Totale di Sole del 22 luglio. Che però è visibile solo in Estremo Oriente (ne abbiamo parlato nel numero di marzo) Chi resta in Italia, si deve “accontentare” delle Pleiadi. Ma, come ora vedremo, lo spettacolo sarà migliore che in altre occasioni simili, anche se in orario piuttosto scomodo. Ricordiamo anche che la definizione ufficiale di occultazione è: “Il passaggio di un corpo celeste davanti a un altro di diametro apparente minore”, cioè quello che passa davanti ci appare più grande. Si usa invece il termine di “transito” quando l’astro più vicino appare nettamente più piccolo. Tags:OSSERVAZIONI
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Alla scoperta della NEBULOSA DUMBBELL58
Alla scoperta della NEBULOSA DUMBBELL
Massimiliano Razzano
L’ESTATE PORTA CON SÉ UNA DELLE PIÙ BELLE NEBULOSE PLANETARIE. PER LA SUA VICINANZA E LUMINOSITÀ, È UN OGGETTO MOLTO AMBITO DA TUTTI GLI OSSERVATORI DEL CIELO
Parigi, 12 luglio 1764. Charles Messier, famoso cacciatore di comete, osserva nella costellazione della Volpetta un oggetto nebuloso mai visto prima. Non è una cometa, perché con il passare del tempo non si è spostato fra le stelle. Messier prende nota della posizione del nuovo oggetto, descrivendolo come “nebulosa senza stelle, al telescopio appare di forma ovale”. Dato il basso potere risolutivo del telescopio, per Messier non è chiaro se l’oggetto sia una nebulosa oppure un fitto ammasso di stelle. Ma questo oggetto, che egli inserirà al numero 27 del suo catalogo di oggetti non stellari, è molto di più. Senza saperlo, Charles Messier ha infatti appena scoperto la prima “nebulosa planetaria”. Una planetaria “fuori forma” Le nebulose come M27 sono chiamate “planetarie” perché in un piccolo telescopio molte di esse appaiono come un fioco dischetto, che ricorda l’aspetto dei pianeti più deboli. Questo appellativo fu coniato nel 1779 da Antoine Darquier per descrivere una nebulosa da lui scoperta nella costellazione della Lira, che oggi tutti conosciamo come “Nebulosa Anello” (Ring Nebula in inglese) e catalogata da Messier come M57. Tags:OSSERVAZIONI
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Ziel Gem 35 Special Edition64
Ziel Gem 35 Special Edition
Walter Ferreri
Per celebrare il 2009, proclamato dall’Unesco Anno Internazionale dell’Astronomia, Ziel ha realizzato una particolare versione di uno strumento collaudato in una serie limitata. Questa particolare versione del Gem 35 - la Special Edition - ha un prezzo particolarmente appetibile, tale da augurarsi che la serie non sia così limitata da non poter soddisfare tutte le richieste, che auspichiamo numerose. La confezione Aperta la confezione, caratterizzata da un imballo personalizzato, con cui viene consegnato lo strumento…, ne emerge una seconda, anch’essa di cartone. È solo aprendo questo secondo involucro che iniziano ad apparire i vari scomparti dello strumento e vari fogli allegati. Dal primo di questi fogli, apprendiamo che lo strumento è un rifrattore acromatico equatoriale 60/900 mm e che la dicitura Special Edition, sviluppata per l’Anno Internazionale dell’Astronomia, indica una versione più accessoriata del Gem 35 allo stesso prezzo. Un altro foglio, di formato A3 piegato, contiene chiare istruzioni in italiano per il montaggio, accompagnate da sette figure esplicative. Tags:PROVE STRUMENTI