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Inseguire a mano le macchie solari70
Inseguire a mano le macchie solari
Piero Bianucci
Mentre trionfa l’elettronica più sofisticata, torniamo al piacere antico di una montatura altazimutale tutta manuale, qui applicata all’osservazione del Sole in luce bianca con la “Piramide di Hossefield”L’offerta commerciale di montature equatoriali e altazimutali tecnologicamente avanzate – motorizzate, elettroniche, computerizzate, dotate di GPS – è così ampia e martellante che viene il desiderio di ritornare ogni tanto alla strumentazione più semplice e di applicarla a osservazioni altrettanto elementari, eppure capaci di dare grandi soddisfazioni. Perciò questa volta, andando controcorrente, ho pensato di mettere alla prova sul campo una montatura altazimutale esclusivamente manuale e uno strumento per osservare il Sole con l’antica tecnica della proiezione in luce bianca che concettualmente risale al Seicento e ai lavori di padre Benedetto Castelli e del suo maestro Galileo Galilei, nonché del gesuita tedesco padre Christof Scheiner (1573-1650). Stiamo dunque parlando di tecnologie davvero minimaliste. Ma semplicità non significa banalità. La montatura altazimutale T-Sky della TecnoSky è concepita per offrire – associata ad un buon treppiede – grande stabilità e capacità di carico, è dotata di due assi orizzontali indipendenti per consentire l’uso simultaneo di due telescopi e garantisce movimenti micrometrici docili e fini sia in azimut sia in altezza.
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Palermo: da Cerere all’astronomia X64
Palermo: da Cerere all’astronomia X
Salvo Sciortino, Giusi Micela
Fondato da Giuseppe Piazzi nel 1790, l’Osservatorio del capoluogo siciliano diventò famoso nel 1801 per la scoperta del primo asteroide. Dagli anni 70 è ritornato alla ribalta internazionale grazie a Giuseppe Vaiana e alla sua ScuolaNel 1790, con la creazione dell’Osservatorio Astronomico di Palermo di cui fu fondatore e primo direttore Giuseppe Piazzi, l’astronomia in Sicilia, e in generale nel meridione d’Italia, assume una dimensione “istituzionale” e una continuità di produzione scientifica. Basti ricordare che la stessa Napoli, capitale del Regno, non aveva un Osservatorio astronomico, che otterrà solo nel 1820, ma neanche Catania, che pure aveva una Università di più antiche tradizioni di quella di Palermo, era riuscita ad ottenere, nonostante le continue pressanti richieste, la creazione di un Osservatorio. Tra i fattori che portarono Palermo a questa particolare opportunità giocarono un ruolo fondamentale: 1) l’espulsione nel 1767 dei Gesuiti a cui seguì l’immediato collasso del sistema di istruzione e la conseguente necessità per il governo Borbonico di gestire in proprio l’istruzione pubblica, contestualmente alla creazione, nel 1779, dell’Accademia de’ Regj Studi che diverrà, nel 1805, Università degli Studi di Palermo; 2) la presenza in questo cruciale periodo in cui inizia a delinearsi un sistema di istruzione pubblica in Sicilia, di due Viceré “illuminati”, Domenico Caracciolo (1781-1794) e Francesco D’Aquino Principe di Caramanico (1786-1794) e il coagularsi intorno ad essi di un piccolo ma influente gruppo di intellettuali riformisti a capo della Deputazione de’ Regj Studi; 3) la presenza a Palermo di Giuseppe Piazzi, che all’età di quarant’anni, nominato professore di astronomia dopo una modesta attività da matematico, inizia una brillante carriera come astronomo.
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PIANETI DAPPERTUTTO55
PIANETI DAPPERTUTTO
Sara Seager
Sara Seager, specialista nello studio di sistemi planetari di altre stelle, risponde alle domande che tutti ci facciamo sul moltiplicarsi di queste scoperteLe scoperte di esopianeti continuano ad un ritmo impressionante. Nel maggio 2013 gli astronomi avevano registrato in totale più di 700 esopianeti confermati e la sonda Kepler della NASA aveva catturato più di 3500 probabili candidati. Una delle scoperte più interessanti di Kepler (navicella ora fuori servizio in seguito a un guasto) è un candidato pianeta di 1,5 diametri terrestri nella fascia di abitabilità di una stella di tipo quasi solare; alcune dozzine di altri potenziali mondi abitabili sono in fase di valutazione ed è aumentata rapidamente la raccolta di dati su sistemi multipli di pianeti scoperti con il metodo dei transiti. Kepler ha anche trovato i primi pianeti orbitanti attorno a stelle binarie, ossia pianeti in orbita attorno a due stelle. Astronomi europei potrebbero aver trovato un pianeta di massa terrestre attorno ad Alfa Centauri B, uno dei componenti del sistema triplo più vicino al Sole (ma questo pianeta è stato di recente messo in dubbio). Oltre a tutte queste specifiche scoperte, gli astronomi stanno usando i dati accumulati da Kepler e da altri programmi di ricerca per rispondere alle domande più importanti su diffusione, natura e formazione di pianeti nella Via Lattea.
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CHE COS’È UN PIANETA? Plutone alla riscossa52
CHE COS’È UN PIANETA? Plutone alla riscossa
David Grinspoon
Recenti scoperte hanno dimostrato l’assurdità della definizione formulata dall’Unione Astronomica Internazionale nel 2006, in seguito alla quale Plutone fu declassatoSiamo a metà del 2013 e - quasi non ci credo - stiamo ancora discutendo su che cosa sia un pianeta. Non è un capriccio. Bisogna mettersi d’accordo su una definizione di ‘pianeta’ che non sia sbagliata in modo imbarazzante e che non ignori la rivoluzione introdotta dagli esopianeti. C’è molta insoddisfazione e fastidio diffuso perché tutti sanno che l’attuale definizione ufficiale di pianeta della IAU (International Astronomical Union) è come minimo incompleta e forse del tutto priva di senso. Di fatto, le ragioni per cui occorre una definizione migliore aumentano ogni giorno. Gli esopianeti vengono scoperti ad una velocità impressionante e il fatto che l’attuale definizione ufficiale sia stata pensata solo per i pianeti che orbitano attorno al Sole diventa più deplorevole se si pensa che i pianeti del nostro Sistema solare siano ormai una porzione minima di tutti i pianeti esistenti. Nel frattempo, la sonda New Horizons della Nasa sta viaggiando ad oltre 54.000 km/h verso il suo incontro ravvicinato del luglio 2015 con Plutone. C’è da giurarci che, quando lo scruteremo da vicino, Plutone apparirà in tutto e per tutto simile ad un pianeta: un mondo sferico e vario con una tenue atmosfera e un copioso numero di satelliti.
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Buon compleanno Mars Express!48
Buon compleanno Mars Express!
Mario Di Martino
A 10 anni dal lancio, la sonda europea è ancora in piena efficienza. I dati che ha raccolto – dalla misura del metano nell’atmosfera marziana all’esistenza di minerali che si formano solo se c’è acqua liquida – hanno cambiato la nostra visione del pianeta rossoLa sonda Mars Express ha festeggiato il decimo anno di lavoro da quando, il 2 giugno 2003, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) la lanciò dal cosmodromo di Baikonur in Kazakhstan con un vettore Soyouz/Fregat (v. “le Stelle” n. 8, pp. 42-53). Il 2003 fu un grande anno per l’esplorazione di Marte, in quanto vide anche il duplice lancio degli ormai leggendari rover della NASA Spirit e Opportunity (v. “le Stelle” n. 62, pp. 38- 49). Delle oltre 50 missioni spaziali con obiettivo Marte (circa la metà delle quali fallite), Mars Express è stata la prima a scoprire i segreti del sottosuolo marziano, rivelando la presenza di ghiaccio d’acqua e raccogliendo nei minerali analizzati con il suo spettrometro i primi indizi della presenza di acqua sul pianeta rosso. Questa eccezionale macchina ha monitorato tutte le regioni dell’ambiente marziano, dal sottosuolo fino all’alta atmosfera, comprese le sue due minuscole lune, Phobos e Deimos, fornendo un’analisi approfondita della storia del pianeta rosso e inviando a terra immagini mozzafiato della sua superficie, molte delle quali in tre dimensioni.
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CHE FASCINO L’ORA SOLARE!44
CHE FASCINO L’ORA SOLARE!
Piero Bianucci
Inaugurata a Torino una meridiana monumentale di Lucio Maria Morra, il più noto gnomonista italiano. I vincitori del concorso internazionale “Le ombre del tempo: primo il giapponese Okuda, secondo il toscano Simone BartoliniLe meridiane sono i più antichi tra gli orologi, i più naturali e, per un dato luogo, gli unici infallibilmente esatti. Per questo, a migliaia di anni dalla loro invenzione, continuano a suscitare curiosità e interesse: negli appassionati di astronomia, certamente, ma anche nel pubblico in generale. Due fatti recenti, avvenuti a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro, sembrano fatti apposta per dimostrare quanto sia tuttora vivo il fascino degli orologi solari: la realizzazione di una meridiana nel centro di Torino e la premiazione del XII Concorso internazionale “Le ombre del tempo”, che da molti anni valorizza gli ideatori di meridiane particolarmente creativi. Ecco qualche particolare sui due eventi. Il 17 giugno a Torino è stata inaugurata una meridiana monumentale opera del più famoso gnomonista italiano, Lucio Maria Morra, nato nel 1952 a Fossano, matematico, pittore, animatore culturale e dal 1998 monaco buddhista di tradizione Zen. Per la parte architettonica ha collaborato l’architetto Raffaello Bocco. La meridiana sorge nella centralissima piazza Solferino, finalmente restituita al suo disegno originale dopo aver ospitato anche troppo a lungo i prefabbricati disegnati da Giorgetto Giugiaro al servizio delle Olimpiadi della neve del 2006. Si tratta di un quadrante solare pseudoorizzontale: l’ombra proiettata da uno gnomone polare di 5,9 metri scorre su una ellisse di 14 metri per 11,80 tracciata nella pavimentazione della piazza, sul lato meridionale, dove l’esposizione al Sole è più favorevole.
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IL MISTERO DEI QUASAR37
IL MISTERO DEI QUASAR
Bradley Peterson
Cinquant’anni fa queste enigmatiche “radio stelle” appena scoperte da Maarten Schmidt incominciarono a rivelare i loro esotici segreti. Il punto sulle conoscenze attuali. Questioni ancora AperteOgni tanto una singola osservazione cambia il modo in cui percepiamo l’universo. Ad esempio, nel 1610 Galileo puntò un telescopio rifrattore verso il cielo e scoprì le lune che orbitano attorno a Giove, una visione che ha contribuito a togliere la Terra dal centro del Sistema solare. Un’altra rivelazione si ebbe nel 1920 quando Edwin Hubble, osservando le stelle variabili in M31 e in altre “nebulose a spirale”, dimostrò che questi oggetti dall’aspetto sfocato erano in realtà galassie indipendenti al di fuori della nostra - e l’estensione dell’universo conosciuto si espanse ben al di là dei confi ni della Via Lattea. Cinquant’anni fa l’astronomia cambiò di nuovo e per sempre quando Maarten Schmidt, allora giovane professore di 33 anni al Caltech (California Institute of Technology), misurò lo spettro di uno strano oggetto di apparenza stellare (cioè puntiforme). Utilizzando quello che all’epoca era il più grande telescopio del mondo, il famoso Hale Telescope di 5 metri di diametro dell’Osservatorio di Monte Palomar, Schmidt scoprì che questa “stella” non era ciò che sembrava.