Nuovo Orione nr. 184 Settembre 2007

Nuovo Orione nr. 184
Settembre 2007
In edicola dal 30 Agosto
-
Il GRUPPO M8132
Il GRUPPO M81
Federico Manzini
Tra le galassie che fanno capo alla grande spirale dell’Orsa Maggiore, si trovano oggetti curiosi che danno la possibilità di testare le ottiche e la capacità di osservazione
Così come i pianeti e le loro stelle, anche le galassie possono essere gravitazionalmente associate ad altre compagne; come la Via Lattea è un membro del Gruppo Locale, anche la maggior parte delle galassie che si osservano appartengono ad altri gruppi di galassie. Gli astronomi hanno trovato la prova di strutture ancora a più grande scala, e in una di queste grandi aggregazioni di galassie, la “Nube di Coma-Sculptor”, si trova proprio il nostro Gruppo Locale assieme ad altri gruppi a noi vicini. Le galassie del Gruppo Locale si trovano all’interno di una sfera di circa 10 milioni di anni luce di diametro, il cui centro si trova fra la Via Lattea e M31; è solo all’esterno di questa sfera che cominciamo ad avere la prova dell’espansione cosmologica negli spettri delle galassie. Il gruppo di galassie che fa capo a M81 (“Gruppo M81”) è stato il primo in cui le curve di luce delle variabili cefeidi, associate ai dati di redshift (lo spostamento verso il rosso degli spettri stellari), sono state usate per misurare la “costante di Hubble”, il parametro che misura l’espansione dell’Universo. Queste misurazioni hanno posto la distanza del centro del Gruppo M81 a 3,25 Mpc (10,6 milioni di anni luce).
Tags:OSSERVAZIONI -
Astrofotografia per... VISUALISTI38
Astrofotografia per... VISUALISTI
Piero Mazza
Come elaborare immagini in tricromia con semplici operazioni in PhotoShop alla portata di tutti
Il titolo di questo articolo può sembrare ironico o forse un po’ provocatorio. D’altra parte, nell’era digitale che impera oramai da molti anni in tutti gli aspetti dell’attività umana, è importante anche per i “visualisti puri”, cioè coloro che hanno finora tratto diletto dall’osservazione diretta del cielo solo con i propri occhi, cercare ogni tanto qualcosa di diverso, ma altrettanto gratificante. In particolare, gli osservatori del cielo profondo, come chi scrive, hanno purtroppo un paio di vincoli ben precisi: sono costretti a spostarsi in montagna alla ricerca di un cielo decoroso e devono consultare il lunario mensile; infatti, la presenza della Luna anche ai minimi di fase disturba molto l’osservazione di deboli galassiette e di evanescenti nebulose, limitando le nottate osservative. Di qui una sorta di diversivo cui può dedicarsi chiunque da casa propria: tutto ciò che occorre è un computer, una connessione a internet e un minimo di dimestichezza nell’elaborazione delle immagini con un editor apposito. Tags:TECNICA -
L’imperdibile pianeta URANO42
L’imperdibile pianeta URANO
Albino Carbognani
Quest’anno il pianeta gigante presenta alla Terra le sue regioni equatoriali, un evento da non perdere e che si ripeterà solo fra 42 anni
Il Sistema Solare ospita quattro “pianeti giganti”. Di questi, i più massicci e vicini al Sole, Giove e Saturno, sono costantemente monitorati dagli amatori, mentre Urano e Nettuno, più piccoli e distanti, sono molto più trascurati. La ragione di questo fatto risiede nella grande distanza che separa questi pianeti dalla Terra, che li riduce ad apparire come deboli dischetti di pochi secondi d’arco di diametro. Tuttavia, quest’anno Urano mostra alla Terra (e al Sole) le regioni equatoriali. L’ultima volta si è verificato nel 1966, e la prossima sarà fra altri 42 anni. Questa configurazione inaugura l’inizio della primavera nell’emisfero settentrionale di Urano e potrebbe aumentare l’attività atmosferica, rendendo visibili delle tenui bande sul pianeta. Se a questo si aggiunge il fatto che, nella ripresa delle immagini planetarie, una economica webcam permette di ottenere risultati enormemente superiori rispetto alla tecnica fotografica e visuale impiegate fino a qualche anno fa, ecco che la possibilità di riprendere i maggiori dettagli atmosferici di questo remoto pianeta non è poi tanto remota.
Tags:OSSERVAZIONI -
Un radiotelescopio da un KILOMETRO QUADRATO46
Un radiotelescopio da un KILOMETRO QUADRATO
Donatella Gravante e Gianluca Ranzini
Lo Square Kilometre Array (SKA) costituisce una sfida tecnologica e ingegneristica per la radioastronomia del XXI secolo, che prevede un importante contributo italiano
La radioastronomia è una scienza relativamente giovane, se si pensa che la scoperta di emissione di energia in elevate quantità sotto forma di onde radio da parte di alcuni corpi celesti risale agli inizi degli anni 30 del secolo scorso. Da allora, grazie ai radiotelescopi, si è potuto studiare l’Universo in un modo nuovo, mai sperimentato prima dagli strumenti ottici a terra o in orbita. Infatti, le onde radio penetrano attraverso le nubi di polveri interstellari, consentendo di esaminare regioni fino al centro della nostra Galassia, che - invece - risultano completamente invisibili alle lunghezze d’onda ottiche. L’unione fa la forza I radiotelescopi sono ricevitori radio appositamente pensati per indagare il cielo radio con la maggiore risoluzione spaziale e la migliore sensibilità possibili. La prima è la capacità di distinguere fra loro due oggetti angolarmente vicini, la seconda è la capacità di rilevare segnali deboli. Questi strumenti sono dotati di antenne di grandi dimensioni, le cui superfici raccolgono, concentrandola nel loro fuoco, la debole radiazione elettromagnetica emessa dalle radiosorgenti galattiche ed extragalattiche.
Tags:OSSERVATORI -
Sorprese nel cielo d’autunno al BINOCOLO50
Sorprese nel cielo d’autunno al BINOCOLO
James Mullaney (traduzione di Walter Ferreri)
Quando si tratta di scrutare il cielo, nulla batte il binocolo per convenienza e versatilità. Prepariamoci a osservare il cielo autunnale con questo strumento
Quasi sicuramente, avete un binocolo da qualche parte per la casa. Ma se non siete appassionati di astronomia, forse non avete mai provato a puntarlo verso il cielo di notte. E questo è un peccato, perché un binocolo è uno strumento meraviglioso per tutti, sia principianti che esperti, perciò nessuno dovrebbe esserne privo! I binocoli sono molto più facili da usare dei telescopi, grazie alla possibilità di puntarli rapidamente, al grande campo di visione e al fatto che danno un’immagine totalmente raddrizzata. Inoltre, consentono di osservare con entrambi gli occhi. Questo è molto più confortevole che guardare attraverso un telescopio con un occhio solo; inoltre, alcune persone hanno una sorprendente illusione di percezione della profondità. Nulla supera un binocolo nella sua praticità; ci vuole un attimo per prenderlo e andare fuori per una rapida occhiata, quando il tempo, le basse temperature o il passaggio di nubi rendono impraticabile la sistemazione di un telescopio. L’uso dei binocoli è così pratico e divertente che io li ho usati per almeno un quarto delle 20mila ore di tempo che ho trascorso a osservare il cielo. Questi strumenti offrono delle visioni meravigliose degli oggetti celesti, dal nostro Sistema Solare fino alle distanti galassie. Inoltre, alcuni astri sono più belli da vedere con i binocoli che non con i telescopi. Tra questi, vi sono le costellazioni e gli asterismi, grandi ammassi stellari aperti e quella che ci appare come la galassia più grande di tutte: la Via Lattea!
Tags:OSSERVAZIONI -
Telescopio solare Coronado P.S.T.58
Telescopio solare Coronado P.S.T.
Walter Ferreri
La Focas di Firenze, una delle ditte più note tra quelle che trattano telescopi amatoriali, commercializza anche la serie degli strumenti dell’americana Coronado. Questa ditta è specializzata nella produzione di filtri H-alfa, cioè centrati sulla lunghezza d’onda di 656,3 nm, per la visione della cromosfera e delle protuberanze solari. Questi filtri, se sono caratterizzati da una banda stretta, per esempio sotto l’angstrom (0,1 nm), sono sfortunatamente piuttosto costosi: prezzi sui 3000 € sono del tutto comuni. Purtroppo, questo fattore ha allontanato moltissimi astrofili da questo genere di osservazioni. Ma, forse, il Coronado P.S.T. (Personal Solar Telescope) è lo strumento della svolta. Un piccolo telescopio per l’osservazione del Sole in luce H-alfa a un prezzo accessibile al singolo appassionato che non desidera investire in questo hobby cifre rilevanti. Infatti, diciamo subito che la sua grande novità è il prezzo. Ma che cosa offre questo strumento dall’estetica insolita? Fino a che punto il risparmio che permette di realizzare in questo settore è realmente tale? Per poter rispondere a queste domande, la Focas ci ha gentilmente inviato un esemplare di questo strumento.
Tags:PROVE STRUMENTI