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TELESCOPI E CANNOCCHIALI68
TELESCOPI E CANNOCCHIALI
Piergiovanni Salimbeni
IL PANORAMA ATTUALE DEI TELESCOPI ASTRONOMICI E TERRESTRI È MOLTO VARIO. FINO A POCHI ANNI OR SONO LA SCELTA DI UNO STRUMENTO ERA LIMITATA A POCHI MODELLI. NEGLI ULTIMI ANNI, INVECE, I COSTRUTTORI HANNO AUMENTATO L’OFFERTA E L’INDECISIONE DI CHIUNQUE VOGLIA ACCOSTARSI ALL’OSSERVAZIONE E ALLA FOTOGRAFIA DELLA NATURA E DEL CIELOAvete mai pensato di utilizzare il vostro telescopio per osservare la natura “terrestre” oltre a quella “celeste”? In molti casi è possibile compiere entrambe le osservazioni con lo stesso strumento. In altri è preferibile acquistarne uno dedicato. Quale acquistare? Partiamo dai telescopi astronomici. Principalmente vi sono due tipi di strumenti ottici adatti a entrambe le osservazioni, diurna e notturna: i telescopi misti o catadriottici1 e i rifrattori. I primi sono i piccoli Schmidt Cassegrain o i Maksutov Cassegrain, con diametro dell’obiettivo compreso fra i 90 mm e i 120 mm. Oltre non è utile andare, almeno per l’uso diurno, sia per la turbolenza atmosferica che per le correnti che si formano all’interno dei tubi di grande diametro. Questi strumenti sono molto leggeri e compatti. Grazie al rapporto focale elevato, spesso compreso fra f/10 e f/15, è possibile ottenere degli alti ingrandimenti facendo uso di oculari che possiedono un’estrazione pupillare2 sufficiente anche per i portatori di occhiali.
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WILLIAM OPTICS un’immagine perfetta71
WILLIAM OPTICS un’immagine perfetta
Piero Bianucci
UN RIFRATTORE APOCROMATICO DALLA PERFETTA RESA DEI COLORI PER LA GIOIA DELL’OCCHIO E PER FOTOGRAFIE DI QUALITÀ. CARATTERISTICA ESCLUSIVA DEL FLT98 DDG È IL DISPLAY CHE ASSISTE LA MESSA A FUOCO: UN SENSORE ELETTRONICO MISURA L’ESTRAZIONE DEL FOCHEGGIATORE CON LA PRECISIONE DI UN CENTESIMO DI MMWilhelm Beer era un banchiere tedesco con la passione dell’astronomia. Nel 1829 si regalò un telescopio da 95 mm di obiettivo. Poteva permetterselo, e quindi acquistò un rifrattore acromatico dal miglior ottico dell’epoca, il celebre Joseph von Fraunhofer. Usando quel telescopio, aiutato dall’astronomo professionista Johan von Maedler, Beer misurò il periodo di rotazione di Marte commettendo un errore di appena 13s rispetto al valore che oggi consideriamo esatto. Poi disegnò una mappa della Luna che riportava settemila crateri e che rimase la migliore del mondo fino al 1870. Un buon rifrattore da meno di 10 cm permette di fare cose davvero straordinarie.
Pensavo a Beer e Maedler mentre provavo il nuovo telescopio della William Optics FLT98, e riflettevo sul fatto che per quanto buono fosse lo strumento fornito da Fraunhofer, certo non avrebbe potuto competere con quello che avevo tra le mani. Il rifrattore usato da Beer e Maedler era acromatico, cioè correggeva i difetti di colore dell’immagine montando un obiettivo a due lenti con diverso indice di rifrazione: una di vetro pesante flint e una di vetro leggero crown.
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LA TEMPESTA (solare) perfetta60
LA TEMPESTA (solare) perfetta
Daniel N. Baker , James L. Green
LE TEMPESTE SOLARI NEL 1859 CAUSARONO GRAVISSIMI PROBLEMI ALLE RETI TELEGRAFICHE IN TUTTO IL GLOBO E PROVOCARONO IL VERIFICARSI DI AURORE VICINO ALL’EQUATORE. QUALI EFFETTI POTREBBE AVERE OGGI UNA RICORRENZA DI TALE FENOMENO SUL NOSTRO MONDO MODERNO IPERTECNOLOGICO?Nella notte tra il 28 e il 29 agosto 1859 furono osservate quasi da ogni parte del globo aurore veramente spettacolari. A New York City, migliaia di persone guardarono “i cieli . . . abbigliati con un drappeggio più che mai magnifico. L’aurora osservata quella domenica notte” raccontò ai suoi lettori il quotidiano The New York Times “sarà ricordata d’ora innanzi tra quegli eventi eccezionali che accadono solo una o due volte in una vita”. Un’aurora ancor più spettacolare avvenne
il 2 settembre 1859 e fenomeni di notevole fulgore, colore e durata proseguirono in tutto il mondo fino al 4 settembre. Le aurore furono viste perfino in prossimità dell’equatore. Addirittura dopo l’alba, quando le aurore non erano più visibili, i disturbi nel campo magnetico terrestre erano così potenti che le tracce del magnetometro risultavano fuori scala. Le reti telegrafiche su tutto il globo sperimentarono gravi sospensioni e interruzioni della corrente elettrica, con alcuni telegrafirimasti del tutto fuori servizio per quasi 8 ore. In diverse aree, gli operatori disconnessero i loro sistemi dalle batterie e inviarono messaggi utilizzando esclusivamente la corrente indotta dalle aurore. Si può metaforicamente dire, utilizzando il gergo della boxe, che la Terra aveva appena subito dal Sole un “uno-due” come non se n’è più registrati in seguito.
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MARTINO MARISALDI e lo studio dei flash gamma terrestri56
MARTINO MARISALDI e lo studio dei flash gamma terrestri
Massimiliano Razzano
DALLO SVILUPPO DI RIVELATORI DI RAGGI X ALLA RICERCA DI NUOVE SORGENTI NEL CIELO GAMMA. ECCO L’AVVENTURA DI UN GIOVANE SCIENZIATO IMPEGNATO NELLA RICERCA ASTRONOMICA DALLO SPAZIOSono brevissimi lampi di raggi gamma, che durano qualche millesimo di secondo. Ma a differenza dei celebri Gamma Ray Burst (GRB), questi “flash gamma” hanno origine negli strati più alti dell’atmosfera (v. Le Stelle n. 89, pp. 18-19). Sono fenomeni al confine fra l’astronomia e la geofisica, e il loro studio impegna molti giovani ricercatori come Martino Marisaldi dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). Grazie ai nuovi telescopi spaziali come AGILE, è possibile infatti scrutare le meraviglie del cielo e tenere d’occhio il nostro pianeta dall’alto. Ma la passione di Martino per lo spazio è cominciata molto prima, quando ha iniziato a sviluppare rivelatori per le missioni spaziali di nuova generazione.
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ADDIO ALLO SHUTTLE: dopo trent’anni si chiude un’era49
ADDIO ALLO SHUTTLE: dopo trent’anni si chiude un’era
Antonio Lo Campo
QUESTO MESE LO SHUTTLE DECOLLERÀ PER LA SUA ULTIMA MISSIONE. RIPERCORRIAMO LE TAPPE SALIENTI DI UN’AVVENTURA TRENTENNALE CON LO SGUARDO RIVOLTO AL FUTUROUn importante capitolo della storia dell’astronautica si chiude. Per certi aspetti, il capitolo più importante, non fosse altro per il fatto che ha rappresentato il più longevo tra i programmi spaziali americani con equipaggio umano, ed è stato quello che ha permesso di costruire in orbita la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). L’STS (Space Transportation System), ovvero il programma dello Space Shuttle, in italiano “navetta spaziale”, sta infatti per concludersi con la missione programmata per metà luglio; sarà l’Atlantis a portare in orbita l’ultimo equipaggio di soli 4 astronauti (non accadeva dal 1982, dalla missione numero 6), e nella stiva della navetta per la missione STS-135, quasi a suggellare gli anni di fattiva collaborazione con l’Italia, è destinato a tornare in orbita il modulocargo “Raffaello”, costruito da Thales Alenia Space in base ad accordi fra la NASA e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). È naturalmente impossibile ricordare tutte e 134 le missioni, ma proviamo ad accennare a tutte le tappe principali di un programma spaziale iniziato trent’anni fa, ma che affonda le sue radici in progetti che risalgono addirittura all’inizio del ’900.
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LA GIRANDOLA dei buchi neri42
LA GIRANDOLA dei buchi neri
Laura Brenneman
GLI ASTRONOMI STANNO MISURANDO I TASSI DI ROTAZIONE DEI BUCHI NERI PER DETERMINARE COME SI SONO FORMATI E LA LORO STORIA EVOLUTIVAEvidentemente la Disney aveva degli stretti legami con alcune delle stazioni televisive locali degli Stati Uniti negli anni ’80 del secolo scorso, perché il film The Black Hole (“Il buco nero”) era trasmesso ogni volta che stavo a casa dalla scuola elementare perché ammalata. Il mio amore per questo film è sbocciato a dispetto dei suoi personaggi stereotipati da cartone animato, dei costumi dozzinali e dei risibili effetti speciali. Per la verità non m’interessava il film in sé, m’interessava solo il buco nero, la “bestia cosmica”, ipnotica e onnipresente, con le sue fauci oscure spalancate a inghiottire materia, circondate da un imbuto di gas fluorescenti in caduta libera. Ricordo che rimasi letteralmente ipnotizzata da questa visione. Il pensiero che un tale oggetto, di natura così estrema, potesse davvero esistere là fuori nello spazio era incredibile ma ancora di più lo era l’idea che degli esseri umani potessero viaggiare attraverso di esso ed emergere in qualche altra dimensione. In seguito, sono rimasta molto delusa nel sapere che i fisici ritengono che sia impossibile viaggiare in un buco nero e uscire in un qualche altrove ancora intatti. In realtà, i buchi neri sono gli oggetti più semplici che siano stati mai concepiti dalla natura. Infatti, il loro stato fisico è completamente descritto una volta che si conoscano la loro massa e il loro spin (eventualmente possono essere dotati anche di carica elettrica).
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Sorprese da TITANO36
Sorprese da TITANO
Mario di Martino
CON IL PASSARE DEL TEMPO, LA GRANDE QUANTITÀ DI IMMAGINI E DATI CHE LA SONDA CASSINI CONTINUA A INVIARE A TERRA CI PERMETTE DI AVERE UN QUADRO SEMPRE PIÙ PRECISO SULLA STRUTTURA E SULLE CONDIZIONI AMBIENTALI DI TITANOTitano, che con i suoi 5150 km di diametro è il più grande dei 63 satelliti di Saturno finora conosciuti, continua a sorprenderci. Per ora le nostre conoscenze riguardano: un’atmosfera multi-strato, più spessa di quella terrestre; un ciclo idrologico che si basa sul metano liquido piuttosto che sull’acqua con presenza di fiumi, laghi e mari di idrocarburi liquidi; un terreno in gran parte solido con montagne, dune e depressioni.
Un oceano sotterraneo? E adesso, un’ulteriore sorpresa: secondo i dati raccolti dalla sonda Cassini, una missione congiunta tra NASA, Agenzia Spaziale Europea (ESA) e Agenzia Spaziale Italiana (ASI) in orbita attorno a Saturno da quasi 7 anni, al di sotto della gelida superficie di Titano potrebbe essere presente un vastissimo oceano. Alcune caratteristiche dell’orbita e della rotazione di questa luna gigante, infatti, non sono compatibili con un corpo celeste completamente solido, ma sarebbero spiegate dall’esistenza di uno spesso strato liquido al di sotto della sua superficie.