Nuovo Orione nr. 201 Febbraio 2009

Nuovo Orione nr. 201
Febbraio 2009
In edicola dal 29 Gennaio
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Le prime foto di pianeti EXTRASOLARI!36
Le prime foto di pianeti EXTRASOLARI!
Cesare Guaita
PER LA PRIMA VOLTA, SONO STATI FOTOGRAFATI I PIANETI CHE ORBITANO INTORNO AD ALTRE STELLE: UN EVENTO EPOCALE, CHE AVRÀ CONSEGUENZE INIMMAGINABILI PER LA RICERCA DI PIANETI SIMILI ALLA TERRA
È probabile che gli ultimi mesi del 2008 entrino nella storia dell’astronomia per un evento atteso da generazioni: quello della ripresa delle prime immagini dirette di pianeti extrasolari. Nella scienza, come nella vita, ci sono dei fatti e delle scoperte che improvvisamente (ma non casualmente!) arrivano a maturazione, dando luogo a parecchi casi simili in contemporanea. Fu così dopo la scoperta indiretta di 51 Pegasi b, il primo pianeta extrasolare (autunno 1995) che venne seguita, nei mesi seguenti, da un gran numero di casi simili (attualmente, il numero supera le 330 unità). È stato così anche con le prime immagini di pianeti extrasolari, che hanno cominciato a moltiplicarsi a partire dalla metà di novembre 2008. Tags:ASTROFISICA -
Telescopi giganti per sorvegliare il CIELO41
Telescopi giganti per sorvegliare il CIELO
P. Jedicke & R. Jedicke (trad. di W. Ferreri)
CHE COSA ACCADRÀ QUANDO UN’APPARECCHIATURA AUTOMATICA OSSERVERÀ TUTTO IL CIELO ENTRO LA 24A MAGNITUDINE? NUOVE OPPORTUNITÀ SI APRONO PER GLI APPASSIONATI DI STELLE
Il ritmo delle scoperte astronomiche sta per fare un grosso salto in avanti, per poi fermarsi un po’ nella nuova posizione. Una nuova generazione di telescopi e di apparati di ripresa per la sorveglianza del cielo ben presto scruteranno l’Universo con possibilità impressionanti. Dalla combinazione di grandi aperture, grandi campi di vista, sistemi automatici “intelligenti”, scaturiranno enormi quantità di informazioni che permetteranno di ottenere dei risultati che gli astronomi di oggi non possono neanche immaginare. Chiunque, con una connessione a internet, avrà la possibilità di accedere rapidamente a una incredibile quantità di dati e di novità osservative. Le prossime rassegne del cielo (survey) prenderanno in considerazione ogni fenomeno e ogni oggetto in movimento degno di nota: dai piccoli e potenzialmente pericolosi asteroidi che passano in prossimità della Terra, fi no alle supernovae situate a distanze cosmologiche. Tags:OSSERVATORI -
GIUSEPPE COCCONI l’uomo che voleva parlare con ET46
GIUSEPPE COCCONI l’uomo che voleva parlare con ET
Piero Bianucci
ADDIO AL PIONIERE ITALIANO DELLA RICERCA DI COMUNICAZIONI RADIO CON INTELLIGENZE EXTRATERRESTRI
Su quale frequenza radio trasmetterebbe una civiltà extraterrestre per rivelarci la sua esistenza? Mezzo secolo fa, il fi sico Giuseppe Cocconi fu il primo a suggerire una risposta. Il 9 novembre 2008, Cocconi è morto a Ginevra a 94 anni senza aver potuto parlare con qualche omino verde. Nessun giornale ne ha dato notizia. La famiglia ha voluto che la scomparsa non venisse divulgata. Del resto, anche se ciò fosse avvenuto, probabilmente pochi giornalisti se ne sarebbero accorti. C’è voluto un mese, perché l’annuncio della morte di Cocconi arrivasse in Italia. Tutto iniziò con un articolo su Nature Dal 1979 Giuseppe Cocconi viveva nel silenzio. Pur avendo fi rmato molti importanti lavori di fi sica delle particelle, specialmente nel campo dei raggi cosmici e della rivelazione di neutrini, la sua fama rimane legata al breve articolo che pubblicò su Nature il 19 settembre del 1959, insieme con il collega americano Philip Morrison. In due pagine intitolate Searching for interstellar communications, spiegavano come sintonizzarsi su “Radio Universo”. Tags:PERSONAGGI -
SPETTROSCOPIA per tutti48
SPETTROSCOPIA per tutti
Fulvio Mete
ANCHE GLI ASTROFILI POSSONO DETERMINARE LA COMPOSIZIONE CHIMICA DEI CORPI CELESTI: ECCO COME POSSONO FARE, CON UNA SPESA LIMITATA
Dopo i primi esperimenti sulla scomposizione della luce con un prisma di vetro, svolti da Isaac Newton dal 1670 al 1672, un primo studio sistematico dello spettro solare fu effettuato solo nel 1814 da Joseph Von Fraunhofer, il quale - per primo - catalogò 574 righe scure dello spettro solare, assegnando una lettera alle più intense (famose le H e K del calcio e le C e F dell’idrogeno). Fraunhofer non fu in grado di dare una spiegazione di tale fenomeno, ma queste righe sono ancora oggi chiamate “righe di Fraunhofer” in suo onore. Solo nel 1859 Gustav Kirchhoff le interpretò come un assorbimento selettivo della luce da parte degli elementi chimici presenti nell’atmosfera solare. Spettri continui e a righe Kirchhoff dimostrò sperimentalmente che lo spettro dei corpi solidi, liquidi e dei gas ad alta pressione portati all’incandescenza sono “continui”; questo signifi ca che i loro colori si susseguono senza interruzioni di sorta dal rosso al violetto, mentre i gas a bassa pressione portati all’incandescenza emettono solo una certa quantità di righe brillanti su sfondo scuro (“spettro di emissione”). Tags:TECNICA -
CERERE un’opposizione speciale54
CERERE un’opposizione speciale
Walter Ferreri
QUEST’ANNO IL MAGGIORE ASTEROIDE DELLA FASCIA PRINCIPALE SI PRESENTA NELLE MIGLIORI CONDIZIONI DI OSSERVAZIONE PROPRIO IN COINCIDENZA CON IL SUO PASSAGGIO AL PERIELIO
Alla fine di questo mese, esattamente il giorno 25, Cerere, l’asteroide scoperto per primo e il maggiore della Fascia Principale, viene a trovarsi in opposizione, quindi nelle migliori condizioni di osservazione. Benché di maggiori dimensioni, non arriva alla luminosità di Vesta e pertanto non risulta mai visibile a occhio nudo. Tuttavia, va aggiunto che in linea teorica, proprio durante questa opposizione, l’asteroide sarebbe visibile a occhio nudo per le persone dotate di vista acutissima, che osservino però da un cielo eccezionalmente buio. Più brillante della ottava magnitudine Il motivo per cui ci occupiamo di questo evento celeste non è soltanto per via dell’opposizione, di per sé già suffi cientemente interessante, ma anche perché questa si verifi ca con l’asteroide al perielio e molto a nord dell’equatore celeste. Tra l’altro, in questa circostanza, lo incontriamo nel punto della sua orbita che si trova pure a nord dell’eclittica (l’inclinazione della sua orbita sull’eclittica è di 10,6°). Tags:OSSERVAZIONI -
2008 TC3 impatto previsto!56
2008 TC3 impatto previsto!
Albino Carbognani
PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA, È STATO PREVISTO L’IMPATTO FRA LA TERRA E UN ASTEROIDE, FORTUNATAMENTE SOLO UNA PICCOLA ROCCIA
Nel numero 191 di Nuovo Orione (aprile 2008), avevamo parlato di 2007 WD5, un piccolo asteroide NEA (Near Earth Asteroid) di tipo Apollo, con un diametro di circa 60 m, che il 30 gennaio 2008 ha sfi orato Marte, passando a circa 50.000 km dal suo centro. Ora parleremo invece di 2008 TC3, un piccolo NEA (sempre di tipo Apollo), che il 7 ottobre 2008 è entrato in collisione con la Terra. Per fortuna, l’asteroide era molto piccolo: si trattava più propriamente di un grande meteoroide, cioè di uno di quei corpi che generano meteore e bolidi quando entrano in atmosfera. Così, non ci sono state conseguenze di rilievo: meno male, perché di corpi simili, in un anno, ne cadono alcune decine. Tuttavia, questo evento è molto importante, perché, per la prima volta nella storia, l’impatto di questo oggetto con la Terra è stato previsto, anche se solo con qualche ora di anticipo. Fino ad oggi, l’unico impatto previsto riguardava Giove e la cometa Shoemaker-Levy 9, caduta in pezzi nell’atmosfera del pianeta gigante nel luglio del 2004. Adesso va aggiunto l’evento di 2008 TC3. Tags:SISTEMA SOLARE -
BASE SAN MARCO lo spazioporto italiano60
BASE SAN MARCO lo spazioporto italiano
Piermario Ardizio
L’ANNO SCORSO, VENT’ANNI DOPO L’ULTIMO UTILIZZO, SI SONO APERTE NUOVE PROSPETTIVE PER LA BASE CHE HA FATTO ENTRARE L’ITALIA NEL CLUB DELLO SPAZIO
La nascita del progetto San Marco è collegata alle prime attività di ricerca spaziale condotte in Italia con lanci di razzi sonda, effettuati dal poligono sperimentale di Salto di Quirra con personale esclusivamente militare, le cui linee guida vennero dettate dal professor Luigi Broglio (1911-2001), che possiamo considerare il padre del programma spaziale italiano. La prima idea del progetto risale al 1961, durante una informale conversazione tra il prof. Broglio e alcuni funzionari della NASA, avvenuta durante un meeting tenutosi a Firenze nell’aprile di quell’anno. In quella occasione, Broglio propose la costruzione di un satellite scientifi co tutto italiano, lanciato da una base italiana, e invitò la NASA a contribuire al progetto, fornendo il lanciatore e consentendo all’Italia di utilizzare la rete di “ascolto” americana per eseguire il tracking (ovvero l’inseguimento del satellite una volta lanciato) e l’acquisizione dei dati. Non da ultimo, era anche necessario trasferire al personale italiano le necessarie conoscenze per la conduzione di tali operazioni. Tags:ASTRONAUTICA -
Sky-Watcher ED 80 Black Diamond64
Sky-Watcher ED 80 Black Diamond
Walter Ferreri
La produzione cinese di telescopi non conosce soste. A distanza di quasi 4 anni, da quando esaminammo la prima versione di questo rifrattorino semi-apocromatico della Sky-Watcher, ecco ora una versione migliorata, che potremmo defi nire “di lusso”. Che questo strumento sia un qualcosa in più di cosa abbiamo avuto occasione di presentare ai nostri lettori nel numero 157 di Nuovo Orione, lo si capisce già all’apertura dell’imballo in cartone. Infatti, si presenta in un’elegante valigetta in alluminio, pesante complessivamente 9 kg: è chiaro che in questo caso i cinesi si sono ispirati ai sofi - sticati apocromatici di costruzione occidentale e giapponese. Lo strumento Ma vediamolo meglio questo strumento, che a un’occhiata esterna non fa rimpiangere marche più blasonate. Il tubo massiccio è in due colori: nera la parte centrale; bianche le estremità. Insieme allo strumento, viene fornita una culla a due anelli a 18 cm l’uno dall’altro. I due anelli sono tenuti in posizione da una barra predisposta per l’attacco a coda di rondine delle varie montature equatoriali EQ3, EQ5 ecc. Tags:PROVE STRUMENTI -
CCD Starlight Xpress SXVF-H1668
CCD Starlight Xpress SXVF-H16
Federico Manzini
Nel costruire questa camera CCD a largo formato, la Starlight Xpress è andata contro la sua tradizione di installare solo sensori Sony; questa SXVF-H16 possiede infatti un cuore Kodak, con più precisione un sensore KAI-4022M, scelto appositamente a causa della decisione di Sony di non produrre CCD monocromatici di così largo formato. Il sensore è costituito da una matrice di 2048x2048 pixel, le cui dimensioni sono di 7,4 micron su ciascun lato; forniscono un’area sensibile di ben 15,15x15,15 mm, per un totale di ben 4,19 megapixel: c’è di che… leccarsi i baffi per tutti coloro che aspirano a riprese di grandi campi celesti. Anche l’effi cienza quantica (QE), ovvero la percentuale di fotoni che producono un segnale quando raggiungono il sensore, è soddisfacente, tant’è che Kodak dichiara addirittura un 55% attorno a una lunghezza d’onda di 500 nm: niente male, considerando che l’occhio umano ha una QE del 3-4%. Nonostante la quantità di dati che proviene da un sensore così grande, il download, ovvero lo scaricamento dell’immagine nel PC, avviene in solo 2,8 secondi. Una prima analisi Ho grandemente apprezzato il basso peso della testa di questa camera CCD SXVF-H16, che è di soli 390 g; applicandola a qualunque telescopio, fornisce un braccio di leva quasi inesistente e non produce fl essioni indesiderate sul tubo di messa a fuoco per gli strumenti che hanno estrazione focale rilevante, e nemmeno cedimenti nella struttura dei newtoniani commerciali, il cui tubo appare sempre piuttosto leggero. Tags:PROVE STRUMENTI