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GLI ESOPIANETI che non c’erano68
GLI ESOPIANETI che non c’erano
Brandon Tingley
I “FALSI ALLARMI” ASTRONOMICI IN PLANETOLOGIA SONO MOLTI PIÙ DI QUANTO SI POSSA PENSARE. A PARTIRE DAL 1855 SONO STATE MOLTE LE DISAVVENTURE LEGATE A PRESUNTE SCOPERTE DI NUOVI PIANETI15 gennaio 1992. Al meeting dell’American Astronomical Society ad Atlanta, Andrew Lyne dell’Università di Manchester e del Jodrell Bank Observatory salì sul palco per parlare della scoperta epocale che aveva compiuto nel luglio precedente: un pianeta orbitante attorno alla pulsar PSR 1829-10. Lo aveva trovato esaminando lievi cambiamenti ciclici nel periodo di rotazione apparente della pulsar. Un oggetto di piccola massa sembrava orbitare intorno a essa, perturbando il suo moto in modo misurabile. Quella di Lyne era stata acclamata come la prima scoperta ufficiale di un pianeta extrasolare, dopo più di un secolo di falsi allarmi. Ma, nel momento stesso in cui iniziò la sua presentazione, Lyne sorprese tutti affermando che «il pianeta era appena evaporato». La pulsar non oscillava, il pianeta non esisteva. Lyne spiegò che lui e il suo team non avevano misurato con la necessaria accuratezza il moto orbitale di PSR 1829-10. Invece di coronare una carriera illustre, la presunta scoperta di Lyne aggiunse il suo nome alla lista degli astronomi che hanno annunciato di avere individuato un esopianeta per poi smentirsi da lì a poco, o essere confutati da altre osservazioni successive.
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I COMPUTER e l’astronomia58
I COMPUTER e l’astronomia
Luisa Spairani
I CALCOLATORI HANNO RIVOLUZIONATO IL MODO DI STUDIARE IL CIELO. RIASSUMIAMO QUI LE TAPPE PRINCIPALI DI QUESTA LUNGA STORIA. CON UN OCCHIO PARTICOLARE ALLA VICENDA ITALIANAL’astronomia, si sa, richiede lunghi e faticosi calcoli da eseguire con precisione e pazienza. Nel corso della storia i progressi dell’astronomia hanno richiesto una mole di calcolo sempre maggiore; d’altro canto, l’aumento delle capacità computazionali ha condotto a notevoli avanzamenti nello studio del cielo. Tutti i cambiamenti che hanno portato ai sofisticatissimi strumenti attuali iniziarono molte migliaia di anni fa, ma ebbero uno sviluppo pratico percepibile soltanto negli ultimi duecento anni; i computer hanno avuto un ruolo fondamentale negli ultimi 80 anni. L’esempio più significativo riguarda probabilmente il calcolo e la gestione delle effemeridi.
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L’ALCHIMISTA DELLE STELLE Alla scoperta di Newton con Luminet64
L’ALCHIMISTA DELLE STELLE Alla scoperta di Newton con Luminet
Piero Bianucci
PER MOLTI NEWTON RAPPRESENTA UN MODELLO DI RAZIONALITÀ E QUADRATURA. MA LA SUA BIOGRAFIA PRESENTA ALCUNI CAPITOLI POCO “ACCADEMICI”. CE LO RACCONTA L’ULTIMO LIBRO DI JEAN-PIERRE LUMINETJean-Pierre Luminet è un personaggio poliedrico. Come astrofisico esordì nel 1979 con lavori originali sui buchi neri. Come cosmologo ha proposto un modello di Universo con dimensioni finite ma senza bordi: Nature gli dedicò una copertina. Come critico d’arte studia le connessioni tra estetica e scienza. Come scrittore pubblica libri di divulgazione, poesie, romanzi. Come storico della scienza, nel 2006 ha iniziato una serie di biografie degli astronomi che tolsero la Terra immobile dal centro delle sfere celesti e ne fecero un pianeta come gli altri in orbita attorno al Sole: partito nel 2006 da Copernico, ha poi raccontato Tycho Brahe e Keplero (2008), Galileo Galilei (2009) e infine Isaac Newton.
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TULLIO REGGE 80 anni tra particelle elementari e buchi neri54
TULLIO REGGE 80 anni tra particelle elementari e buchi neri
Piero Bianucci
L’ILLUSTRE FISICO TEORICO, NOTO PER I “POLI” CHE PORTANO IL SUO NOME E PER ESSERE STATO UN PIONIERE NEL TENTATIVO DI UNIFICARE LA RELATIVITÀ GENERALE DI EINSTEIN CON LA MECCANICA QUANTISTICA, HA ANCHE CONTRIBUITO FORTEMENTE ALLA DIFFUSIONE DELL’ASTRONOMIA«La trova comoda?» «Meglio di quella di Fantozzi.» Con questo scambio di battute incominciò, quasi trent’anni fa, la mia prima intervista a Tullio Regge, illustre fisico teorico che ha dato molto all’astronomia (anche come divulgatore) e che l’11 luglio ha varcato la soglia degli ottant’anni. Il riferimento era a una strana poltrona di plastica che all’epoca Regge teneva nel salotto del suo appartamento sulla collina di Torino. «L’ho disegnata io – mi spiegò poi –, è ispirata alla ciclide di Dupin, una curva geometricamente piuttosto interessante. Ne avevo fatto un modello in fil di ferro. Nel 1968 un’azienda, la Grufam, l’ha commercializzata. Si chiama Detecma 1. Ora è al Design Museum della Triennale di Milano.» Estrarre eleganti forme geometriche o figure più o meno realistiche da equazioni matematiche era ed è rimasto un gioco che lo diverte. Applicate al computer, formule di frattali e di altro tipo hanno permesso a Regge di generare centinaia di disegni, ai quali di solito dà titoli ironici.
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DAWN E VESTA si sono incontrati48
DAWN E VESTA si sono incontrati
Jim Bell
GRAZIE ALLA MISSIONE DAWN DELLA NASA, GLI SCIENZIATI STANNO DANDO PER LA PRIMA VOLTA UNO SGUARDO RAVVICINATO A UN ASTEROIDE GIGANTENegli ultimi decenni abbiamo assistito a una notevole quantità di eventi drammatici legati all’esplorazione robotica dei pianeti: accensioni critiche del motore principale, atterraggi da togliere il respiro e così via. Di fronte a episodi di questo tipo, noi che siamo direttamente coinvolti nelle missioni proviamo sempre un’enorme tensione. Per esempio ero molto nervoso quando, il 16 luglio 2011, aspettavo con ansia le novità sull’ingresso in orbita della sonda Dawn attorno all’asteroide gigante Vesta. Si tratta della prima missione in assoluto a essere inviata in orbita attorno a un asteroide della fascia principale. Sulla base delle osservazioni si sa che questo corpo celeste (grande quanto l’Arizona) ha una composizione particolarmente interessante, simile a quella del materiale primordiale da cui si formarono tutti i pianeti del Sistema Solare, circa 4,6 miliardi di anni fa. La cattura di Dawn da parte di Vesta è avvenuta in maniera inusuale.
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VERSO MARTE con molta... Curiosity44
VERSO MARTE con molta... Curiosity
Antonio Lo Campo
AL CENTRO SPAZIALE KENNEDY E AL JET PROPULSION LABORATORY (JPL) DI PASADENA, IN CALIFORNIA, SI TORNA A VIVERE L’ATMOSFERA DELLE GRANDI IMPRESE DI ESPLORAZIONE INTERPLANETARIATutto è pronto presso la base di lancio di Cape Canaveral, in Florida. In questo storico luogo, proprio nei giorni di uscita di questo numero de Le Stelle, si apre la “finestra di lancio” per spedire verso Marte la missione Mars Science Laboratory (MSL). La finestra si apre il 25 novembre, prima data utile per poter lanciare in modo favorevole (soprattutto per quanto riguarda i tempi di percorso) la capsula che reca all’interno il nuovo rover della NASA battezzato Curiosity; l’ultimo giorno utile per il lancio nel 2011 è il 18 dicembre. Con l’atterraggio di Curiosity sul pianeta rosso, previsto per l’agosto del 2012, inizierà la fase operativa della terza missione con veicoli automatici che la NASA dedica a Marte, dopo le imprese del piccolo ma versatile Sojourner del 1997, e degli infaticabili Spirit e Opportunity sbarcati nel 2004. Incrociando le dita per il successo di questa nuova impresa, andiamo quindi a conoscere meglio Curiosity, esplorando in dettaglio la missione e il nuovo veicolo “semovente” destinato alle sabbie color ruggine dell’ex pianeta gemello della Terra.
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CENT’ANNI DI RAGGI COSMICI Una scoperta “scippata” all’Italia36
CENT’ANNI DI RAGGI COSMICI Una scoperta “scippata” all’Italia
Gianfranco Benegiamo
A UN SECOLO DALLA SCOPERTA DELL’ORIGINE EXTRATERRESTRE DEI RAGGI COSMICI, UN VIAGGIO CHE RENDE OMAGGIO A UNO DEI SUOI MAGGIORI PROTAGONISTI – INGIUSTAMENTE CADUTO NELL’OBLIO – ATTRAVERSO LE SUE STESSE PAROLELe ricorrenze in ambito scientifico possono fornire l’occasione per ristabilire il ruolo giocato da alcuni ricercatori rimasti ingiustamente nell’ombra. È il caso del centenario dalla scoperta dell’origine extraterrestre dei raggi cosmici, che ricorre proprio in questo periodo. Questo non è soltanto un argomento accademico: è anche una storia affascinante. Il fisico Darrow nel 1932 ebbe infatti a scrivere: «[Lo studio dei raggi cosmici] è unico nella fisica moderna per la sottigliezza dei fenomeni, la delicatezza delle osservazioni, le avventurose escursioni degli sperimentatori e la grandezza delle conseguenze». Uno dei protagonisti di questa vicenda è Domenico Leone Pacini, fisico e meteorologo nato il 20 febbraio 1878 a Marino, una cittadina situata sui Colli Albani, a sud di Roma. Egli fu tra i primi a intuire l’origine cosmica dell’eccesso di particelle elettricamente cariche misurabile nell’aria.