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Quel “bip-bip” che annunziò una nuova era32
Quel “bip-bip” che annunziò una nuova era
Luciano Anselmo
Giusto cinquant’anni fa veniva lanciato lo Sputnik 1, il primo satellite artificiale della Terra. Ne ricordiamo la storia convulsa della progettazione e della realizzazione. Quella piccola sfera ha cambiato il mondo e la nostra vita.Venerdì 4 ottobre 1957. In uno sperduto lembo di terra ancora senza nome, strappato con indicibile fatica a roditori e serpenti in piena steppa kazaka, lo stato d’animo prevalente è quel misto di eccitazione e di tensione che sempre precede i momenti cruciali dell’esistenza. Peccato che, con l’incalzare dei preparativi finali e dei controlli, molti non abbiano neanche il tempo di assaporare la successione di eventi che sta per scuotere il mondo. Quel giorno fatidico, preconizzato dalla creatività razionale di Isaac Newton (1642-1727), Jules Verne (1828-1905) e Konstantin E. Tsiolkovsky (1857-1935), era cominciato alle prime luci dell’aurora, con l’avvio del delicato pompaggio di kerosene e ossigeno liquido nei serbatoi di quello che era di gran lunga il razzo più potente del mondo. Denominato R-7, cioè “Razzo n. 7”, ma affettuosamente noto ai più semplicemente come semerka, cioè “vecchio numero sette”, era alto poco più di 29 m e aveva un diametro alla base di circa 8 m (10 m includendo le alette stabilizzatrici).
Per ascoltare il BIP-BIP
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SN 2003fg: una supernova anomala44
SN 2003fg: una supernova anomala
David S. Stevenson
Miliardi di anni fa, in una lontana galassia, una piccola stella delle dimensioni della Terra, composta solo da carbonio e ossigeno, esplose e andò distrutta. Ai nostri occhi, l’evento è qualcosa di assolutamente spettacolare e catastrofico: eppure è relativamente comune nel Cosmo. Quando, nell’aprile 2003, i bagliori dell’esplosione giunsero fino a noi, erano già state osservate centinaia di esplosioni analoghe, che sono dette supernovae di tipo Ia; tuttavia, questa, indicata in sigla come SNLS-03D3bb, dal numero di catalogo della Supernova Legacy Survey, era diversa dalle altre. Conosciuta anche come SN 2003fg, la sua luce venne raccolta dal telescopio Canada-Francia- Hawaii e forse servirà per chiarire uno dei misteri più profondi dell’astronomia contemporanea: infatti, nonostante decenni di ricerche, gli astronomi ancora non conoscono le cause che provocano queste impressionanti esplosioni stellari. La maggior parte delle supernovae che osserviamo sono di tipo II: si tratta delle esplosioni che segnano la fine di stelle massicce che alla nascita hanno una massa almeno otto volte maggiore di quella del Sole. Questi “pesi massimi” stellari hanno un’esistenza convulsa e breve: muoiono ancora giovani, poiché bruciano il loro combustibile a tassi molto elevati. Quando si esaurisce la sorgente interna di energia di una stella di questo tipo, il nucleo centrale collassa, rilascia una quantità enorme di energia gravitazionale ed espelle gli strati più esterni nello spazio circostante, lasciando come residuo una stella di neutroni o un buco nero. Tags:ASTROFISICA -
I colori dell’Universo in mostra ad Aielli50
I colori dell’Universo in mostra ad Aielli
Paolo Maria Ruscitti
Nel piccolo paese della Marsica, promotore del Concorso Nazionale di Fotografia Astronomica, due giorni di buona divulgazione scientifica hanno fatto da cornice alla consegna dei premi.
Se è vero che l’esperienza si misura da ciò che impariamo dagli accadimenti della nostra vita, allora sentiamo di poter affermare che dai due giorni del “Premio Nazionale di Fotografia Astronomica Città di Aielli”, di esperienze ne abbiamo fatte parecchie. Abbiamo sicuramente constatato e capito come la tecnica di ripresa digitale ormai la faccia da padrona, lasciando sempre più ai margini la vecchia, affascinante pellicola. Abbiamo capito a quali difficoltà si va incontro quando, trovandosi a giudicare immagini tutte di altissima qualità estetica e tecnica, si debba comunque esprimere un giudizio per formare una graduatoria. Abbiamo anche capito quale grande interesse suscitino le scienze dello spazio, dall’astronomia all’astronautica, tra la gente comune che probabilmente ha più voglia di sapere e di conoscere di quanto si possa immaginare. Parliamo, ovviamente, di divulgazione e di informazione di qualità e nei due giorni del Premio sicuramente in questo non abbiamo peccato. Ha fatto da cornice alle giornate del 4 e 5 agosto una condizione meteorologica sicuramente a vantaggio della manifestazione, condizione che ha permesso lo svolgimento dei lavori nel migliore dei modi. La giornata di sabato è stata aperta dai saluti del sindaco di Aielli, Giuseppe Di Natale, che ha espresso il proprio stupore nel vedere la sala conferenze così gremita di pubblico. La partecipata presenza alla manifestazione, non solamente di astrofili, ma anche di un pubblico eterogeneo, è certamente un successo, ancor più tenendo presente il limitato bacino di utenza di un paese di 1400 abitanti, qual è Aielli. Tags: -
Due fratelli apocromatici54
Due fratelli apocromatici
Alan Dyer e Sean Walker
La William Optics aggiunge due nuovi telescopi alla sua serie di rifrattori, dimostrando con ciò di meritare la qualifica di costruttore di ottiche di qualità a prezzi abbordabili.
Gli amanti dei rifrattori devono essere veramente felici in questo periodo. Vengono immessi sul mercato così tanti modelli e così velocemente che anche per gli irriducibili è difficile tenersi aggiornati. La maggior parte delle novità è nei piani alti degli apocromatici (nel seguito, “apo”), modelli che promettono di minimizzare le aberrazioni cromatiche, il punto debole di ogni telescopio dotato di lenti, anziché di specchi. Le folli spese dei molti che acquistano i rifrattori vengono incentivate dalle occasioni che si offrono, un tempo impensabili; fino a non molto tempo fa, gli apo costavano mediamente 1000 dollari per ogni pollice di apertura, mentre oggi si possono trovare modelli a un terzo di quel prezzo, grazie a lenti costruite in Russia, Taiwan e Cina. Personalmente ho la sensazione, come molti amanti degli apo, che le ottiche di questi strumenti siano sorprendentemente valide. Una delle ultime novità in questo settore è il Megrez 90 Apo, prodotto dalla William Optics. Partendo dall’originale Megrez da 80 mm, l’azienda ha esteso e migliorato la sua linea di rifrattori, divenendo protagonista in questo campo. Il nuovo 90 mm conserva il nome Megrez, andando ad affiancarsi all’ultimo modello da 80 mm, che ora è un “super apo” a tre elementi. Tags:STRUMENTI