Nuovo Orione nr. 180 Maggio 2007

Nuovo Orione nr. 180
Maggio 2007
In edicola dal 26 Aprile
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Occhi radar su laghi e mari di TITANO32
Occhi radar su laghi e mari di TITANO
Cesare Guaita
Durante ben 26 avvicinamenti stretti al grande satellite di Saturno, il radar della sonda Cassini ce lo ha mostrato più incredibile di quanto avevamo immaginato
In occasione del 16° fly-by con Titano (T16) dello scorso 22 luglio, il radar della sonda Cassini ha realizzato la scoperta più importante dei primi due anni di studi intensivi sul maggiore satellite di Saturno. Quel giorno per la sesta volta la grande antenna della sonda si è comportata come radar sintetico, andando a esplorare una stretta fascia di 6600 km della superficie di Titano, che partendo da 20°N e 142°W, si è portata fino a 80°N (dove ha raggiunto la minima distanza di 950 km), per poi ridiscendere a 13°N e 347°W (come andare dalle Hawaii al Sahara, passando per l’Oceano Artico…). Con un risultato sensazionale: le immagini radar prossime al polo nord hanno mostrato una superficie disseminata in ogni punto da un centinaio di bacini piatti di aspetto e dimensioni molto variabili (da 3 a 70 km) verosimilmente ricolmi di idrocarburi in forma liquida (soprattutto metano, etano, mescolati forse ad azoto). La presenza generalizzata di laghi polari è stata ampiamente riconfermata nei mesi successivi durante il flyby T18 del 23 settembre 06, il T19 del 9 ottobre ’06, fino ad arrivare, lo scorso 22 febbraio 07, con il flyby T25, alla scoperta più “elettrizzante”: quella di bacini fluidi di grandi dimensioni, paragonabili a dei veri e propri mari. Tags:SISTEMA SOLARE -
Evento del mese: l’occultazione di SATURNO40
Evento del mese: l’occultazione di SATURNO
Walter Ferreri
Il 22 maggio il Pianeta degli Anelli si nasconderà dietro la Luna. Un fenomeno che si presenta in condizioni ideali, assolutamente da non perdere
Il fenomeno astronomico più rilevante di questo mese è l’occultazione quasi centrale di Saturno da parte della Luna di martedì 22, con inizio intorno alle ore 21.40 di Tempo Legale Estivo. L’orario esatto varia da località a località, ma il fenomeno è completamente visibile da tutta l’Italia. Più esattamente, i dati del fenomeno sono riportati in Tabella 1 per tre città rappresentative. In generale, le occultazioni lunari sono abbastanza comuni, ma quelle degli astri brillanti sono piuttosto rare a vedersi da una certa località. Questo anche per il fatto che le dimensioni angolari della Luna non sono così estese come sembra. Il suo diametro apparente, di mezzo grado (più esattamente, in media, 1865”) corrisponde a quello di una moneta da un centesimo di euro vista dalla distanza di 182 cm. Di conseguenza, la Luna non passa davanti a molti astri luminosi, benché i pianeti si trovino nella stessa fascia di cielo e di conseguenza le loro occultazioni non siano particolarmente rare. Quest’anno, Saturno è già stato oggetto di un’occultazione lunare il 2 marzo scorso, ma a un orario molto scomodo (attorno alle 4 del mattino); tutta un’altra cosa rispetto all’occultazione di questo mese. Tags:OSSERVAZIONI -
La fotometria degli ASTEROIDI42
La fotometria degli ASTEROIDI
Albino Carbognani
Andiamo alla ricerca di nuovi e strani mondi, piccoli e distanti. Eseguendo ricerche che possono essere d’aiuto ai professionisti
In un articolo precedente (vedi Nuovo Orione n. 158), ci siamo occupati prevalentemente dell’osservazione astrometrica degli asteroidi, con un breve paragrafo finale sulla fotometria. Qui riprendiamo e ampliamo il discorso sulla fotometria amatoriale di questi oggetti, mostrando quanto sono interessanti gli studi che si possono fare sui corpi minori del Sistema Solare. Per poter apprezzare l’importanza di queste ricerche sono necessarie alcune informazioni di base su rotazione, spin, modelli fotometrici e asteroidi caotici. Alla fine vedremo come la fotometria amatoriale possa inserirsi con profitto in questi filoni della ricerca professionale. Il periodo di rotazione di un asteroide si ottiene abbastanza facilmente dalla curva di luce (cioè dalla variazione della magnitudine in funzione del tempo): basta misurare l’intervallo di tempo fra la ripetizione di due picchi identici della curva. Attualmente, sono noti i periodi di circa 1400 oggetti, quindi solo l’1% dei 140.000 asteroidi che hanno ricevuto il numero d’ordine. Le osservazioni indicano che: • tutti gli asteroidi più grandi di 150 m hanno un periodo di rotazione superiore alle 2 ore; • i corpi di dimensioni inferiori possono ruotare con un periodo molto inferiore. L’asteroide con il periodo più breve conosciuto è 2000 DO8, un oggetto di 80 m di diametro con un periodo di soli 1,3 minuti! Tags:TECNICA -
PLANCK E HERSCHEL le macchine del tempo48
PLANCK E HERSCHEL le macchine del tempo
Antonio Lo Campo
La doppia missione dei due nuovi satelliti europei, che sonderanno i misteri dell’Universo e delle stelle
Da Nobel a Nobel. Da Planck, come è stato battezzato il nuovo satellite dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) per lo studio delle origini dell’Universo, in ricordo di Max Planck, premio Nobel 1918 per la Fisica, fino a George Smoot, premio Nobel per la Fisica 2006, alla cui missione scientifica di questo satellite lega le ricerche che gli hanno garantito il massimo riconoscimento per uno scienziato (vedi l’articolo di M. Potenza “Un premio Nobel per il Big Bang”, su Nuovo Orione n. 175, dicembre 2006). Infatti, c’era anche Smoot a “battezzare” Planck, presentato il 1° febbraio scorso a Cannes, presso le infrastrutture francesi di Alcatel Alenia Space. Lo scienziato americano, dei Lawrence National Lab dell’Università di California a Berkeley, ha ricevuto il Nobel 2006 anche per alcune tra le ricerche di cosmologia che fanno parte del programma scientifico di questo nuovo satellite europeo, tra i più grandi e complessi finora realizzati. “È una missione innovativa”, ha sottolineato Smoot, “che per la prima volta andrà a scrutare nelle profondità dello spazio-tempo con una tecnica nuova, in bande spettrali finora mai utilizzate, e potrà fornire risposte importanti ai numerosi quesiti che ci poniamo da lungo tempo”. Tags:OSSERVAZIONI -
Il cielo INGANNEVOLE52
Il cielo INGANNEVOLE
Dennis L. Mammana (traduzione di Walter Ferreri)
L’Universo è pieno di illusioni ottiche, che spesso mettono in crisi le nostre possibilità di comprenderlo, ma non per questo è meno affascinante
Fu un po’ più di un secolo fa che il facoltoso bostoniano Percival Lowell costruì un osservatorio nella minuscola città di frontiera di Flagstaff in quello che era allora il Territorio dell’Arizona. Il suo scopo era quello di usare un telescopio gigante per studiare la rete di “canali” che egli vedeva attraverso il disco di Marte e di scoprire la super-intelligenza che – secondo lui – aveva realizzato quest’opera ciclopica. Le osservazioni e le teorie di Lowell prepararono il terreno a un secolo ricco di scienza. Ispirarono anche uomini di grande valore, come il pioniere della propulsione a razzo Robert Goddard, e autori di fantascienza come H.G. Wells, che ci portò al Pianeta Rosso tra mito e realtà. Da tempo sappiamo che i “canali” di Lowell non sono reali: erano delle semplici illusioni ottiche, provocate dalla turbolenza atmosferica e sostenute dalla credenza di Lowell in una vita marziana. Ma per questo noi non dovremmo biasimare troppo Lowell. Come i canali marziani, molto di ciò che vediamo nel cielo di notte sono illusioni. Alcune di queste illusioni derivano dalla nostra relativa piccolezza nel cosmo e dalle insondabili enormi distanze tra gli astri; altre dalla necessità che sentiamo noi esseri umani di fare ordine tra le cose. In particolare, alcune derivano da curiosi comportamenti dell’occhio e della mente. È facile essere ingannati, se non si conosce a fondo il problema. Esaminiamo quindi alcuni degli inganni celesti con i quali probabilmente avrete a che fare la prossima volta che osserverete il cielo. Tags:OSSERVAZIONI -
Binocolo Geoptik 15x7056
Binocolo Geoptik 15x70
Walter Ferreri
Non sappiamo se e quanto la nostra pubblicazione Il binocolo in astronomia (vedi la Biblioteca di Orione) abbia contribuito all’uso di questo strumento nell’osservazione del cielo, ma è sicuro che in questi ultimi anni i binocoli presso gli appassionati di astronomia sono divenuti molto più popolari e utilizzati. Sicuramente, gran parte di questa abitudine è dovuta alla produzione cinese, che ha abbattuto i costi di fabbricazione, rendendo possibile l’acquisto di binocoli con obiettivi di grosso diametro a un pubblico più vasto. Conosciamo astrofili che di binocoli ne possiedono due, tre o più! Proprio per questa sua larga diffusione, ci occupiamo questo mese di un altro modello di binocolo in grado di fornire grosse soddisfazioni astronomiche: si tratta di un 15x70 con prismi di Porro marcato Geoptik. Tags:PROVE STRUMENTI