BRILLAMENTI SOLARI
Mario Dho
Sfruttando le interazioni tra i raggi X di origine solare e la ionosfera terrestre, è possibile registrare indirettamente questi fenomeni con una stazione radio-ricevente nella banda VLF
Le macchie solari sono solamente una delle manifestazioni dell’attività solare. In prossimità del picco del ciclo delle macchie (che avviene ogni 11 anni) si possono osservare con maggiore frequenza dei lampi luminosi nella cromosfera al di sopra delle coppie di macchie, chiamati brillamenti (flare in inglese) che sono il risultato di esplosioni elettromagnetiche che producono una grande accelerazione degli elettroni, generando raggi X. Quando si verificano questi fenomeni, parte del gas della cromosfera evapora, andando ad alimentare di materia la sovrastante corona solare, con grandissima violenza. Se i brillamenti di maggiore intensità si registrano in prossimità del massimo solare, anche quando il Sole è “quieto”, dalla Terra si osserva una miriade di “piccoli” brillamenti che, in qualche modo, interferiscono con gli strati alti dell’atmosfera del nostro pianeta e condizionano le trasmissioni radio. Nel caso specifico dei brillamenti solari X, una stazione ricevente operante nella banda delle VLF (Very Low Frequency) può rilevare un repentino aumento di segnale, direttamente connesso all’entità del brillamento stesso e alla sua durata.
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