
Nuovo Orione nr. 181
Giugno 2007
In edicola dal 31 Maggio
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Trovata una nuova TERRA?36
Trovata una nuova TERRA?
Cesare Guaita
Il primo pianeta extrasolare su cui può trovarsi acqua liquida appartiene a una nana rossa: le condizioni adatte alla vita sono più diffuse di quanto si pensasse
Nel 1969 Wilhelm Gliese, un astronomo tedesco dell’Istituto Rechen di Heidelberg, decise di realizzare un catalogo di tutte le stelle vicine al Sole, situate entro una distanza di 25 parsec (ossia 81,5 anni luce). Le distanze, molto precise, venivano calcolate con il sistema della parallasse trigonometrica (cioè in base allo spostamento apparente di una stella vicina rispetto alle stelle di fondo, in conseguenza del cambiamento della posizione della Terra lungo la sua orbita solare). Successivi aggiornamenti hanno permesso allo stesso Gliese e al collega Harmut Jahreiss di introdurre, nel 1991, il cosiddetto CNS3 (Gliese Catalog of Nearby Star, 3rd Edition), un catalogo costantemente in fase di completamento in funzione delle nuove scoperte. Attualmente, il CNS3 comprende circa 7000 stelle. Tra queste, quelle situate a una distanza di 20 anni luce o inferiore, che in realtà non superano il 10%, stanno acquisendo un interesse sempre crescente. Soprattutto da quando, a partire dalla metà degli anni 90, è iniziata una delle maggiori avventure astronomiche della nostra epoca: la ricerca di pianeti extrasolari. Infatti, più una stella è vicina, più si presta alla ricerca di possibili pianeti al seguito. Tags:ASTROFISICA -
Per iniziare a osservare il CIELO40
Per iniziare a osservare il CIELO
Albino Carbognani
Ricordiamo assieme tutto quello che occorre sapere, per svolgere un’attività di astronomia amatoriale
Praticare l’osservazione astronomica è certamente un’attività affascinante e coinvolgente dal punto di vista emotivo. Tuttavia “partire con il piede giusto” non è facile, e il principiante può trovarsi facilmente disorientato, come dimostrano le frequenti domande d’aiuto che arrivano in redazione. In questo articolo vedremo come si possa iniziare a praticare l’astronomia iniziando da soli e con conoscenze pari a zero, seguendo un approccio di tipo graduale. I primi timidi passi Per un principiante, l’esplorazione del cielo è paragonabile al viaggio in un paese straniero di cui non si conosce quasi nulla. In generale, la prima cosa che fa un bravo turista è cercare di informarsi su storia, geografia e stile di vita del paese in cui si recherà. Per l’esplorazione del cielo, si può procedere allo stesso modo: prima di avventurarsi all’aperto “sotto le stelle”, è necessario possedere un minimo di teoria, perché andare allo sbaraglio non porterebbe ai risultati sperati. Attenzione: non sto dicendo di andare a leggere l’ultimo trattato universitario di astronomia in dieci volumi; sto solo avvisando che per apprezzare quello che osserverete dal “vivo” con i vostri occhi sarà molto più facile se avrete anche una vaga idea di quello che state guardando. Da qui non se ne esce. Bisogna avere un’idea su che cosa siano Sole, Luna e pianeti, senza dimenticare nebulose, ammassi stellari e globulari, la nostra Galassia e, infine, le altre galassie. In questo modo, si fissano dei punti di riferimento che aiuteranno moltissimo nella fase di osservazione vera e propria. Pensateci bene: che cosa sapete veramente della varietà di oggetti che popolano il cosmo? Tags:ABC DELL’ASTROFILO -
Effetti speciali con le costellazioni “FILTRATE”45
Effetti speciali con le costellazioni “FILTRATE”
Gabriele Vanin
Tentiamo di scoprire i “trucchi” dei grandi astrofotografi con il semplice utilizzo di alcuni ben noti filtri fotografici
Molti conoscono sicuramente le magnifiche fotografie del giapponese Akira Fujii. Le sue riprese spaziano in ogni campo dell’astrofotografia, sempre con risultati ottimi. Dove però i suoi successi sono stati per molto tempo insuperabili, a mio avviso, da chiunque altro, è stato nella resa di costellazioni singole o gruppi di costellazioni. Il filtro diffusore di Akira Dopo molto tempo, ho finalmente capito come Akira riuscisse a riprodurre in quel modo le stelle dei vari raggruppamenti, dandole quel tono soft, una dimensione da leggermente a notevolmente maggiore del normale, una percezione molto maggiore del colore, senza una perdita apprezzabile di definizione (ovviamente, nessun fotografo va in giro a divulgare con facilità i suoi trucchi del mestiere): usando un filtro fotografico diffusore, del tipo di quelli usati nei ritratti per diminuire il contrasto. Così, anch’io ho provato a sperimentare con questo tipo di filtri, riprendendo costellazioni di tutte le dimensioni con varie focali, ottenendo dei buoni risultati. Quella che segue è una selezione delle migliori immagini ottenute. Quando non è altrimenti specificato, le riprese sono state effettuate con la diapositiva Scotch- chrome 800-3200, sviluppata a 3200 ISO. Tags: -
VESTA a occhio nudo!50
VESTA a occhio nudo!
Walter Ferreri
L’evento astronomico di questo mese: la rarissima possibilità di osservare un asteroide senza l’ausilio di strumenti ottici
Quando, nel 1801, venne scoperto il primo asteroide (Cerere) come pianeta mancante tra Marte e Giove, la comunità scientifica si stupì molto nel constatare la sua debole luminosità, indice delle sue piccole dimensioni, che lo rendono invisibile a occhio nudo. Già l’anno seguente se ne scoprì un secondo (Pallade); poi, nel 1804, un terzo (Giunone) e infine, il 29 marzo del 1807, un quarto: Vesta. La scoperta di Vesta avvenne per opera dell’astronomo tedesco Heinrich Wilhelm Olbers, che lo individuò dal suo osservatorio privato (situato nella sua abitazione), mentre il pianetino transitava nella costellazione della Balena. Olbers lasciò al grande matematico Gauss il piacere di scegliere il nome; quest’ultimo lo indicò in quello della dea romana Vesta, la protettrice del focolare domestico, della casa e della patria. Questo asteroide, benché arrivato quarto in ordine di scoperta, si dimostrò più luminoso dei primi tre, tanto che in talune circostanze può essere scorto perfino a occhio nudo! Questo è proprio ciò che si verifica all’inizio di questo mese di giugno e che giustifica la dedica a questo asteroide dell’”evento del mese”. Va però tenuto presente che la visibilità a occhio nudo non significa che l’asteroide sia ben visibile in qualsiasi cielo: la sua magnitudine sarà sotto la 6a, ma non arriverà alla 5,0. Più esattamente, il massimo è stato calcolato in 5,4; un valore notevole, che non si ripeterà fino al 2018, dovuto al fatto che questo asteroide viene a trovarsi in opposizione (il 31 maggio) in prossimità del suo perielio. Pertanto, Vesta è alla portata di una vista normale, ma solo da un cielo abbastanza buio. Tags:OSSERVAZIONI -
All’ascolto del cosmo con l’ALLEN TELESCOPE ARRAY52
All’ascolto del cosmo con l’ALLEN TELESCOPE ARRAY
Piermario Ardizio
Una grande schiera di antenne cercherà di rispondere a una serie di inquietanti domande, tra cui la più classica: siamo soli nell’Universo?
L’idea di avere a disposizione uno strumento da dedicare a tempo pieno alla ricerca SETI (Search for ExtraTerrestrial Intelligence, “ricerca di intelligenze extraterrestri”) ha da sempre sedotto molti ricercatori, ma si è sempre scontrata con il problema del costo elevato di un progetto del genere (vedi il box “All’ascolto di E.T.”). Finalmente, la situazione è cambiata, grazie alla benevolenza di magnati come Paul Allen (cofondatore della Microsoft) e Nathan Myrvhold (Microsoft), che hanno finanziato la costruzione di un apposito strumento, che sarà chiamato Allen Telescope Array (ATA). Meglio noto fino a qualche tempo fa come il “Telescopio da un ettaro” (1hT), nasce dallo sforzo congiunto del SETI Institute e dell’Università della California di Berkeley come strumento innovativo, composto da una schiera di antenne a basso costo, che possono essere usate contemporaneamente sia nella ricerca SETI che nella ricerca radioastronomica d’avanguardia. Il luogo dove sorgerà si trova 450 km a nord-est di S. Francisco, presso l’Hat Creek Observatory, gestito dal Radio Astronomy Lab (RAL) di Berkeley. Tags:OSSERVATORI -
Vixen Skypod VMC 11056
Vixen Skypod VMC 110
Fabrizio MarchiNella continua ricerca di nuovi strumenti super trasportabili a elevate prestazioni e puntamento automatico, anche Vixen, azienda giapponese sinonimo di qualità ottico/meccanica, come già da tempo realizzato da Meade e Celestron, ha presentato sul mercato un nuovo catadiottrico da 110 mm (lunghezza focale pari a 1035 mm), con caratteristiche di grande leggerezza, interessante design e un inedito (per ciò che riguarda la grande produzione commerciale) schema ottico. Scelte progettuali innovative Colpisce immediatamente la scelta progettuale dei tecnici Vixen, che si distacca completamente dai concorrenti di pari diametro delle aziende americane (serie ETX della Meade o Nexstar Celestron), per la scelta di una montatura altazimutale universale computerizzata molto compatta, fornita di serie con un “nano-treppiede”, che consente immediatamente l’utilizzo dello strumento, appoggiandolo su una qualsiasi superficie piana, quale può essere anche il da davanzale del balcone di casa. Ma soprattutto colpisce il disegno ottico proposto, poco diffuso a livello amatoriale e caratteristico di strumenti di maggior diametro.
Tags:PROVE STRUMENTI