
-
VA IN SCENA IL SOLE Ecco come attrezzarsi74
VA IN SCENA IL SOLE Ecco come attrezzarsi
Piero Bianucci
L’attività della nostra stella si avvicina al culmine del suo ciclo, che verrà raggiunto nel 2013. Abbiamo provato un pratico dispositivo di puntamento, un prisma di Herschel per vedere macchie e facole in luce bianca e un telescopio H-alfa per ammirare protuberanze, cromosfera e brillamentiStiamo entrando nel periodo migliore per l’osservazione del Sole. Il massimo della sua attività si avvicina: dovrebbe arrivare nella primavera del 2013. Il ciclo undecennale in corso, il ventiquattresimo da quando si fanno registrazioni regolari, è partito in ritardo e non si annuncia come eccezionalmente vivace. Ciò nonostante già da qualche mese non passa giorno senza che compaiano macchie più o meno vistose e numerose protuberanze si innalzino lungo il bordo solare o assumano l’aspetto di lunghi filamenti scuri proiettati sulla cromosfera. Uno scenario meraviglioso e sempre nuovo. Vale la pena di attrezzarsi per non perdere lo spettacolo, che si protrarrà, nella sua fase più esuberante, fino al 2015. Tratteremo qui di tre strumenti particolarmente consigliabili: il Sol-Searcher, il prisma di Herschel e un telescopio dotato di un filtro che dello spettro solare isola la riga principale dell’idrogeno, nota come riga H-alfa. Quando si parla di osservazioni solari il primo tema da affrontare è la sicurezza dei vostri occhi, a cominciare dal puntamento del telescopio. Scordatevi i soliti cercatori. È ovvio che usarli visualmente porterebbe all’immediata cecità, ma è sconsigliabile anche l’uso per proiezione perché il calore brucia il reticolo a crocicchio dell’oculare.
-
L’OSSERVATORIO DI TORINO Un belvedere sulle colline68
L’OSSERVATORIO DI TORINO Un belvedere sulle colline
Walter Ferreri
Fondato nel 1759, dal 1912 è a Pino Torinese. Sotto due grandi cupole, un rifrattore da 42 centimetri e un riflettore astrometrico da un metro. Giovanni Plana, Alessandro Dorna e Mario Girolamo Fracastoro hanno segnato tappe storiche nella ricerca e nella strumentazione. Gli sviluppi più recenti dalla fisica solare a quella galattica, dai pianeti di altre stelle alle missioni spazialiLungo la vecchia strada che, arrampicandosi su per la collina, collega Torino con Chieri, si raggiunge il paese di Pino Torinese, proprio nel punto in cui la strada raggiunge la massima elevazione. Come inizia la discesa, nella direzione da Torino verso Chieri, si incontra una piccola rotonda, dove, tra gli altri, un cartello con la scritta “Osservatorio Astronomico” indica la direzione da prendere per raggiungere l’istituto. Seguendola (via Osservatorio), ci si inerpica lungo una stradina a mezza costa e, dopo poco più di un chilometro, si giunge all’ingresso principale, al numero 20, dove una scritta riporta “Osservatorio Astronomico di Torino”. Nei cartelli compare ancora la dizione “Astronomico” in quanto la variazione in “Astrofisico” è recentissima. L’Osservatorio comprende tre edifici principali per studi, uffici, biblioteca, centro di calcolo, laboratorio di elettronica e di ottica, uffici amministrativi e tecnici, locali custodia. Un’altra struttura ospita l’officina meccanica e box vari; un’ultima, una falegnameria. Sulla vasta area boschiva (circa 3,5 ettari, entro i quali è stato realizzato il planetario) sorgono inoltre quattro cupole per telescopi più due padiglioni a tetto mobile per gli strumenti di misura di passaggio al meridiano degli astri.
-
GALASSIE: guardiamole in una nuova luce62
GALASSIE: guardiamole in una nuova luce
Michael Rich
Spalancando la finestra ultravioletta, il satellite GALEX ha fornito agli astronomi nuove informazioni sull’evoluzione dei sistemi stellari simili alla nostra Via LatteaIl 28 aprile 2003 un jet L1011 rombava di prima mattina nei cieli della Cape Canaveral Air Station in Florida, con a bordo un missile Pegasus per un lancio aereo. Sebbene il Pegasus avesse subito in precedenza parecchi fallimenti, era l’unico vettore con cui potesse essere lanciato il suo carico utile, il satellite GALEX (GALaxy evolution EXplorer): si trattava infatti di una piccola missione NASA del tipo Explorer con un limite di spesa di 100 milioni di dollari, una cifra quasi irrisoria nell’era dei telescopi spaziali da miliardi di dollari. GALEX era la prima missione NASA dopo la tragica perdita dello Shuttle Columbia. Il successo del lancio, seguito da spettacolari immagini ultraviolette di oggetti del cielo profondo, diede alla NASA un po’ di sollievo, cosa di cui si sentiva un grande bisogno. Il telescopio GALEX da 40 cm ha passato in rassegna l’80% del cielo nella banda ultravioletta (UV) da 150 a 280 nanometri, caratterizzata da un’energia due volte superiore a quella dei raggi UV-B che causano le sgradevoli scottature da Sole.
-
VENERE, addio al Sole tra sottili veli di nubi58
VENERE, addio al Sole tra sottili veli di nubi
Walter Ferreri
Il transito del 6 giugno, sfavorevole per l’Italia perché limitato all’ultima ora prima dell’egresso con il Sole appena sorto, ha potuto godere di buone condizioni meteorologiche. Ma il seeing ha impedito osservazioni ad alta risoluzioneA proposito del transito di Venere davanti al Sole del 6 giugno 2012, evento che non si ripeterà per più di un secolo, ci ha stupito innanzi tutto la quasi totale assenza di informazioni sui principali canali televisivi italiani. È vero che questo interessante fenomeno celeste è avvenuto in un periodo in cui i telegiornali erano impegnati a seguire gli sviluppi del terremoto in Emilia, ma è anche vero che non mancavano le informazioni sportive e di gossip. Questo atteggiamento non è peraltro una novità: spesso di alcuni argomenti si parla molto e ripetutamente, mentre altri vengono ignorati. Solo a posteriori si è dato un certo risalto all’evento astronomico del 6 giugno, con un cronista televisivo che ha concesso un generoso anticipo sul prossimo transito, annunciato per l’anno 2017... Ma veniamo alle osservazioni che mi è stato possibile eseguire. Nonostante il transito fosse visibile dall’Italia soltanto per poco più di un’ora subito dopo il sorgere del Sole, le premesse meteorologiche apparivano piuttosto promettenti: la giornata di martedì 5 giugno era stata completamente serena e questa favorevole condizione si era estesa anche alla nottata.
-
SUPER-TEMPESTA SU SATURNO52
SUPER-TEMPESTA SU SATURNO
Agustin Sanchez-Lavega
Una misteriosa Grande Macchia Bianca è emersa su Saturno alla fine del 2010. Nel passato si ricordano solo altre sei tempeste di questo tipoNell’agosto 1989 la rivista Sky & Telescope descrisse il più spettacolare fenomeno meteorologico apparso nell’atmosfera di Saturno: una GWS, Great White Spot (Grande Macchia Bianca). Fino a quel momento si conoscevano solo altri quattro casi simili, avvenuti nel 1876, 1903, 1933 e 1960. Le informazioni su queste macchie erano abbastanza scarse: poche foto e qualche disegno. Ma l’apparente regolarità del fenomeno (circa una GWS ogni anno saturniano di 29,46 anni), mi spinsero a prevedere che se ne sarebbe presto sviluppata un’altra. Non mi sbagliavo, perché la quinta grande tempesta esplose nel settembre 1990 nella zona equatoriale di Saturno, proprio come nel 1876 e nel 1933. Gli astronomi professionisti ripresero la tempesta con camere CCD da terra e anche con il Telescopio Spaziale Hubble, le cui ottiche erano state da poco riparate.