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Apollo 14, i 40 anni dello sbarco a Fra Mauro62
Apollo 14, i 40 anni dello sbarco a Fra Mauro
Antonio Lo Campo
Ripercorriamo le fasi salienti della missione Apollo 14, che 40 anni fa ebbe il compito di far dimenticare la grande paura provata dopo l’incidente dell’Apollo 13“Ok Al, we can see you coming down on the ladder, right now.” (“Perfetto, Alan, possiamo vederti mentre scendi dalla scaletta, adesso”) – è il commento di Bruce Mc Candless, il cap-com della missione, anch’egli astronauta, mentre a Houston e in diretta Tv via satellite giungono le prime immagini a colori dalla Luna. “And on the bottom step…and on the surface, not bad for an old man…!” (“Sull’ultimo gradino, e ora sulla superficie… mica male per un vecchietto…”) Il “vecchietto” era il comandante della missione Apollo 14 Alan Shepard, che aveva portato a termine il terzo sbarco lunare della storia. Ma aveva 47 anni, un’età che per quell’epoca dell’astronautica, in cui l’età media degli astronauti era di 38-40 anni, era davvero un record. E infatti Shepard appena posati i suoi scarponi grigi, sull’altrettanto grigia regolite lunare, disse: “It’s been a long way, but we’re here” (“È stata una lunga strada, ma finalmente siamo qui”). Il riferimento era anche per la sua attesa personale. Shepard era stato, esattamente dieci anni prima, il 5 maggio del 1961, il primo americano nello spazio, con un volo balistico sub-orbitale della capsula Mercury “Freedom 7”. Avrebbe potuto essere, forse, anche il primo uomo in assoluto, ma poi per ragioni di sicurezza i responsabili del programma preferirono spostare di alcune settimane il lancio del vettore Redstone.
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La misteriosa Signora della Luna66
La misteriosa Signora della Luna
Francoise Launay e William Sheehan
La fanciulla disegnata sulla famosa mappa lunare di Cassini del 1679 rappresenta forse una segreta dichiarazione d’amore dell’astronomo?Il nome di Gian Domenico (Jean Dominique per i francesi) Cassini (1625–1712) è uno dei più celebrati nella storia dell’astronomia. Osservatore estremamente intelligente, la sua inclinazione alle scoperte telescopiche spettacolari – inclusi quattro satelliti di Saturno e la divisione degli anelli che porta il suo nome – gli ha assicurato l’immortalità nei cieli. Forse, come uno di noi (Launay) ipotizzò in un articolo pubblicato a gennaio 2003 sulla rivista della Société astronomique de France, l’Astronomie, egli raggiunse un tal genere di immortalità proprio grazie alla donna che amava. LA CORTE DI LUIGI XIV Cassini nacque, con il nome italiano di Giovanni Domenico, a Perinaldo – un pittoresco villaggio ligure posto sulla sommità di una collina, a 50 km da Nizza (v. pp. 8-9). Fin dalla giovane età manifestò uno spiccato intelletto e dimostrò interesse per la poesia così come per la matematica. Studiò a Genova, presso il Collegio dei Gesuiti (attualmente sede dell’Università di Genova), poi nel 1649 il Marchese Malvasia, un senatore benestante di Bologna (allora parte degli Stati della Chiesa), lo invitò a calcolare le effemeridi per migliorare l’accuratezza degli oroscopi e a compiere osservazioni con gli strumenti disponibili presso il suo nuovo Osservatorio.
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Allarme effetto serra (ma il caso Venere ora fa meno paura)50
Allarme effetto serra (ma il caso Venere ora fa meno paura)
Franco Foresta Martin
La mostra “Clima” a Perugia aperta fino al 5 giugno: una lezione utile per affrontare il riscaldamento globale. Da vedere anche “Acqua” ad Assisi e “Dinosauri” a GubbioHa i colori dell’arcobaleno e può essere descritta come la più efficace rappresentazione cromatica del pianeta Terra che si sta riscaldando. È un quadro variopinto di due metri quadrati che, senza numeri, in un colpo d’occhio, racconta l’evoluzione dell’effetto serra nell’arco dell’ultimo secolo. Il pittogramma del riscaldamento globale, frutto di un’elaborazione di un gruppo di ricercatori dell’American Museum of Natural History di New York, per ora si trova esposto in una sala del medievale Palazzo Baldeschi, a Perugia, e rappresenta una delle tante e originalissime attrattive della mostra “Clima”, importata dagli Stati Uniti, adattata per il pubblico italiano con la consulenza di Piero Angela, e visitabile fino al 5 giugno del 2011. Chi fosse ancora tormentato dal dubbio se il riscaldamento globale esiste, è invitato a mettersi per qualche minuto davanti al pittogramma dell’effetto serra (o a osservarlo in una riproduzione) e a meditare sul significato dei tanti rettangolini colorati di cui è composto. In pratica si tratta di una tabella cromatica in cui ogni riga rappresenta un anno, dal 1900 al 2007, mentre ogni colonna rappresenta un mese.
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I geoneutrini: messaggeri delle profondità della Terra54
I geoneutrini: messaggeri delle profondità della Terra
Giulio Manuzio
Prodotti dal decadimento di elementi radioattivi presenti nel centro della Terra, i geoneutrini ci danno informazioni di prima mano sull’interno del nostro pianetaEsistono molte informazioni che ci consentono di farci un’idea della struttura interna della Terra ma siamo ancora lontani dalla conoscenza approfondita e dettagliata di come sia fatto il pianeta su cui abitiamo. La sismologia ci consente di fare un quadro coerente di una possibile struttura a strati presente all’interno della Terra e le analisi chimiche del Sole e di particolari tipi di meteoriti ci permettono di fare previsioni sulla composizione chimica prevalente di tali strati. Tuttavia, non conosciamo molto della termodinamica del nostro pianeta e, in particolare, della dislocazione in esso delle fonti di calore che ne determinano e ne hanno determinato in passato buona parte della dinamica interna. Un contributo al calore endogeno della Terra è sicuramente dovuto alla presenza in essa di materiali radioattivi. I recentissimi grandi rivelatori di neutrini, entrati in funzione da pochi anni e costruiti principalmente per lo studio sia della fisica del neutrino che dei neutrini solari, aprono la possibilità di ottenere informazioni sull’entità, e forse sulla dislocazione, dei materiali radioattivi oggi presenti nelle profondità del pianeta.
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Da dove proviene38
Da dove proviene
Kristina Grifantini
Le prime tracce di ghiaccio su un asteroide suggeriscono che potrebbe esserci più acqua di quanto si pensava nascosta nel Sistema SolareNessuna meraviglia che la Terra sia chiamata il “pianeta blu”. Il nostro mondo è il solo oggetto planetario conosciuto in cui esistono considerevoli quantità d’acqua allo stato liquido in superficie, determinando così le condizioni per la vita come la conosciamo. In totale, oceani e laghi ricoprono il 71% della superficie terrestre. L’acqua, in diversi stati, è piuttosto abbondante nell’Universo e la molecola H2O si è andata accumulando, insieme ad altri elementi e molecole, nel processo di formazione dei pianeti a partire dalla nebulosa solare originaria. Ma la Terra primordiale si è formata dalla collisione di planetesimi, che ha riscaldato il pianeta e le sue rocce a temperature elevate. Questo, in concomitanza con la relativa vicinanza della Terra a un Sole giovane e incandescente, potrebbe aver causato l’evaporazione della nostra originaria provvista d’acqua, facendo pensare che qualcosa deve aver apportato l’acqua successivamente, mentre il pianeta si raffreddava. Poiché la vita è legata inestricabilmente alla presenza d’acqua, fare luce sulle origini degli oceani della Terra potrebbe fornirci importanti indizi su come e quando la vita apparve sul nostro pianeta.
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L’effetto Yarkovsky46
L’effetto Yarkovsky
Piero Sicoli e Francesco Manca
La dinamica dei corpi minori del Sistema Solare può essere influenzata da effetti non gravitazionali, fra cui l’effetto teorizzato da uno sconosciuto ingegnere russo, nella seconda metà del XIX secoloL’origine di alcuni meteoriti caduti sulla Terra e la presenza di planetoidi che intersecano la nostra orbita sono spesso il risultato delle collisioni tra gli asteroidi situati nella fascia principale ma il meccanismo che spinge i frammenti verso l’area di influenza dei pianeti interni è decisamente più complesso di quanto si sospettasse fino ad alcuni decenni fa. In particolare, si è presa maggiore coscienza del ruolo e del contributo che gli effetti non gravitazionali possono apportare alla dinamica di questi oggetti. Studi sulla famiglia “Koronis” hanno rivelato un’inusuale caratteristica di rotazione provocata dall’irraggiamento solare (Nature 425, 2003) e, a sostegno di questa ipotesi, un’ulteriore ricerca è stata compiuta qualche anno fa su asteroidi di piccole dimensioni originari della famiglia “Flora”. I dati ottenuti indicherebbero un tempo di permanenza nella famiglia dell’ordine del centinaio di milioni di anni, poi la modifica del semiasse maggiore, dovuta a una forza non gravitazionale, ne provocherebbe l’espulsione (Astronomy & Astrophyics 335,1998). A conclusioni analoghe erano giunti anche altri ricercatori che, pur partendo dallo stesso presupposto, avevano utilizzato dati iniziali e metodologie diverse.