Nuovo Orione nr. 199 Dicembre 2008

Nuovo Orione nr. 199
Dicembre 2008
In edicola dal 27 Novembre
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Una sola Terra, un solo cielo36
Una sola Terra, un solo cielo
B. A. Tafreshi e M. Simmons (trad. di W. Ferreri)
UN GRUPPO INTERNAZIONALE DI FOTOGRAFI UTILIZZA IL CIELO NOTTURNO PER SVILUPPARE UNO SPIRITO DI FRATELLANZA DEL GENERE UMANO
Tutti noi viviamo sotto lo stesso, eternamente pacifi co, cielo. L’abbagliante Venere si libra nel crepuscolo del Texas solo un po’ di ore dopo che viene vista da chi guarda il cielo in Iran. Le familiari stelle dell’Orsa Maggiore transitano sulle cupole del Vaticano dopo aver fatto lo stesso su quelle di un tempio buddista in Cina. La magnifi ca Via Lattea tende un arco sopra il Gran Canyon dell’Arizona nella stessa notte in cui è vista dagli abitanti del Nepal abbellire il cielo sopra le montagne dell’Himalaya. Tutte queste visioni accomunano il genere umano e aiutano a capirci e a sviluppare uno spirito di fratellanza. Il programma TWAN Il “Mondo di Notte” o TWAN (The World At Night, www.twanight.org) è un nuovo programma sviluppato da un gruppo no profi t di “Astronomi senza confi ni” (Astronomers without borders, www. astronomerswithoutborders. org). Il progetto cerca di produrre una visione panoramica di tutto il mondo, mettendo insieme una collezione di stupefacenti fotogra- fi e dei siti più belli o di interesse storico, su uno sfondo notturno di stelle, pianeti ed eventi celesti. Quando i confi ni svaniscono, spesso le differenze politiche e culturali diventano irrilevanti. Si sono combattute guerre per i con- fi ni, religione, razza e ideologie. Ma la visione dallo spazio rivela la vera natura della nostra casa cosmica: un pianeta senza confi - ni, diviso solo tra terre e mari. In effetti, solo pochi sperimentano la possibilità di vedere direttamente la Terra dall’alto, ma tutti noi possiamo osservare dal basso il cielo stellato, anch’esso senza confi ni. Le stelle brillano indifferentemente su tutte le nazioni e regioni. Tags:CIELO E TERRA -
PHOENIX: enigmatici messaggi da Marte40
PHOENIX: enigmatici messaggi da Marte
Cesare Guaita
LE SCOPERTE DELLA SONDA ATTERRATA VICINO AL POLO NORD MARZIANO, IN BUONA PARTE IMPREVEDIBILI, GETTANO NUOVA LUCE SUL COMPLESSO PROBLEMA DELLA RICERCA DI VITA SUL PIANETA ROSSO
Si è formalmente conclusa a metà novembre 2008 la missione Phoenix, dopo oltre 5 mesi di intenso lavoro analitico sul permafrost della calotta polare Nord di Marte. A determinare l’interruzione delle operazioni di scavo, di prelievo e di analisi dei campioni di suolo marziano non sono stati problemi tecnici, ma - esclusivamente - una situazione climatica ormai insostenibile per quel che riguarda la temperatura ambiente. Arriva l’inverno marziano Il periodo critico è iniziato a partite dal Sol 93 (ossia dal 93° giorno di permanenza su Marte). Era il 28 agosto 2008, e il Sole - da tre mesi ininterrottamente presente nel cielo estivo marziano - ha cominciato a scomparire a mezzanotte sotto l’orizzonte. A metà ottobre 2008, la notte polare marziana durava già quattro ore. Come conseguenza, la temperatura notturna rasentava ormai i -100 °C, e molta più energia era richiesta per tenere in sicurezza (cioè a temperature maggiori di -40 °C) le elettroniche interne: una cosa tanto più gravosa se si considera che i 3300 W forniti inizialmente dai pannelli solari sia erano ormai ridotti a poco più di 2000 W. Alla metà di novembre 2008, Phoenix è stato messo in “ibernazione”, perché i pannelli solari fornivano ormai solo 1000 W, mentre la temperatura notturna rasentava i -130 °C, il limite estremo sopportabile dai circuiti elettronici di bordo. Tags:SISTEMA SOLARE -
I cento anni di MONTE WILSON46
I cento anni di MONTE WILSON
A. M. & W. S. (trad. di W. Ferreri)
COMPIE UN SECOLO IL PATRIARCA DEI TELESCOPI GIGANTI DEL NOVECENTO, LO STRUMENTO CHE SPOSTÒ IL SOLE DAL CENTRO DELLA GALASSIA
La notte del 13 dicembre 1908 vide la “prima luce” il telescopio da 152 cm situato sulla cima californiana di Monte Wilson. Nessuna fanfara o discorso uffi ciale aprì il suo primo respiro di luce stellare, ma quell’istante segnò l’inizio di una nuova era. Ora, guardando a ritroso di un centinaio d’anni, possiamo vedere in quel 152 cm il primo telescopio di una nuova stirpe, il patriarca dei giganti odierni, il primo moderno rifl ettore. Il 152 cm nacque grazie a una strana coppia; uno era un signore di sangue blu, di casa tra l’aristocrazia arricchita di Chicago, l’altro un proletario; due specie molto differenti di visionari, i cui geni combinati assieme diedero all’astronomia gli strumenti per un nuovo secolo. Partner improbabili George Ellery Hale utilizzò al meglio ogni vantaggio che gli proveniva dal suo facoltoso padre che stravedeva per lui. Hale senior aveva costruito ed equipaggiato per il fi glio l’osservatorio privato di Kenwood, a Chicago, completo con un telescopio da 30 cm, un’offi cina e un laboratorio di fi - sica che avrebbero fatto invidia a molte università. Il precoce ragazzo crebbe come un dotato giovane scienziato con una prospettiva di futuro in astrofi sica e l’ambizione e il coraggio di perseguire quest’idea. Nel 1892 il ventiquattrenne Hale si iscrisse alla facoltà di John D. Rockefeller, all’Università di Chicago. Ben presto, riuscì a far realizzare con successo - per conto dell’Università - il rifrattore da 102 cm dell’Osservatorio Yerkes nella vicina William Bay, nel Wisconsin. Questo fu il primo di una lunga serie di telescopi di livello mondiale che devono la loro esistenza ad Hale. Tags:OSSERVATORI -
Un fluido mortale chiamato BLOB50
Un fluido mortale chiamato BLOB
Giuseppe Palumbo
CINQUANT’ANNI FA IL FILM CHE HA CONIATO UN TERMINE ENTRATO NEL LINGUAGGIO COMUNE
Nel 1958, usciva negli USA il fi lm Fluido mortale (The Blob), di Irvin S. Yeaworth, con Steven (sic!) McQueen, Aneta Corseaut, Olin Howlin ed Earl Rowe. Era un fi lm di fantascienza mediocre, nato come B-movie, eppure riscosse un incredibile quanto inspiegabile successo, trasformandosi in un fi lm cult degli anni Cinquanta. Una gelatina di colore rosso Un meteorite proveniente dallo spazio si schianta in un bosco nei pressi di una piccola città americana; dalla “pietra cosmica” fuoriesce una goccia di gelatina di color rosso, che poco dopo attacca un povero fattore che si è malauguratamente avvicinato al punto in cui è precipitato il meteorite. Il giovane Steve e la fi danzata, che si trovano nei pressi, soccorrono il fattore e lo accompagnano dal medico della città in cui vivono. Il medico non può fare nulla contro ciò che sembra un micidiale parassita che assimila la carne e assorbe i tessuti umani; poco dopo, questa massa gelatinosa assimila completamente il fattore, poi attacca e uccide sia l’infermiera che il medico. La micidiale massa gelatinosa, questo blob, più divora e assimila carne umana, più si ingrandisce; così, aumenta il suo bisogno di mangiare altra carne umana. Steve e la fi danzata cercano di dare l’allarme avvisando le autorità, poiché si rendono conto del grave e serio pericolo che tutti corrono, ma non vengono creduti; la massa gelatinosa nel frattempo uccide ancora e diventa sempre più pericolosa, tanto da attaccare un supermercato e poi addirittura un cinema pieno di gente. Solo a questo punto la Polizia crede ai due giovani e ai loro amici, che nel frattempo si sono uniti per allarmare la piccola città americana. Il mostro è ormai inarrestabile, anche perché sembra che nulla possa ucciderlo. Tags:DOCUMENTI -
L’occultazione di VENERE52
L’occultazione di VENERE
Walter Ferreri
IL MESE DI DICEMBRE INIZIA CON UNO SPETTACOLARE FENOMENO CELESTE CHE SI PUÒ SEGUIRE ANCHE A OCCHIO NUDO
Il primo giorno di questo mese si verifi ca un’occultazione lunare particolarmente avvincente, quella del pianeta Venere. Questo evento si può defi nire veramente spettacolare, in quanto è visibile in un orario molto comodo per le nostre abitudini da quasi tutta l’Italia (dalla Sicilia sud-orientale è visibile come radente) e riguarda il pianeta più brillante. Le condizioni del fenomeno In questa circostanza, la magnitudine di Venere è -4,2, mentre il suo diametro assomma a 16,7” e la fase a 0,69. L’angolo di fase vale 67°. Come si può capire dalle dimensioni angolari del pianeta, Venere durante l’evento è a una considerevole distanza dalla Terra, esattamente a 150,35 milioni di km; praticamente uguale a quella che ci separa dal Sole. Purtroppo, per noi osservatori dell’emisfero boreale, la declinazione del pianeta è molto negativa: -24°; solo di un grado e mezzo meno negativa di quella che aveva a metà novembre. L’occultazione si verifi ca nella parte nord-orientale della costellazione del Sagittario, la stessa in cui si trova Giove, situato durante il fenomeno solo 2° a nord, dove brilla di mag. -2,0. L’inizio del fenomeno si ha intorno alle ore 17 e 20 minuti, con l’ingresso che avviene dalla parte del bordo lunare non illuminato. Il tutto dura circa un’ora, dopo la quale il pianeta riappare dal bordo luminoso della falce lunare (la Luna ha un’età di esattamente quattro giorni). In Tabella 1 sono dati i tempi esatti di ingresso ed egresso per alcune città italiane, espressi in Tempo Medio dell’Europa Centrale, cioè nell’ora seguita in Italia. Sono fornite anche le altezze sull’orizzonte della Luna in queste circostanze. Tags:OSSERVAZIONI -
SkyShed POD: una cupola per tutti54
SkyShed POD: una cupola per tutti
Federico Manzini
Quasi una volta ogni 5 o 6 anni, emerge una grande novità nel campo della strumentazione astronomica e cambia l’hobby per migliaia di entusiasti. Ricordo a memoria: i telescopi di tipo Schmidt-Cassegrain, i telescopi dobsoniani, le montature GoTo computerizzate, gli oculari Nagler a grande campo e le camere CCD non professionali. Direi che anche questa novità può cambiare le modalità di come e quanto si osserva il cielo: lo SkyShed POD ne ha infatti tutte le caratteristiche. Molti fra gli osservatori veterani sostengono infatti che il migliore accessorio per il proprio telescopio è un osservatorio. Per molti astrofi li, il sogno di un osservatorio è sempre rimasto tale, ma da ora hanno la possibilità di costruirlo nel proprio cortile per entrarvi senza preavviso e senza perdere tempo per la regolazione delle attrezzature. Lo SkyShed POD costa poco, è facile da montare e promette di cambiare la vita astronomica di chi lo utilizza. Una prima analisi POD è un nome simpatico che sta per Personal Observatory Dome (“cupola-osservatorio personale”); l’acronimo POD in inglese ha però anche signifi cato di baccello o guscio e pare scelto appositamente dai costruttori per indicare le caratteristiche di “difesa” che possiede questa attrezzatura. Tags: -
Telescopio Sky-Watcher Dobson 12”58
Telescopio Sky-Watcher Dobson 12”
Walter Ferreri
Come è noto, i Dobson hanno la fama di essere strumenti ai quali - in nome dell’apertura e del costo - si sacrifi cano precisione ottica e accuratezza di rifi niture. Si tratta di strumenti essenziali, dove ciò che conta è l’apertura e non la precisione dei movimenti o l’alto grado di fi nezza nei dettagli. Una nostra prova sul campo di un Dobson Sky-Watcher da 10” (vedi Nuovo Orione n. 151, dicembre 2004) aveva però smentito la fama di ottiche imprecise e approssimate. La resa ottica di quello strumento ci aveva stupito, in quanto era risultata allineata con quella di strumenti ben più costosi e comunque non inferiore a quella di Newton più blasonati. Abbiamo quindi ricevuto con una certa curiosità l’arrivo di questo “fratello maggiore”, per verifi care se il “miracolo” del 10 pollici si è ripetuto o se invece si è trattato di un caso sporadico. Il montaggio dello strumento Questo strumento da 12” ci è pervenuto direttamente tramite un addetto dell’Auriga, che ci ha consegnato la parte inferiore, la base con la montatura a forcella altazimutale già montata, e il resto in un imballo di cartone. Il basamento è caratterizzato da un grosso disco di legno (da 64 cm di diametro). Sopra di esso ruota un secondo disco gemello, consentendo in tal modo il posizionamento in azimut. Le due “ali” che costituiscono i bracci della forcella si elevano dal secondo disco e sono tenute alla distanza corretta da uno spaziatore, anch’esso in legno come la forcella. Quest’ultima è rinforzata da due pannelli laterali. Tags:PROVE STRUMENTI