Nuovo Orione nr. 194 Luglio 2008

Nuovo Orione nr. 194
Luglio 2008
In edicola dal 26 Giugno
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La vita su Marte nelle mani di PHOENIX38
La vita su Marte nelle mani di PHOENIX
Cesare Guaita
A DIFFERENZA DELLE SONDE VIKING NEGLI ANNI 70, L’ULTIMA ARRIVATA SUL SUOLO MARZIANO NON PUÒ FARSI SFUGGIRE LA PRESENZA DI SOSTANZE ORGANICHE. VEDIAMO PERCHÉ
C’è un grande enigma marziano che le sonde Viking si trascinano da 30 anni, ossia da quando, per la prima volta, cercarono direttamente su Marte la presenza di forme elementari di vita. In sostanza, si tratta del fatto che uno dei quattro esperimenti dei Viking, quello denominato SOS (Search for Organic Substances) non riuscì a rilevare traccia di sostanze organiche nel terreno marziano. L’enigma irrisolto dei Viking Lo strumento utilizzato era uno spettrometro di massa (MS), in grado di individuare frammenti molecolari con peso da 10 a 200 unità di massa atomiche, collegato a un gascromatografo (GC), il cui compito era quello di separare preventivamente i singoli componenti per permetterne una determinazione univoca: da qui la denominazione di GCMS per questo analizzatore di molecole organiche. La sensibilità dichiarata dello strumento era buona (1 ppb, ovvero una parte per miliardo), ma ci sono sempre stati dubbi che sia stata effettivamente raggiunta. Ognuno dei due lander Viking disponeva di tre fornaci entro cui veniva introdotto un campione di terreno. Dopo un preriscaldamento a 200 °C, per eliminare tutti i composti volatili, il materiale veniva portato a 500 °C, per vaporizzare eventuali miscele di molecole carboniose complesse: questo perché potessero prima passare nel GC per essere separate individualmente e poi entrare nel MS per essere analizzate chimicamente. Tags:SISTEMA SOLARE -
L’opposizione di GIOVE42
L’opposizione di GIOVE
Walter Ferreri
IL FENOMENO ASTRONOMICO PIÙ RILEVANTE DI QUESTO MESE RIGUARDA LE MIGLIORI CONDIZIONI OSSERVATIVE DEL PIANETA PIÙ GRANDE DEL SISTEMA SOLARE
Il giorno 9 di questo mese, alle ore 10 di tempo legale estivo, il grande pianeta Giove viene a trovarsi in opposizione al Sole, facendo sì che luglio sia quest’anno il mese migliore per la sua osservazione. Il grande pianeta splende nella costellazione del Sagittario, dove rimane per tutto il 2008, anche se a dicembre viene a trovarsi molto prossimo alla contigua costellazione del Capricorno. L’opposizione è la disposizione più favorevole per osservare un pianeta esterno, sia perché la sua distanza dalla Terra è intorno a quella minima, sia perché lo si vede nel punto più alto che raggiunge nel cielo nel pieno della notte. Come osservare Giove Questo mese, il pianeta è facilmente distinguibile come la stella più brillante della notte: per tutto luglio, la sua magnitudine è calcolata pari a –2,7. La Tabella 1 fornisce anche altri suoi dati per il mese in questione. L’angolo di fase indica di quanti gradi, da Giove, si vede separata la Terra dal Sole. Come si può notare dalla tabella, Giove esibisce un diametro angolare generoso, tale da dare soddisfazione anche se osservato con piccoli strumenti. Nei giorni in cui è più vicino, è suffi ciente uno strumento capace di un potere di sole 40 volte per vederne il disco ampio come quello lunare visto a occhio nudo. Ma per apprezzare i dettagli del disco, è ovviamente di gran lunga preferibile un potere più alto, per esempio di almeno 120-130 volte, mentre una resa ottimale la si ottiene con poteri fra le 180 e le 250 volte. L’astrofi lo osservatore troverà che la visibilità delle celebri bande e zone è al massimo quando si utilizza un ingrandimento analogo al diametro obiettivo espresso in millimetri. Ingrandimenti bassi, tipo quelli equivalenti al raggio dell’obiettivo, rendono il disco troppo luminoso senza fi ltri. Dal lato opposto - come si può facilmente verifi care - la percezione di tali dettagli viene compromessa da un ingrandimento eccessivo, per esempio quello equivalente a 2 volte il diametro obiettivo. Tags:OSSERVAZIONI -
PICCOLI giocatori sul campo del gigante44
PICCOLI giocatori sul campo del gigante
J. Maugeri e A. MacRobert (trad. di W. Ferreri)
LE LUNE DI GIOVE E LE LORO OMBRE MOSTRANO I LORO FENOMENI QUASI OGNI NOTTE, CON DETTAGLI CHE NON TUTTI CONOSCONO
Chiunque inizia a interessarsi di astronomia impara presto diverse cose sulle quattro principali lune di Giove e sulla loro facile visibilità in un piccolo telescopio - e anche sugli eventi interessanti che si verifi cano quando queste lune passano davanti al disco di Giove, proiettandovi le loro piccolissime ombre nere, oppure quando spariscono dietro i suoi bordi o vengono eclissate dall’ombra di Giove. Quando Giove si trova in una posizione favorevole per l’osservazione, come in questo periodo, può essere l’occasione giusta per interessarsi a questi fenomeni curiosi e spettacolari, così variegati che alcuni loro aspetti possono sfuggire perfi no agli osservatori esperti. Qui ci occuperemo in particolare dei transiti dei satelliti e delle loro ombre attraverso il grande e luminoso disco di Giove. Ombre delle lune Le ombre sono molto più visibili delle lune stesse quando attraversano il disco del pianeta. La ragione consiste nel fatto che sono nere – presentando così un alto contrasto con la superfi cie del pianeta – mentre le lune hanno circa la stessa luminosità del disco di Giove, essendo entrambi illuminati dalla stessa luce solare, perciò si “mimetizzano”. Per vedere chiaramente le ombre, occorrono almeno un buon telescopio da 80 mm e un buon seeing. Un telescopio di questo diametro le mostrerà solo come punti scuri e abbastanza irrisolti da poterle confondere con piccole formazioni nuvolose scure. Comunque, anche quando le condizioni atmosferiche sono sfavorevoli, le ombre sono facili da riconoscere, poiché si muovono più velocemente attraverso il disco di Giove (da est a ovest) di quanto non facciano i dettagli del disco, specialmente in prossimità dei bordi del pianeta. In questo periodo le ombre cadono su Giove nell’emisfero nord del pianeta, poiché la luce del Sole arriva da 2° sud del suo equatore e del piano orbitale dei satelliti. Più il satellite è lontano da Giove e più boreale si presenta l’ombra. Tags:OSSERVAZIONI -
La seconda vita di un glorioso SALMOIRAGHI47
La seconda vita di un glorioso SALMOIRAGHI
Erasmo Bardelli
LA STORIA DEL RESTAURO DI UN PREZIOSO E “STORICO” RIFRATTORE, SALVATO DAL DEGRADO GRAZIE ALL’IMPEGNO DEL CIRCOLO ASTROFILI DEEP SPACE DI LECCO
All’interno di Palazzo Belgiojoso, a Lecco, nell’omonimo e splendido parco che ospita i Musei Civici di Lecco e il Planetario, nel 1947 venne installata la cupola di un osservatorio amatoriale, di notevole valore per i suoi tempi. Non è facile sapere quanto sia stata utilizzata nei suoi primi anni di vita, ma nell’ultimo mezzo secolo è rimasta chiusa perennemente. Con il tempo, la cupola di lamiera si è deteriorata a tal punto da perdere pezzi dal tetto, lasciando il telescopio in balia delle intemperie e della polvere. Un orrore per qualsiasi telescopio, ancor più se si tratta di uno strumento di alto livello come quello ospitato nella cupola di Palazzo Belgiojoso. Mi sono quindi informato dalle autorità competenti, per sapere se si potesse intervenire per salvare il telescopio. Il Direttore dei Musei Civici mi ha subito spiegato che era impossibile rimettere in funzione la cupola e il telescopio a uso pubblico, perché la struttura non rispondeva alle attuali norme di sicurezza. Non solo: essendo addirittura pericolante, era già stato programmato lo smantellamento. Ho chiesto allora se fosse possibile portare “a terra” il telescopio (la cupola si trova sul tetto di un palazzo di tre piani), per restaurarlo a spese del gruppo astrofi li Deep Space di Lecco. Il Direttore ha risposto entusiasticamente di sì, concedendo anche il permesso di custodia dello strumento presso il Planetario (realizzato in un’ala dello stesso Palazzo, vedi l’articolo “Il Planetario di Lecco” di E. Bardelli, n. 164, gennaio 2006), una volta ultimato il restauro. Chi più di noi, locale gruppo astrofi li e gestori del Planetario, avrebbe potuto curarsene? Tags:STRUMENTI -
Nel Grande Deserto incontro al CIELO50
Nel Grande Deserto incontro al CIELO
Monica Bauso e Romano Serra
CHI SOGNA PAESAGGI ALIENI, CHI DESIDERA TOCCARE LA LUNA E MARTE O VIAGGIARE NEL TEMPO NON SI IMBARCHI SU UNA NAVE SPAZIALE: SI METTA IN CAMMINO NEL SAHARA
Da tempo ormai, il deserto, il Grande Deserto, può essere visitato, esplorato, ammirato, da una grande quantità di persone. Vi sono agenzie turistiche che a prezzi più o meno abbordabili organizzano spedizioni, anche nei luoghi più sperduti, garantendo, con grande accuratezza e facilità, sicurezza, acqua, cibo, cultura. Il Sahara, il più grande deserto della Terra, è costituito da monti, altopiani, vallate, roccia, ghiaia, sabbia e - al contrario di ciò che ci si potrebbe aspettare - non è per nulla “deserto”. Si possono osservare diversi animali: dagli insetti, ai roditori, ai mammiferi, ai rettili, agli uccelli in migrazione, oltre a incontrare straordinarie testimonianze preistoriche, appartenenti al periodo in cui l’attuale territorio sahariano era umido. La preistoria, la paleontologia, la geologia e l’astronomia si fondono, creando delle condizioni ideali per la conoscenza di molti aspetti della natura che ci circonda, oltre che di noi stessi. Queste righe vogliono essere un promemoria e un invito all’osservazione di “cose del cielo”, per chi potrà passare qualche giorno in pieno deserto. Tanti materiali, proveniente da quei territori, sono esposti presso il planetario di San Giovanni in Persiceto (BO). Tags:CIELO E TERRA -
L’Osservatorio Astronomico di TRADATE56
L’Osservatorio Astronomico di TRADATE
Giuseppe Palumbo
NON BASTA GUARDARE, BISOGNA GUARDARE CON GLI OCCHI CHE VOGLIONO VEDERE” (G. GALILEI)
Il famoso detto di Galileo riportato nel sottotitolo è stato adottato come motto della FOAM13 (Fondazione Osservatorio Astronomico di Tradate “Messier 13”) che ha realizzato a Tradate, in provincia di Varese, un vero e proprio “polo astronomico”, che fi no ad alcuni decenni fa sarebbe stato un sogno persino per gli astronomi professionisti: una struttura contenente il telescopio principale con la sua specola, i telescopi ausiliari, una torre solare con laboratorio eliofi sico, i radiotelescopi, una sala conferenze, la strumentazione CCD per la rilevazione fotografi ca e la strumentazione informatica. Il tutto immerso nella natura del “Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate”, un polmone verde che confi na con la pianura e le Prealpi, un territorio vivo, ricco di attività forestali e agricole. La storia di un sogno L’Osservatorio Astronomico di Tradate è la realizzazione di un sogno di un gruppo di astrofi li, quelli del Gruppo Astronomico Tradatese (GAT), che opera nel campo della ricerca e della divulgazione astronomica dal 1973. Le numerose ricerche in campo astronomico sono state effettuate dal GAT grazie a strumenti privati. Chi è astronomo professionista o astrofi lo sa bene quanto sia costosa la strumentazione astronomica; nasce così un desiderio, un “sogno proibito”, e cioè quello di realizzare un Osservatorio Astronomico pubblico in modo da poter offrire a tutti quelle emozioni uniche e meravigliose che si provano nell’osservare il cielo stellato. Ma, si sa, tra il dire e il fare… Tags:OSSERVATORI -
La camera Imaging Source DBK 31AU0360
La camera Imaging Source DBK 31AU03
Federico Manzini
La Imaging Source è un’impresa multinazionale con rami a Charlotte (USA), Taipei (Taiwan) e Brema (Germania). Negli ultimi 20 anni ha prodotto camere fotografi che per applicazioni industriali, scientifi che e mediche nel campo dell’applicazione delle immagini (www.theimagingsource. com/it). Nel mese di gennaio 2007, Imaging Source ha lanciato una nuova linea di camere dedicate esclusivamente agli astrofotografi ; questi nuovi strumenti già stanno godendo molto successo all’interno della comunità astronomica. Le camere CCD di Imaging Source sono ora disponibili con connessione USB 2.0; queste ampliano la gamma di camere FireWire già ben conosciute dal pubblico. Sono camere che lavorano molto bene e sono riconosciute per la loro buona qualità di immagine, in particolare per le riprese planetarie. Sono anche adatte a riprendere immagini di profondo cielo; pur possedendo una digitalizzazione a 8 bit e mancando di raffreddamento del sensore, hanno dimostrato ottima versatilità anche in questo campo particolare di ripresa. Tags:PROVE STRUMENTI