Le Stelle nr. 57 Dicembre 2007

-
Il buio oltre Nettuno34
Il buio oltre Nettuno
Alessandra Celletti
Come si formò la Fascia di Kuiper? Per spiegare le sue peculiarità i planetologi avanzano congetture suggestive, tra le quali la possibile esistenza del fantomatico pianeta X.
Che ci fosse qualcosa di strano laggiù, ai confini del Sistema Solare, era chiaro già da tempo. Basta mettere in fila i pianeti, dal primo all’ultimo, e passarli in rassegna: prima i terrestri, piccoli e rocciosi, poi la fascia degli asteroidi, una moltitudine di frammenti rocciosi, poi i pianeti giganti e gassosi, e per ultimo Plutone, l’intruso, né gigante, né gassoso, un corpo solido ben più piccolo della nostra Luna. Quando si considera la dinamica di Plutone, la situazione si fa ancora più intrigante e misteriosa. Tutti i pianeti del Sistema Solare si muovono approssimativamente sullo stesso piano (il piano dell’eclittica) e, con l’eccezione di Mercurio, descrivono traiettorie approssimativamente circolari, mantenendosi pertanto a distanza quasi costante dal Sole. Queste condizioni dinamiche escludono ogni rischio di collisione, visto che le orbite sono approssimativamente cerchi concentrici che non si intersecano mai. Plutone si contraddistingue invece per un’orbita fortemente inclinata (circa 17°) sul piano dell’eclittica ed eccentrica: descrive un’ellisse che lo porta a una minima distanza dal Sole di 29 Unità Astronomiche (UA) e a una massima di 49 UA. Nettuno dista in media 30 UA dal Sole: dunque l’orbita di Plutone è anomala quantomeno perché interseca quella di Nettuno. E, a proposito di anomalie, che dire delle dimensioni del satellite Caronte, tanto grande da avere un raggio pari a più della metà di quello di Plutone? Tanto è vero che si parlava di un sistema planetario binario, piuttosto che di una coppia pianetasatellite. Insomma, ce n’era abbastanza per allertare gli astronomi e indurli a riflettere sul ruolo di Plutone nel Sistema Solare. E non ci riferiamo alla storia recente, cioè al declassamento di Plutone a pianeta-nano, ma alle lungimiranti congetture che vennero sviluppate già verso la metà del secolo scorso. Tags:SISTEMA SOLARE -
Una fabbrica di stelle nella Carena42
Una fabbrica di stelle nella Carena
Ray Villard
Il Telescopio Spaziale “Hubble” ha realizzato un mosaico della nebulosa di eta Carinae che evidenzia i vari stadi in cui si sviluppa la formazione stellare.
La nebulosa di eta Carinae offre la visione più spettacolare di quanto intensa sia l’attività di formazione stellare che avvampa l’Universo. Situata a circa 7500 anni luce di distanza, è la più vicina tra le grandi regioni di formazione stellare visibili dentro i bracci a spirale della Via Lattea. La nebulosa Tarantola è ancora più grande, ma si trova a una distanza più di 20 volte maggiore, nella Grande Nube di Magellano, una delle galassie satelliti della Via Lattea, per cui non la possiamo osservare con lo stesso dettaglio. Lo scorso 24 aprile, per celebrare il diciassettesimo anniversario del lancio del Telescopio Spaziale “Hubble” (HST), la NASA e l’ESA hanno reso pubblica un’immagine panoramica, che mostra un’ampia porzione della nebulosa di eta Carinae larga 50 anni luce. L’immagine contiene le informazioni catturate dalla camera ACS (Advanced Camera for Survey) prima che un guasto elettrico la mettesse fuori uso. Il mosaico offre una visione senza precedenti dell’interno di una regione di formazione stellare. La nebulosa di eta Carinae è una bolla in espansione di gas caldo immersa in una nube molecolare gigante di idrogeno freddo e di polveri. L’azione combinata dell’intensa energia e della pressione della radiazione ultravioletta emessa da stelle massicce giovani e calde e della forza generata dai loro intensi venti di particelle disegna un ambiente a dir poco fantastico. Tags: -
Marte all’opposizione46
Marte all’opposizione
Alan MacRobert
Questo mese di dicembre ci offre l’ultima possibilità di vedere Marte così grande. La prossima volta sarà solo fra nove anni.
Marte si sta avvicinando alla Terra e, se si possiede un telescopio, si deve necessariamente approfittare di questa opportunità. Passerà poi molto tempo prima di avere un’occasione altrettanto buona. È raro poter osservare Marte da una distanza favorevole. Marte è un pianeta piccolo, con un diametro che è circa la metà di quello della Terra, e passa la maggior parte del tempo lontano dal nostro pianeta. In genere, viene considerato uno degli oggetti più deludenti per un astrofilo visualista: un piccolo disco arancione che si presenta privo di particolarità. L’unico periodo in cui si può avere una visione decente dei suoi dettagli superficiali, delle nuvole, delle tempeste di polvere, delle calotte polari, è durante i mesi a cavallo dell’opposizione, quando cioè raggiunge la minima distanza dalla Terra e la massima dimensione angolare apparente. Le opposizioni si susseguono a distanza di poco più di due anni, ma non sono tutte uguali. La situazione migliore si presenta in gruppi di due o tre volte successive che si ripetono in cicli della durata di circa 16 anni. Attualmente siamo nella parte discendente di uno di questi cicli. Nell’agosto 2003, si ricorderà che il pianeta si mostrò con un diametro apparente record, di 25",1 (la minima distanza fu attorno ai 56 milioni di chilometri), e nell’ottobre 2005 giunse al massimo a 20",2 (minima distanza 70 milioni di chilometri). Questa volta, il massimo diametro apparente sarà di 15",9, nel momento in cui Marte transiterà alla minima distanza dalla Terra, il 18 dicembre, a circa 89 milioni di chilometri. Si dovrà attendere poi fino al 2016, ossia dovranno passare altre quattro opposizioni, prima che il suo disco possa ripresentarsi con dimensioni maggiori di queste. Tags:OSSERVAZIONI -
Le magnifiche Geminidi52
Le magnifiche Geminidi
Tony Flanders
Se il cielo offre uno show altamente spettacolare, perché non goderselo? Per gli osservatori italiani l’appuntamento è fissato per le prime ore della sera di venerdì 14 dicembre.
Il cielo, lo sappiamo, è capace di regalarci visioni spettacolari di eventi di ogni tipo. Pochi però hanno il fascino delle meteore, così effimere, imprevedibili, magiche: ogni volta che ne osservo una mi sento come se avessi ricevuto un dono speciale dal Cosmo. Le meteore ci piovono addosso in continuazione e si può star certi di osservarne parecchie ogniqualvolta ci si soffermi a guardare il cielo per qualche ora, ammesso che la notte sia buia e l’aria tersa e pulita. Lo spettacolo si fa grandioso se l’osservazione viene effettuata nell’occorrenza di qualche sciame, ovvero in quelle notti in cui, a date fisse ogni anno, si verifica un picco nella frequenza di comparsa di meteore. I due sciami più intensi e più sicuri, nel senso che non tradiscono mai le attese degli osservatori, sono le Perseidi d’agosto e le Geminidi di dicembre. Il bel tempo e il periodo delle ferie hanno portato alle stelle la popolarità delle Perseidi, eppure sono le Geminidi le meteore meglio osservabili dalle medie latitudini setten trionali, da un lato perché le notti invernali, benché più fredde, sono molto più lunghe, dall’altro perché le Perseidi (come anche altri sciami) sono meglio visibili nelle ore immediatamente precedenti l’alba, mentre le Geminidi non costringono a levatacce o a notti insonni perché danno il meglio di sé nelle prime ore della sera. Quest’anno saranno favoriti gli osservatori asiatici, che vedranno al meglio lo sciame nella notte tra il 14 e il 15 dicembre; dall’Europa il momento migliore cadrà nelle prime ore della sera del 14 dicembre; l’America, invece, quest’anno è sfavorita: agli americani converrà probabilmente osservare nelle ultime ore della notte del 13. Giustificheremo più avanti queste previsioni. Prima però ricordiamo cosa sono le meteore e perché talvolta arrivano a grappoli. Tags:OSSERVAZIONI -
Telescopi on line58
Telescopi on line
Francesco Bertuzzi
Dal 3 dicembre è attivo www.telescopionline.it, un nuovo sito Internet dedicato alla strumentazione astronomica, per informarsi, aggiornarsi, scegliere
Nell’ultimo decennio, il computer è diventato uno degli elementi più importanti della dotazione strumentale di ogni astrofilo: una gran parte delle attività di ogni amatore del cielo viene infatti svolta davanti al monitor. Questa rivoluzione digitale ha permesso di conseguire risultati osservativi impensabili fino a pochi anni fa: basti considerare la qualità delle riprese ad alta risoluzione effettuate con le webcam, le elaborazioni digitali di immagini deepsky o la semplice pianificazione delle osservazioni visuali assistite dai software di puntamento. Celebrazione ufficiale di questo connubio tra informatica e astronomia amatoriale è la grande novità che attende a dicembre il mondo degli astrofili italiani: la nascita del portale Internet www.telescopionline.it. Si tratta di un progetto editoriale che offre agli appassionati e agli operatori del settore un riferimento unico e completo con lo scopo di informare e assistere l’astrofilo nella delicata fase della scelta dei prodotti dedicati all’osservazione del cielo, siano essi telescopi o accessori. Tags:STRUMENTI